L’importanza delle mascherine e dei DPI contro i virus

Pubblicato: Lunedì, 15 Novembre 2021 - redazione attualità

mascherine cartello ilmamilioROMA (attualità) - Un ulteriore approfondimento su quanto già dimostrato in questi due anni

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Ci sono stati diversi studi, in questo ultimo periodo, che hanno cercato di capire l’effettivo valore dei dispositivi di protezione dai virus. I dati hanno infatti rivelato che le mascherine possono effettivamente limitare la diffusione del virus, e per questo sono state definite DPI.

Per trovare le migliori e più efficaci, potete andare su MaskHaze online e sfogliare il ricco catalogo online; troverete sia mascherine che gel igienizzanti.

Ma che cosa sono esattamente i DPI? La sigla significa dispositivi di protezione individuale, e indica tutte quella serie di accessori utili ala sicurezza della persona. Rientrano in questa categoria, ad esempio, anche le scarpe infortunistiche o gli abiti ignifughi. Ma in questo periodo sicuramente i più conosciuti sono le mascherine e i gel igienizzanti.

Questi sono stati diffusi fra la popolazione all’inizio dell’epidemia di Coronavirus, come protezione dall’eventuale contagio fra le persone.

Le mascherine

Le mascherine, poi, sono un oggetto che abbiamo imparato a conoscere. La loro importanza è balzata agli onori della cronaca con il Covis 19. Ma in realtà c’è chi le ha sempre utilizzate. Non solo i chirurghi e il personale sanitario, ma anche tutti coloro che hanno a che fare con persone fragili. Chi assistente un anziano per esempio, o chi si occupa di persone che hanno patologie croniche o respiratorie, sa quanto è importante proteggerle da ogni possibile forma di contagio.

In particolare quando ci si occupa dell’igiene di una persona inferma o con ridotta mobilità, la mascherina evita il contatto diretto con la saliva o il sudore. Oltre il Covid 19, è un modo per garantire l’igiene della persona assistita, oltre a fornire una protezione anche a colui che presta il servizio.

Naturalmente, in questo periodo le mascherine sono state utilizzate per limitare il contagio da COVID 19. Ce ne sono di diversi tipi, e nonostante la loro diffusione, ancora non tutti conoscono le differenze. È importante saperlo perché ogni tipologia offre un diverso livello di protezione, per se stessi e per gli altri, e differisce anche in base ai tempi di utilizzo e all’ambiente in cui ci si trova.

Ecco qualche indicazione in merito.

Quali scegliere

Le più comuni in commercio sono: le mascherine chirurgiche, quelle in stoffa, e quelle classificate come FFP

  • Chirurgiche: probabilmente le più utilizzate. Sono dispositivi usa e getta, da utilizzare una sola volta, anzi anche solo per poche ore. Ovviamente sono molto usate da medici e chirurghi, come dice il nome stesso. Fondamentali per chi deve lavorare in ambienti sterili e con persone fragili. Permettono di diminuire la quantità di droplet – le goccioline di saliva che emettiamo quando parliamo o respiriamo – che spargiamo, e di conseguenza i virus in uscita. Proteggono però poco colui che la indossa.

 

  • Stoffa: sono molto diffuse perché lavabili e riutilizzabili. E’ forse eccessivo definirli DPI veri e propri, dato che la loro protezione dal passaggio di virus è piuttosto bassa. Possono però essere una soluzione accettabile; anche per questo, vengono definite “mascherine di comunità”. Non sono soggette a certificazioni e spesso sono anche realizzate in casa. Vanno bene indossate in ambienti a basso rischio, meno in luoghi molto affollati. Piacciono però molto perché sono colorate e personalizzabili.
  • FFP; la sigla significa “Filtering Face Piece”, e raggruppa tre diverse tipologie di mascherine tutte con filtro. Le più diffuse sono le FFP 2 e 3; le 1 invece molto meno perché a fronte di un maggior fastidio a essere indossate – per esempio rispetto alle chirurgiche – non hanno un alto livello di protezione. Le mascherine FFP sono classificate sulla base della loro capacità filtrante. Sono conosciute in ambienti edili, perché proteggono le vie respiratorie anche dalle polveri, come quelle che appunto girano nei cantieri. Per gli agenti patogeni, hanno una buona efficacia per quelli in entrata; ovvero proteggono chi le indossa. Indossando questo tipo di mascherina nel modo corretto la protezione è sia per chi ce l’ha che per chi gli sta attorno.

Una note meritano anche le mascherine trasparenti. Realizzate in materiale plastico, permettono di leggere il labiale. Sono fondamentali per comunicare con persone non udenti; spesso sono scelte dagli insegnanti, anche per comunicare meglio con i propri alunni.

I gel igienizzanti

I gel igienizzanti hanno la capacità di eliminare – almeno in gran parte – i virus e i batteri che si depositano sulle nostre mani. Per tutto l’arco della giornata, non possiamo fare a meno di toccare superfici e oggetto toccati anche da altri. E per quanto siano stati ripetuti i consigli di non toccarsi occhi e bocca con mani non igienizzate, sono gesto talmente naturali che è difficile farne a meno.

Avere un gel disinfettante con sé è sempre una buona abitudine.

Quali scegliere

Attenzione però a parlare di gel in maniera generica. Alcuni sono classificati come cosmetici e sono simili a saponi. Altri, invece, hanno la classificazione di presidi medico-chirurgici e biocidi.

Per sapere a quale categoria appartengono, è sufficiente leggere le diciture riportate in etichetta.

Ma che differenza esiste tra un cosmetico e invece un presidio medico chirurgico? Scopo principale dei gel cosmetici è semplicemente la pulizia delle mani, con la comodità di poterlo fare in qualsiasi luogo e in qualunque momento; in questi prodotti la funzione di igienizzazione e disinfettante è solo “aggiuntiva”.

Nei prodotti denominati presidi medico-chirurgici e biocidi, invece, è il contrario: funzione determinante è quella di eliminare i microbi. A questo scopo contengono una percentuale di alcol ben specifica, dichiarata in etichetta. La dicitura può essere “100 grammi di prodotto contengono 65 grammi di etanolo”.

I gel cosmetici possono, in ogni caso, avere una percentuale di alcol, ma non sono obbligati a fornire questa descrizione in etichetta. inoltre bisogna ricordare che, perché un gel abbia la stessa efficacia che hanno le saponette, bisogna verificare che sia presente almeno il 60 per cento di alcol.

Questa è la percentuale indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per avere una corretta igienizzazione delle mani.