ECG, tutto quello che c’è da sapere su questo esame

Pubblicato: Lunedì, 29 Marzo 2021 - redazione attualità

ecg ilmamilioROMA (attualità) - Una visita preziosa e semplice da effettuare

ilmamilio.it

Nel momento in cui si ha la necessità di verificare le condizioni di salute del cuore, il primo esame diagnostico a cui si ricorre è l’ECG, vale a dire l’elettrocardiogramma. Si tratta di un accertamento diagnostico rapido e sicuro, ma soprattutto indolore. Gli elettrodi di un elettrocardiografo, applicati sul corpo, permettono di misurare le variazioni che avvengono in sistole e in diastole, cioè quando il cuore si contrae e quando il cuore si rilassa. Così è possibile registrare in modalità grafica il ritmo del cuore e la sua attività elettrica, con un esame che ha anche il pregio di non richiedere alcun tipo di preparazione preventiva.
Come si svolge un ECG

La visita cardiologica con ecg prevede di mettere sul torace, sulle gambe e sulle braccia degli elettrodi dotati di ventose di piccole dimensioni e che contengono dei sensori. È grazie ad essi che è possibile rilevare le variazioni, le quali poi vengono riprodotte sia in cartaceo che su un supporto video in forma di tracciato visibile. È il medico che effettua l’ECG a dover verificare il tracciato, in modo che sia possibile notare l’eventuale presenza di irregolarità o anomalie. Va detto, comunque, che oggi alcunidispositivi di ultima generazione possono già emettere da soli il risultato dell’esame.

A che cosa serve l’elettrocardiogramma

L’ECG può essere effettuato nel novero degli esami di controllo e di routine; la lettura dei dati garantisce una panoramica delle condizioni di salute del cuore del soggetto. L’ECG, che è necessario per gli atleti che praticano esercizio fisico, viene eseguito durante le visite cardiologiche che servono a verificare o a confutare l’esistenza di un disturbo del cuore. Ce ne sono di varie tipologie, in realtà: le malattie delle valvole cardiache, la cardiopatia ischemica, lo scompenso cardiaco, l’angina pectoris, l’infarto del miocardio, le aritmie e i disturbi di conduzione.

I disturbi cardiaci

L’infarto del miocardio consiste nella morte del tessuto cardiaco che si verifica nel momento in cui, per colpa di un’ostruzione delle coronarie, non arrivano più il sangue e l’ossigeno al cuore. L’angina pectoris, invece, è un dolore al torace provocato da una scarsa ossigenazione del cuore, a sua volta causata da una riduzione del flusso di sangue nelle arterie coronarie. I disturbi di conduzione sono quelli che coinvolgono i ventricoli e gli atrii del cuore, mentre uno scompenso cardiaco è quello che avviene nel momento in cui il cuore non riesce a portare il sangue come dovrebbe a tutti gli organi. Le aritmie non sono altro che irregolarità del ritmo cardiaco: si parla di bradicardia se il ritmo è più lento in confronto alla normale velocità media; di tachicardia, invece, se il ritmo è più veloce. La cardiopatia ischemica, spesso chiamata semplicemente ischemia, è rappresentata da una riduzione dell’apporto di sangue al muscolo cardiaco dovuto a placche che bloccano le arterie o aterosclerosi. Infine ci sono le valvulopatie, vale a dire le malattie delle valvole cardiache: coinvolgono tricuspide e valvola mitrale. Si verifica una insufficienza valvolare nel caso in cui la valvola non chiuda del tutto; una stenosi nel caso in cui il flusso del sangue normale sia ostruito.

L’ECG a riposo

Per effettuare l’ECG a riposo, il paziente deve essere disteso in posizione supina su un lettino. Quindi si applicano 12 o 15 elettrodi, con l’aiuto di un gel. Dopo che il dispositivo è stato acceso, gli elettrodi iniziano a captare gli impulsi cardiaci, che vengono registrati dalla macchina. Il paziente deve respirare in maniera normale, evitando di parlare e di compiere movimenti. Servono solo pochi minuti per portare a termine l’esame. Nel caso in cui si sia portatori di pacemaker o si segua una particolare terapia farmacologica, è necessario comunicare la propria condizione al medico cardiologo.

L’ECG sotto sforzo

Come il suo nome lascia intuire, l’ECG a riposo permette di rilevare i segnali cardiaci quando il cuore è a riposo. Di conseguenza in tale condizione può succedere che non si notino anomalie che si potrebbero concretizzare, invece, nel momento in cui il cuore è sotto sforzo. Per questo motivo c’è bisogno di un ECG da sforzo, che ha due obiettivi: da un lato appurare l’esistenza di una eventuale cardiopatia latente; dall’altro lato fissare i limiti dell’esercizio fisico che può essere praticato da un soggetto colpito da scompenso coronarico. Per questo esame, il paziente deve effettuare un esercizio fisico, come per esempio pedalare su una cyclette o camminare su un tapis roulant. Così è possibile monitorare le variazioni del ritmo cardiaco, ma soprattutto capire con quali problemi cardiaci l’organismo richiede più sangue. Per l’ECG sotto sforzo si mettono gli elettrodi unicamente sul torace, così da evitare che la libertà di movimento del soggetto nel corso dello svolgimento dell’attività fisica possa essere compromessa. L’intensità dell’attività, nel corso dell’esame, cresce in maniera progressiva. Non c’è comunque bisogno di una preparazione preventiva.