Grottaferrata | Chi dopo il sindaco Di Bernardo?

GROTTAFERRATA (politica) – Il sindaco sarebbe destinato ad un futuro politico lontano da Grottaferrata, utilizzata come trampolino

La scena politica di Grottaferrata è effervescente come l’acqua Panna. La pax politica imposta dal sindaco padrone del vapore funziona, e funziona bene. Prima l’ingaggio (difficile commentare oltre) dell’ex candidato sindaco ghelfiano Luigi Spalletta, quindi la “captatio” in Giunta di due esponenti di aree potenzialmente critiche (ma velocissimo fu il rientro di ogni contestazione) quindi, colpo di genio quanto di facile previsione, l’imminente ingresso in maggioranza del consigliere Lorenzo Letta (altro candidato sindaco… ma da sempre vicino a Di Bernardo) e – ma chi non lo aveva capito – di Trovalusci, folgorato sulla via di piazzetta Consoli.

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Tutto è ampiamente compiuto dunque per il sindaco filosofo che adesso, a sentire le voci che si rincorrono, starebbe seriamente pensando a volare altrove. In Regione, se fosse possibile (ma servono almeno 6mila voti, poi dipende dalla lista e dalla sponda scelta) oppure in una eventualmente ripristinata “Provincia di Roma” o, addirittura, in Parlamento. Ma per quest’ultima possibilità occorre che si incastrino altre cose.

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Se, insomma, a parte il rumoroso flop della Fiera, tutto sembra filare liscio e di fatto l’attività amministrativa del sindaco padre padrone funziona, il tema è indagare e comprendere cosa sarà dopo Di Bernardo. Perché se la figura dell’attuale sindaco è stata quella giusta, c’è da capire chi nella sua attuale squadra potrà raccoglierne il testimone.

Uno sguardo va dato però, volante – perché lo approfondiremo – nei resti di opposizione consiliare e soprattutto extraconsiliare che, giocoforza, dovranno aggregarsi nei prossimi mesi. In Consiglio il dialogo è forzato e ristretto e vede come animatore Federico Pompili e l’ex sindaco architetto ed il suo gruppetto. Tutto da vedere, certo è che cercare convergenze non è banale. Più facile dunque rivolgersi fuori palazzo Consoli dove, chiaramente, il consenso per Di Bernardo non è così ampio come avviene nella sala di controllo.

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In merito all’attuale compagine di governo cittadino è evidente che ci sarà da divertirsi. Il sindaco ed i suoi suggeritori proveranno senz’altro ad imporre un nome per la successione – se davvero Di Bernardo dovesse volar via – ma non è detto che il gioco regga.

In rampa di lancio almeno 4 nomi: quello del neo protagonista Fabrizio Mari, che sembra aver trovato una casa stabile e non sembra disdegnare incarichi di superior caratura; quello dell’attuale assessora PD Paola Franzoso, vicesindaca e strenua difenditrice della flop Fiera, che sarebbe l’unica donna della margherita per il post Di Bernardo; quello di un altro neo assessore, Massimo Roncati (professione architetto), uno degli ex duri e puri di “Città al governo” (movimento del quale è stato celebrato in questi anni il de profundis) e, ovviamente, quello del presidente del Consiglio Massimo Garavini.

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Ma attenzione agli outsider: primo fra tutti Alberto Rossotti, che potrebbe anche scegliere – nel caso di una candidatura non troppo convincente dall’entourage di Di Bernardo – per correre per conto proprio con un seguito non banale, riferimento di un’area di interessi cittadini ben identificata.

La corsa sarà parecchio lunga ed irta di indicazioni: ci sarà da divertirsi. Sempre in attesa delle farfalle salvatutto.

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