‘One day’. Emma e Dex, ovvero se ci è consentito sognare
ROMA (serie tv) – Su Netflix la bellissima storia d’amore tratta dal libro di David Nicholls che nel 2011 era già stato portato sul grande schermo
ilmamilio.it – contenuto esclusivo
Tutta d’un fiato, per gustarla meglio. Una storia d’amore infinita, di quelle che ti lasciano senza fiato: di quelle da invidiare, inseguire, desiderare e, per chi ha la fortuna di afferrarla, vivere fino in fondo.
Una storia d’amore tra Edinburgo, Londra e Parigi lunga quasi venti anni che sembra non sbocciare mai, nascosta dietro il vetro opaco di un’amicizia che è sempre speciale ma che, incapace di colmare il desiderio di viversi fino in fondo, ha però bisogno di tempo per maturare nel vero sentimento.

E’ una storia semplice, al limite dello scontato in apparenza, quella tra Emma Morley e Dexter: la ragazza della porta accanto e il bello e ricco che si incontrano per caso, per il banale incrocio di un destino che un giorno, un semplice giorno, li fa piovere l’uno nella vita dell’altra.
Su Netflix si compone così, in 14 episodi, quella che gli amanti del genere definiscono una “miniserie” ma che è di fatto lo scorrere del tempo e l’intrecciarsi a trame sempre più strette di due vite che tentano di sfuggirsi e di non legarsi dipandosi su binarsi spesso divergenti ma che, ad un certo punto, si arrendono all’inevitabile magnetismo di due anime che si accarezzano da anni.
“One day” è tutto questo è molto più: dolcissimo e delicato ed al tempo stesso quasi irritante nella caparbietà con cui Emma, una bravissima Ambika Mod, si sottrae al concedersi a Dexter (un altrettanto bravo e convincente Leo Woodall), riuscendo, con quella forza della quale sono pochi eletti sono capaci, a sfuggire ad ogni cliché, ad ogni banale predestinazione, a diventare una semplice insignificante “nota a margine” nella vita dell’altro. Che, da par suo, vola di fiore in fiore per anni, circumnavigando donne ed esperienze, carriere presto bruciate ed alcol, fino ad “inciampare” in una paternità ed in un matrimonio che lo inchiodano alla sua irrimandabile maturità.

Ed è questo il punto di svolta, soprattutto se l’inciampo di Dex conduce al divorzio e se i contemporanei successi letterari di Emma rappresentano il realizzarsi della donna ed il consolidarsi della vera personalità forte della storia.
La riduzione in miniserie del libro di David Nicholls – che nel 2011 era invece finito sul grande schermo nell’omonima pellicola cinematografica – è una azzeccatissima successione di episodi che, lasciando ampio spazio alla personale costruzione dello spettatore di ciò che non viene rappresentato ma solo lasciato intendere o semplicemente superato, ha nell’originalità della sceneggiatura uno dei suoi innegabili punti di attrazione.

Ma il fascino appartiene ad Emma e a Dex e sarebbe imperdonabile dirne oltre. Lasciando piuttosto a chi vorrà sognare un po’ la scoperta di fin dove una passione, un amore così semplice ma così straordinario, è in grado di portare. Di far volare.
Il vero peccato, altrettanto imperdonabile, è veder finire certe storie.
“One day”: voto 10