Pubblicato: Giovedì, 26 Dicembre 2024 - di Marco Caroni

ROMA (storie & metallo) - Nell'agosto 1925 il principe di Galles era in Sud America per rinsaldare i legami commerciali tra i due Paesi. Prima di Peron, delle Falkland e di... Maradona

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Di re Edoardo VIII d'Inghilterra e Gran Bretagna è nota la vicenda. Vicenda che si riassume fondamentalmente in quanto accadde 86 anni fa: l'11 dicembre 1938 il sovrano, salito al trono alla morte del padre re Giorgio V (cugino dello zar Nicola II e dell'imperatore di Germania Guglielmo II), aveva abdicato in favore del fratello (Giorgio VI) perché gli era stato impedito di sposare la sua amata, l'attrice americana Wallis Simpson, che aveva il torto - insormontabile agli occhi della corona e della Chiesa anglicana di cui il sovrano britannico è il capo dai tempi di Enrico VIII - di essere bi-divorziata. Quella rinuncia, arrivata prima dell'incoronazione a Westminster, è passata alla storia: una delle più faticose rinunce per amore che le teste coronate ricordino.

Quella rinuncia avrebbe poi portato al trono Giorgio VI, il re "balbuziente", secondogenito di Giorgio V e Mary di Teck (che sarebbe dovuta finire in sposa al fratello primogenito di Giorgio, Alberto Vittorio se questi non fosse prematuramente scomparso nel 1892): una "anomalia" nella linea dinastica che poi avrebbe spalancato le porte di Buckingham Palace a quella che la storia avrebbe laureato come la sovrana britannica più longeva, Elisabetta II. Una regina che, esattamente come la trisavola Vittoria, non avrebbe mai dovuto indossare la corona (LEGGI STORIE & METALLO - La regina dal volto triste e severo: Vittoria, che seppe segnare un'epoca).

Ma queste sono altre storie, peraltro piuttosto note.

La storia che si intende qui raccontare è una storia che anticipa i fatti che resero immortale la figura di Edoardo, figlio di Giorgio V. Si tratta della visita che l'allora principe di Galles effettò in Argentina nel 1925.

In quell'estate caduta nel primo quarto del XX secolo, Edoardo era sbarcato a Buenos Aires il 17 agosto del 1925 nell'ambito di un tour che lo aveva portato a visitare in quelle settimane anche il Brasile e l'Uruguay. Cosa aveva di speciale l'Argentina di quegli anni? La Repubblica retta all'epoca dal Presidente Alvear era considerata una delle economie emergenti più forti a livello mondiale: il rapporto tra Argentina e Gran Bretagna era, consolidato, fondato su accordi commerciali che portavano verso l'Europa carni e cereali e verso il sudamerica manufatti e tecnologia. Dotata di industrie e di una rete ferroviaria particolarmente sviluppata per il continente, l'Argentina - che aveva registrato negli anni precedenti una fortissima immigrazione anche dall'Europa ed in particolare dall'Italia (734mila i connazionali che si stima vi siano sbarcati tra il 1901 ed il 1910) - era un Paese giovane e dinamico. L'appellativo di "Parigi del sud" calzava all'Argentina a pennello.

A Buenos Aires nell'agosto precedente era arrivato il principe Umberto II di Savoia, all'epoca appena 19enne, per visitare la folta comunità italiana in Argentina: nel marzo 1925 era invece arrivato Albert Einstein, già premio Nobel per la fisica nel 1921 (foto qui sotto).

In quel 1925 Edoardo aveva da poco compiuto 31 anni ed era a buon diritto considerato uno dei più ambiti principi ereditari europei. Mondano, dinamico, sportivo e brillante, era considerato un modello di futuro monarca moderno ed alla moda in un'Europa che stava faticosamente cercando di scrollarsi di dosso l'eredità di sangue della Grande Guerra e che però sperimentava già in alcuni Stati - tra questi l'Italia - l'insorgere dei totalitarismi che avrebbero condotto alla catastrofe della Seconda guerra mondiale.

La sua visita in Argentina, durata qualche giorno, fu un grande successo. Il principe fu accolto dal Presidente con tutti gli onori di un capo di Stato: partecipò ad eventi mondani e visitò, tra gli altri, numerosi ranch agricoli apprezzando proprio quella produzione che era alla base dei rapporti commerciali tra i due Paesi.

La sua partecipazione ad eventi locali rafforzò il legame tra la casa Reale britannica e l'aristocrazia Argentina in un connubio che, almeno all'epoca era considerato esclusivo ed indivisibile. Il "principe ribelle" carismatico ed affascinante e che all'epoca non aveva ancora incontraro Wallis, seppe far colpo e lasciare il segno, anche su alcune nobildonne argentine.

Appena pochi anni dopo, rientrato nella sua Londra, Edoardo avrebbe prima conosciuto lady Thelma Furless, diventandone amante per qualche tempo (foto qui sopra) e quindi, proprio durante un ricevimento organizzato dalla sua fiamma, nel gennaio 1931 avrebbe incontrato la ben più celebre e celebrata Wallis Simpson.

Quella di Edoardo VIII - re di Gran Bretagna tra il 20 gennaio 1936 e l'11 dicembre 1936, mai incoronato (LEGGI Carlo III incoronato a Westminster: una cerimonia così non si vedeva da 70 anni) - resta una delle figure più controverse ed affascinanti del '900. Quel viaggio dall'altra parte del mondo di 100 anni fa sembra così lontano del tempo da essere quasi mitologico.

D'altra parte poi i rapporti tra Gran Bretagna ed Argentina sarebbero comunque stati destinati a mutare ed a peggiorare. Prima con la presidenza di Juan Domingo Peron e quindi, all'inizio degli anni '80, con la non ancora del tutto superata guerra delle Falkland (le isole Malvinas, per gli argentini), combattuta con un migliaio di morti complessivi tra il regime militare di Leopoldo Galtieri e la Union Jack della lady di ferro Thatcher. Senza dimenticare i mondiali dell'86 ed il gol di mano di Maradona.

LA MEDAGLIA - Di Edoardo VIII inevitabilmente non restano molte testimonianze in metallo. Tra queste, senz'altro si trova la medaglia (non l'unica per l'occasione) coniata in Argentina proprio in occasione della visita dell'allora principe di Galles nel Paese sudamericano.

La medaglia, in metallo dorato, ha un diametro di 50 millimetri ed un peso di 50 grammi.

Al dritto il profilo del principe rivolto a destra con l'iscrizione "Edward Albert prince of Wales". Il principe ha lo stesso volto severo e sereno con quale sarebbe stato poi immortalato 11 anni dopo sui francobolli e sulle poche monete e soprattutto medaglie emesse per il suo brevissimo regno e per la sua mai celebrata incoronazione.

Al rovescio i due stemmi di casa Windsor e della Repubblica Argentina: colpisce quest'ultimo, ispirato alla Rivoluzione francese ed ufficialmente adottato dal Paese sudamericano nel 1944, presenta la picca con berretto frigio rosso e due mani che si intrecciano. Il tutto sormontato da un sole sorgente.

Intorno, l'iscrizione "Visita la Repubblica Argentina - Agosto 1925". Comunque vada, un pezzo di storia.

Foto in alto da ww.infobae.com