Pubblicato: Martedì, 20 Agosto 2024 - Fabrizio Giusti

ACCADDE OGGI – Il più noto fumettista italiano, ideatore di Corto Maltese, si spense il 20 Agosto del 1995

ilmamilio.it

‘Prova a fare quello che hai visto al cinema’. La matita di Hugo Pratt (nome d'arte di Ugo Eugenio Prat),  iniziò a riempire i fogli di carta invogliato da una frase, pronunciata da sua nonna, che lo invitava a svagarsi con questo passatempo. Un gioco che alla fine si rivelò un lavoro e un piacere. Un'idea, soprattutto, che lo aiutò a varcare gli spazi della terra.

Venezia, Buenos Aires, l’America, l’Inghilterra, il Brasile, l’Africa. Pratt, nella sua vita, si ritrovò, per esigenze di vita o di lavoro, a scoprire tante direzioni e latitudini confrontandosi sempre con le sue creazioni, i suoi personaggi. Un giramondo che incontrava la magia dei luoghi (come l’Irlanda, ove si ispirava, dalle rupi e le scogliere di Cliffs of Moher, immerso tra poesie e leggende) e ne traeva spunto. La sua fantasia serviva a staccarsi dal mondo reale e dal quotidiano, quel mondo noioso e ripetitivo in cui tanti cadono e da cui sarebbe bene sempre allontanarsi (se si potesse). Ed ecco perché Hugo Pratt non è solo un creatore di fumetti, ma anche storia della letteratura.

Cittadino del mondo, era nato per caso a Rimini nel 1927 e poi era finito a Venezia. Figlio di Rolando, un militare di carriera di origini inglesi, e di Evelina Genero, figlia del poeta dialettale Eugenio, veneziano, ebreo sefardita emigrato dalla Spagna, podologo rinomato e fondatore dei Fasci di Combattimento nella città della laguna.

In questa famiglia molto particolare, la nonna è la figura che riveste un ruolo notevole, dicevamo. E’ lei che porta il piccolo Hugo a vedere film d’avventura. Ma c’è anche una zia, attrice di teatro, che lo trascina alla Fenice a sentire Wagner, facendogli così assaporare il mito delle divinità germaniche. Mamma Evelina, invece, è amante dei Tarocchi. E così tra carte, musica, mondo mitologico, fantasia si delineano i tratti di una fantasia fervida e colta. All’età di dieci anni, poi, Hugo va in Africa, dove il padre è un ufficiale dell’esercito coloniale italiano in Abissinia. Nel 1941, alla caduta dell'Africa Orientale Italiana, la famiglia Pratt viene internata in un campo di concentramento a Dire Daua, dove il padre trova la morte, non prima di aver regalato a suo figlio un libro, “L’isola del tesoro” di Stevenson. “Vedrai che un giorno anche tu troverai la tua isola del tesoro”, gli dice.

Hugo rientrò a casa e frequentò fino a settembre un collegio militare. Nel 1943, dopo l'armistizio di Cassibile, aderì alla Repubblica Sociale Italiana, militando nella Xª Flottiglia MAS (Battaglione Lupo). Sono anni di grande confusione e di grandi cambiamenti. Conosce la guerra, la disciplina militare, rischia persino di essere fucilato dalle SS perché sospettato di essere una spia sudafricana. Arriva anche ad indossare la divisa degli alleati, da interprete, vista la conoscenza della lingua. 

A guerra ultimata, in piena giovinezza, può ricominciare a vivere, come tutti i suoi coetanei, e a ricostruire. Fonda con un gruppo di amici ”Asso di picche”. Scrive storie, disegna, viaggia. Parte per l’Argentina e inizia un percorso professionale in cui fa molte esperienze, porta a compimento progetti suoi, ama il Jazz, conosce Dizzy Gillespie, la letteratura sudamericana, la Patagonia, il Cile, i Caraibi. Tragitti che sono un lungo ricercare e un lungo lavorare.

All’inizio degli anni sessanta la crisi economica sbaraglia l’Argentina. Pratt è costretto a tornare ritornare in Italia. Arriva un incontro importante, con Florenzo Ivaldi, imprenditore che gli dà mano libera per la rivista “Sgt.Kirk”. Nel 1967 nasce Corto Maltese, ispirato nell'aspetto da un interpretazione di Burt Lancaster, dirà l'autore, in ‘His Majesty O’ keefe’, ma non mancano le fonti alle letture precedenti di Conrad o Melville. E’ la via che porta a “Una ballata del mare salato”, il fumetto che diventa “Letteratura disegnata”. Oceani, palme, mare, libertà. Gli amanti del genere se ne innamorano subito.

Maltese è una propaggine di Pratt o del suo inconscio, delle sue esperienze. E’ un personaggio mediterraneo, ma inserito in una cultura anglosassone. E’ materiale, ma è anche fiabesco, leggendario. E’ originario di un posto dove molte culture si incrociano lì in mezzo al mare, figlio di una prostituta di Gibilterra e di un marinaio della Cornovaglia. E’ cinico, ironico, ma anche leale, romantico e solidale. Il "pirata" Corto va spesso alla ricerca di oro, ma solo dei tesori scomparsi e in posti avvolti dal mistero e dalla leggenda.

Hugo si sposta così a Parigi, in quella Parigi lì, quella della contestazione e del Maggio francese. Nella rivista 'Pif Gadgets' viene attaccato dai comunisti e accusato di 'fascismo'. Viene licenziato dall’editore, vicino al Partito Comunista Francese, che lo accusa di 'libertarismo'. Ammise lo stesso Pratt che in quegli anni si era quasi ‘costretti a rispolverare Marx ed Engels, autori – annotava – che "dovetti frequentare ma che mi annoiarono immediatamente. Visitai anche Marcuse e qualche altro ma tornai ai classici dell’avventura".

Ricercava l’evasione, Pratt, e questo era visto dai politicizzati come un chiaro annuncio del suo disimpegno politico. Ma era proprio l’avventura che raccontava la condizione umana libera e aperta al nuovo che forse, andandola a guardare bene, era più  di un manifesto politico. “Il fatto che io sia un libertario, e spero che questo traspaia dalle mie storie – disse ancora - non m’impedisce di leggere Kipling. Ci sono molti che dicono che non leggeranno mai Ezra Pound perché era fascista e perché non appartiene a quella cultura che tendenzialmente è marxista e leninista ma io non credo che Ezra Pound debba per forza essere identificato”. Ezra Pound, il poeta dei Canti Pisani, Hugo lo incontrò poi per le calli della sua città. “Una volta mi ha guardato, fisso a lungo, si è fermato, poi ha fatto un segno. Come per dire: ‘Ci conosciamo’…”, ricorderà.

Quando la furia dell’epoca ideologica scompare, Corto Maltese e Hugo Pratt rimangono. Hanno successo di generazione in generazione, continuano ad affascinare - uno con la testa e i suoi acquerelli, l’altro con le sue imprese - giovani e adulti nella stessa egual misura, ma ognuno con la sua lettura soggettiva. Come giusta che sia nei grandi romanzi.

L'autore morì il 20 agosto del 1995 a Grandvaux, in Svizzera, dove si era ritirato da qualche anno.

Pratt aveva una cultura sterminata, possedeva una enorme biblioteca piena di libri di poesia, saggistica, filosofia, storia, testi antichi, classici. Conosceva sei lingue. Amava gli autori che lo portavano lontano e lasciavano spazio alla fuga, all'immaginazione, alla narrazione del viaggio, dei mari del sud e alla vitalità delle scoperte interiori ed umane come i già citati Stevenson, Melville, Kipling, Conrad, London oppure Yeats e Rimbaud. Ma anche da tanti altri. Sconosciuti alla massa, non allineati, senza etichette. Tutto questo coacervo di immagini, parole, sensazioni, emozioni, conoscenze e differenze gli servirono lungo la sua carriera e le sue invenzioni.

Fu anticonformista nella vita e nella sua identità. Uno spirito libero.