Pubblicato: Giovedì, 17 Marzo 2022 - redazione

madreCarla23 ilmamilioFRASCATI (fede) - Si conclude con quest'ultima parte, il nostro viaggio nel ricordo della vita della religiosa

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Torniamo a parlare di Madre Carla e delle Suore Missionarie dell’Incarnazione in prossimità del centenario dalla nascita di Madre Carla, il 17 febbraio 1922. Affrontiamo l’ultimo capitolo di questa avvincente storia ricordando le molte fondazioni sparse in tutto il mondo.

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Era il 1974, come abbiamo scritto la volta scorsa, quando Madre Carla pianificò il suo primo viaggio in India e poco dopo si cominciò a costruire una nuova casa indiana per le suore. In quel periodo Madre Carla scrisse nel diario: “Proseguiva la costruzione della nuova casa a Nazareth Cochin. Cominciavano a venire vocazioni indiane”, così a Cochin venne istituito il primo noviziato. Il numero delle sorelle indiane cresceva.

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Una presenza delle Missionarie dell’Incarnazione fu richiesta anche nello stato del Tamil Nadu a Nagercoil, dove sorse anche una casa per bambine e ragazze disabili. Poi fu la volta di aprirne una nell’isola di Vallarpadam (Kerala). Tutte queste nuove fondazioni erano sostenute dalla forza dello Spirito e dai viaggi di Madre Carla che si recò molte volte in India. Il mistero del Verbo Incarnato continuò ad essere manifestato anche in Italia attraverso l’apertura di diverse case e scuole: nel 1972 per invito di Mons. Mario Pimpo, fu aperta una scuola materna a Pereto, Diocesi di Avezzano e nel 1977 nella diocesi di Bosa in Sardegna, su richiesta del Vescovo Mons. Giovanni Pes, venne aperta una casa per anziani.

 

Mentre nel 1980 a Nurri, allora provincia di Nuoro, una signora benestante, Mulas Felicità, donò alle Suore Missionarie dell’Incarnazione la propria casa per farsi assistere e dare la possibilità di accogliere persone anziane e sole, sia del posto che dei paesi limitrofi. Un’altra scuola materna venne aperta a Subiaco nel 1983 e nel 1985 una nuova casa a Frascati, l’attuale Casa Generalizia di Via Enrico Fermi; nel medesimo anno fu aperta una comunità a Salice Salentino (in provincia di Lecce).

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Azione e contemplazione erano i cardini che dovevano sostenere la vita delle Missionarie dell’Incarnazione, scriveva infatti Madre Carla: «L’incontro con Dio, l’abbiamo già detto più volte, esige silenzio e ascolto. ‘Il tuo maestro sta dentro... È dall’interno che si fa udire la verità’ (Sant’Agostino)».

Nel 1987, il 29 giugno, Madre Carla dovette prendersi una lunga pausa di riposo, perché venne operata all’ospedale “Regina Apostolorum” di Albano, per un tumore. Dopo il periodo di convalescenza la Madre riprese i suoi viaggi missionari, alternando sei mesi in Italia e sei mesi in India.

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Una svolta per la giovane Congregazione si ebbe il 19 marzo 1988, quando provvidenzialmente giunse il Decreto tanto atteso: il Santo Padre Giovanni Paolo II aveva riconosciuto la Congregazione di diritto Pontificio, segno della sua diffusione nel mondo, e questo diede nuovo impulso al gruppo delle suore. Sempre pronta ad aprire nuove case, Madre Carla, nel poco tempo libero, coltivava un curioso hobby, che oggi è raccolto in un piccolo museo: era appassionata nel collezionare conchiglie, minerali e fossili di ogni forma e specie.

Nel 1992 costituì una comunità delle Suore Missionarie per l’Adorazione Eucaristica nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli, su richiesta di Sua Eccellenza Mons. Settimio Todisco, nella città di Brindisi. L’anno successivo fu la volta dalla diocesi di Oria, su invito del Vescovo Mons. Armando Franco e del Rettore don Franco Dinoi, per il Santuario di San Cosimo alla Macchia.

Nel 1994 alle Suore si affiancarono i “Padri Missionari dell’Incarnazione”, che vennero fondati in India da Madre Carla per portare l’ineffabile dono dell’Incarnazione del Verbo al popolo di Dio, in maniera più completa e più viva.

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Madre Carla continuò a viaggiare instancabilmente fino agli ultimi anni della sua vita. Proprio in un viaggio nell’ottobre del 2005, soggiornando a Tabou (Costa d’Avorio), accadde uno spiacevole e doloroso incidente: Madre Carla cadde e si ruppe il femore. Trasferita in Italia iniziò un lungo calvario di visite, accertamenti e terapie; impossibilitata - per il suo stato di salute generale - all’intervento chirurgico. Il 14 settembre 2006 la Madre ebbe un notevole peggioramento; fu l’inizio di una lenta agonia che durò una settimana. Aveva 84 anni.

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Immobilizzata a letto, le ultime parole alle sue care sorelle, sussurrate con immenso sforzo, furono: “Vivete nella carità e nell’umiltà verso tutti. Siate portatrici e testimoni dell’Amore di Dio”. Verso mezzogiorno del 20 settembre 2006 Madre Carla entrò per sempre nella luce dell’intimità Divina, ma l’opera della Provvidenza divina che attraverso lei si è manifestata nel mondo continua ogni giorno a gettare nei campi della necessità i semi dell’eterna speranza.

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