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La scalata di Crestini alla Pro Loco. Cambiare tutto per non cambiare nulla, imponendo il silenzio da regime

13-08-2016

ROCCA DI PAPA - Anna Brandani in rampa di lancio per la presidenza dell'associazione. Ma è solo la punta dell'iceberg di una strategia ampia e assolutamente identica (in peggio) a quella di chi è stato sconfitto a giugno

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Il 19 giugno 2016, data ormai impressa nella storia della città e presto nella pietra dei cippi, Emanuele Crestini era stato eletto sindaco di Rocca di Papa perché a lui i cittadini avevano dato il mandato di cambiare la città e di farla uscire dai lunghi dieci anni di "oscurantismo dell'Amministrazione Boccia". Crestini ha saputo intercettare il vasto malcontento verso un'Amministrazione uscita logora dai 10 anni di Boccia e di un Pd lacerato.

"Ridiamo luce a Rocca di Papa", arringò con pathos (si fa per dire) nel corso dell'affollata ed imbandierata presentazione del 30 aprile (LEGGI l'articolo).

I sogni, le promesse, la nuova luce, il corso novello, la rivoluzione del popolo hanno invece lasciato il posto ad un prevedibile pragmatismo da governo che si è già tradotto in una scalata alle posizioni di rilievo del mondo associazinistico cittadino. Inevitabile. Altro che cambiamento.

Nonostante questo, però, rispondendo ad una militante del Pd il sindaco si è prodotto in questa articolata replica, ancora da propaganda. "Rendetevi conto che voi, durante la vostra lunga amministrazione, con il vostro modo di fare, avete svuotato il paese di ogni entusiasmo e voglia di impegnarsi per Rocca di Papa. Ora le persone sono intenzionate a darsi da fare, forse anche perché vedono persone diverse con idee diverse e distinti modi di gestire il paese. Dovreste essere felici di vedere il nostro paese rivivere, ma forse dovete ancora accettare che hanno vinto i cittadini e non la vostra politica".

Ebbene, così è da settimane ampiamente in atto - più che prevista - la scalata alla Pro Loco dell'ormai ex presidente Andrea Basili (LEGGI l'articolo). L'occupazione dei posti di potere della principale associazione cittadina è proseguita poi con le dimissioni di Marco D'Antoni (che però per la verità le aveva presentate in aprile...) e l'ingresso nel Consiglio direttivo della grande nemica della Pro Loco, quella stessa Anna Brandani che con la Pro Rocca aveva fatto fuoco e fiamme spingendo per diventare l'alter ego del principale soggetto associativo roccheggiano. Un ingresso che sembra ampiamente preludere ad un'elezione a presidente di quella Brandani proveniente anche lei dal centrosinistra bocciano salvo poi aver preso - per i motivi sopra esposti - altre vie: dalla Pro Rocca, di cui fu presidente e fondatrice (oggi nelle mani della fidatissima Sofia Del Vescovo) alla Pro Loco, passando per un cambio di casacca e di sindaco.

D'Antoni, per conto suo, da mesi sta cercando di prendersi bandiera e insegne del Movimento 5 stelle. Le dimissioni ratificate proprio in questi giorni sembrano sancire per D'Antoni la benedizione del sindaco Crestini ad avviare con decisione la formazione di un meet-up pentastellato come Dio comanda.

In realtà però al momento Crestini si muove dai 5 stelle al Pd: non è certo un segreto che con alcune componenti del Partito democratico (essenzialmente ma non totalmente non rappresentate in Consiglio comunale) il sindaco stia in "accordi" da mesi. La sponda di Mauro Fei, Raffaella Taggi, Pino Calicchia e via dicendo è ben contenta di aver visto cadere la Sciamplicotti e necessariamente - se come sempre "i nemici dei miei nemici sono miei amici" - ecco che l'accordo è implicito.

Il sindaco, col giochetto del silenzio imposto a vari livelli (dagli uffici comunali, agli stessi eletti, ai rappresentanti delle liste, ai mastri chiavi e guardie di porta) e con le velate pressioni mai mancanti, in puro stile da regime cittadino sta insomma ampliando la propria base di "consenso di medio livello", fondato sugli interessi comuni delle parti in accordo.

Per il momento è un accorto, sagace "dividi et impera" che sta bene a Crestini (purché non se ne parli) ma sta bene anche ai "signorotti" interessati alle poltroncine o alle piccole rendite di potere. Che scopriremo nelle prossime puntate.

Questo è il nuovo regime di Crestini, che tanto assomiglia (in peggio) a quello orgogliosamente scalzato.

Appunto: cambiare tutto per non cambiare assolutamente nulla andando ad occupare semplicemente le poltrone che erano di altri. Con stile da regime.



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