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Rocca di Papa: prima la Taggi-verità. Poi la replica della testata "non amica"

22-03-2016

ROCCA DI PAPA - La segretaria e la sua "ala renziana" finalmente si esprimono e sputano veleno ma non strappano. Noi rispondiamo in quanto indirettamente chiamati in causa

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

Dopo mesi di forzoso silenzio, la segretaria del Pd di Rocca di Papa finalmente parla. E lo fa con un lungo post affidato a Facebook.

"Siamo stati in silenzio in tutti questi mesi, lavorando per tutelare il partito.

Ora è il momento di parlare: rivendichiamo dunque come nostre queste bellissime primarie, straordinarie dal punto di vista della partecipazione e del lavoro del partito. Pensammo ad un progetto diverso, fatto di persone, di regole e di futuro possibile e ci pensiamo ancora.
Siamo stati umili e trasparenti sempre, soprattutto quando scegliemmo di dire la nostra in questo mondo di vassalli, valvassori e valvassini.

Abbiamo continuato a lavorare nonostante i radicati connubi che si sono trasformati in pacchetti di voti spostati a seconda delle convenienze. Per 'lavorare' intendiamo anche gli sforzi fisici per organizzare e realizzare la cosa di tutti (la Res Pubblica), psicologici per sopportare un mobbing violento e subdolo in commissioni elefantiache fatte per radical chic che col popolo hanno poco a che fare e sforzi sul piano umano per sopportare parecchi voltafaccia. Alcuni non hanno avuto nemmeno il minimo rispetto per il nostro lavoro, non siano stati degnati neppure di un ringraziamento.

Probabilmente abbiamo sbagliato a non puntualizzare tramite la stampa amica i torti subiti senza infierire come avremmo dovuto. Abbiamo cercato di mantenere un ruolo che filosoficamente dovrebbe mediare trovando la soluzione più giusta con l'obbligo morale di perseguirla: ecco perché la scelta del 25 ottobre!

Parlammo di progetti e di persone, non di alleanze e numeri... magari spostati all'ultimo minuto: a buon intenditor poche parole!

Si parla di un'aria nuova, ma di nuovo non c'è proprio niente! Basta fare due calcoli e si capisce che è un tutti dentro...tranne noi!

Noi e tutto quel 45% che ha scelto la nostra semplicità non ci siamo piegati al governo ombra. Rispettiamo quel 45% che si è recato alle urne convinto di operare la scelta giusta e non invitato caldamente da qualcuno. Siamo persone serie e non siamo banderuole. A testimonianza di ciò è stato il fatto che non abbiamo mai rivelato falsi gossip a giornali vicini. Ringraziamo anche i 4 "amici" Fassina che a 4 giorni dalle primarie hanno sancito la rottura, facendo passare il silenzio dell'assessore all'urbanistica, rispettato dal partito per tregua richiesta, come silenzio del partito stesso. Abbiamo spalle larghe, del resto siamo renziani, ma nel nostro paese ancora vigono le regole fassiniane and company... sarà davvero la volta buona?

Scusate il ritardo ma mentre noi lavoriamo c'è chi già ha pensato a fare la solita soffiata!

Si accetta la sconfitta con onore: libertà e dignità restano intatte! Rimaniamo al servizio del grande partito di Matteo Renzi, che ancora non siamo riusciti a realizzare a Rocca di Papa che è ancora preda del vecchio apparato.

Un ringraziamento sentito a tutta l'ala renziana.

Il Segretario: Raffaella Taggi, Linda Boccanera, Andrea Gatta, Fabrizio Castri, Fabrizio De Angelis".

Risposta del direttore de ilmamilio.it, Marco Caroni.

Per un momento, ammetto, ci ho creduto. Ho creduto che quello che stavo per leggere sull'ectoplasmica pagina del Pd di Rocca di Papa, che in questi mesi ha vissuto una realtà politica parallela a quella che viveva il partito al proprio interno, fosse un reale "outing". Ho creduto davvero che in quel "Ora parliamo" si rivelasse la verità. Di un fallimento? Di un necessario "mea culpa"? Di un formale passo indietro? Niente. Niente di questo. Raffaella Taggi, supportata da quella che definsce pomposamente l'ala renziana del suo direttivo, invece è andata all'attacco confuso. Come se il nome stesso di Matteo Renzi (che abbiamo nominato nel nostro articolo proprio questa mattina, LEGGI) dovesse incutere chissà quale timore. Come se i lettori (l'accorato post lasciato dalla Taggi a più di un'ora dalla sua pubblicazione ha appena 1 "mi piace" ma ancora zero commenti...) o noi dovessimo farci abbindolare. E allora, cara segretaria, adesso parliamo noi. Anzi, parlo io.

1. Nel non nominarci mai, Taggi ci nomina un paio di volte ma dimentica di evidenziare un fatto. Non c'è alcuna stampa "nemica". Sulla stampa amica alla quale fa riferimento la segretaria, dovrebbe aggiornarsi un po' perché probabilmente neanche di stampa si tratta. Diciamo le cose come stanno.

2. La soffiata di oggi mentre loro "stavano lavorando", pensate un po', è arrivata da componenti alla Taggi ed ai suoi accoliti molto vicine. Una soffiata interna, cara segretaria. Una soffiata fatta senza dubbio a fin di bene per evitare impulsi eccessivi e comunicati che avrebbero sancito la definitiva fine del direttivo cittadino ed un commissariamento reale scomodo per tutti.

A proposito di soffiate: fa parte del nostro lavoro. Funziona così, segretaria. E se c'è qualche soffiata non corretta ce ne assumiamo, come sempre, la responsabilità e siamo pronti a smentire, rettificare, charire. Fughiamo l'ultimo dubbio, segretaria: quel famoso 31 ottobre quando lei ed il suo cerchio magico vi recaste da Emanuele Crestini a Frascati fornendoci uno degli scoop più divertenti dell'autunno, la nostra presenza fu assolutamente casuale. Nessuna soffiata in quella occasione. Visto che siamo in fase di "outing", le confesso: ci disse semplicemente culo.

3. Torniamo alla stampa "non amica". La nostra redazione non si è MAI sottratta al confronto né tantomeno a pubblicare comunicati, riflessioni o richieste di chiarimento o rettifica. MAI. Tantomeno la nostra testata ha mai negato interviste o interventi a Raffaella Taggi, a Linda Boccanera (che interpellata non ci ha neanche risposto, LEGGI l'articolo), a Mauro Fei.

4. Già, Mauro Fei. Lo abbiamo cercato quando Maurizio Querini, rispondendo ad una nostra intervista con estrema cortesia (LEGGI l'articolo) mi fece il favore di ridarmi il contatto telefonico dell'assessore ai Lavori pubblici. Con un'avvertenza: "Probabilmente non vorrà rispondere". E difatti a quel tentativo di contatto Mauro Fei neanche rispose alla telefonata (era il 15 gennaio).

Il 21 febbraio (LEGGI l'articolo), mi reco personalmente a Rocca di Papa per scattare foto e sentire i protagonisti della politica cittadina radunati con i propri gazebo a piazza Margherita. In quell'occasione mi ripresento a Mauro Fei al quale strappo una promessa (!!) di riuscire ad intervistarlo "dopo il 5 marzo". Fermo restando che Mauro Fei mi conosceva bene per essere stato il responsabile della testata "Nuovo Oggi Castelli", per essere stato il direttore responsabile dei primi numeri del giornale cartaceo "Il Grillo", per essere uno dei corrispondenti locali di numerosi giornali da anni. Ma ciononostante, dietro gli occhiali scuri, mi ha promesso di concedermi questa intervista.

Di Raffaella Taggi nel frattempo zero notizie, zero richieste di chiarimenti, nulla. Per quanto la segretaria abbia da tempo ogni mio contatto.

5. Il 5 marzo, dopo le 20 (ora di scadenza dei termini per presentare le candidature primarie), chiamo prima Marika Sciamplicotti per avere conferma della propria candidatura e poi a strettissimo giro Mauro Fei (LEGGI l'articolo). Mauro Fei una prima volta mi risponde, ignorando che fosse il sottoscritto a chiamarlo, quindi non risponde più. Per dieci volte. Nulla.

6. Ora mi chiedo: qual è questa stampa "non amica"? Una testata che ha ricevuto copiose richieste di pubblicazione mai evase? Una testata che non vi ha mai cercato? Ce lo dica, cara Taggi così per assistere all'ennesima mistificazione della realtà.

7. Raffaella Taggi, nella sua "renziana" ricostruzione dei fatti (ci dovrebbe spiegare come ha fatto a perdere l'appoggio di uno come Maurizio Querini, mai così schierato come in questa occasione...) ci accusa indirettamente di aver riportato notizie non vere seguendo soffiate o indiscrezioni. MAI la nostra testata ha ricevuto richieste di rettifica o chiarimento. MAI.

8. Ora, cara segretaria Taggi, ci piacerebbe rileggere insieme il passaggio in cui tenta ANCORA una volta di difendere lo scempio compiuto il 25 ottobre (LEGGI l'articolo). Invece di non nominare più quel vergognoso passaggio politico, la Taggi insiste nel rivendicarne la bontà e la paternità riempiendosi ancora la bocca di Matteo Renzi.

9. Quello che la Taggi fa finta di vedere è così evidente. Se c'è, in tutto il Pd roccheggiano, qualcuno che ha seguito alla lettera l'insegnamento democratico di Matteo Renzi quella è stata proprio Silvia Sciamplicotti che, noncurante dell'improvvido balzo in avanti di un direttivo appiattito su un candidato ben prima del tempo, ha iniziato la sua "scalata" interna. Come fece Renzi con Bersani fino a conquistare Palazzo Chigi. Davvero bizzarro che un'agiografa renziana come Raffaella Taggi non se ne avveda.

10. In tutto questo, di una cosa siamo lieti. Forse la soffiata amica (fatta dall'ala renziana, cara Taggi) ha impedito alla segretaria ed alla sua "ala" di fare sciocchezze e la nota pubblicata questo pomeriggio è il frutto di una riflessione matura. E ci fa piacere leggere, finalmente, un messaggio di unità.

Perché, cara segretaria Raffaella Taggi, il non rispetto delle regole non porta lontano. Ed il 20 marzo lo ha dimostrato ampiamente. Si fidi, per una volta, di una testata "non amica".

Ultima modifica ore 7,50 del 22/03/16

 



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