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Abusivismo, la linea di Marino: indennità di acquisizione e pubblica utilità. Colizza: "Legalità e salvaguardia"

26-03-2017

MARINO (attualità) - Il sindaco spiega: "Gli 850 euro chiesti alla famiglia attenzionata da Equi diritti non sono un canone di locazione ma una indennità di illegittima occupazione"

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Ieri il comitato Equi diritti aveva portato all'attenzione il caso di una famiglia di Marino la cui casa era stata acquisita a patrimonio comunale da palazzo Colonna con richiesta di 850 euro mensili per la "locazione" (LEGGI l'articolo).

"Come temevamo e denunciavamo da tempo, la scusa della tutela paesaggistica è stata colta al volo da amministratori poco attenti, per cercare di far casa, speculando sui drammi sociali", hanno denunciato quelli di Equi diritti.

Una vicenda sulla quale, inevitabilmente, interviene il sindaco di Marino Carlo Colizza che inquadra la questione fornendo una possibile strada che in via transitoria le Amministrazioni comunali possono adottare quantomeno per evitare le demolizioni.

"Diciamo subito che non si tratta di un "canone di affitto" ma che quella richiesta alla famiglia in questione così come alle altre 12 le cui abitazioni sono state acquisite a patrimonio pubblico è una "indennità di occupazione illegittima" secondo quanto deliberato dalla mia Giunta qualche settimana fa. E' evidente che si tratta di un provvedimento temporaneo e necessariamente sanzionatorio nei confronti di quelle persone che, secondo quanto disposto dalla Procura di Velletri alla luce delle sentenze di demolizione passate in giudicato avrebbero già dovuto abbattere le proprie case abusive".

Una fase, dunque, transitoria. In attesa di cosa? "L'intenzione della nostra Amministrazione comunale è quella di approvare una delibera di Consiglio comunale con la quale destinare il patrimonio proveniente dalle acquisizioni che stiamo eseguendo e che in tutto riguardano una trentina di alloggi, a pubblica utilità". Una delibera che supererebbe dunque quanto disposto dalla legge secondo la quale queste case dovrebbero essere destinate al sociale.

"A quel punto - chiarisce ancora meglio il sindaco Colizza - sarà possibile destinare queste abitazioni all'emergenza abitativa". Ed in sostanza consentire a chi ci vive di restare, pur da inquilini e non più da proprietari, nelle proprie case. "Il fine primario è quello di difendere la casa della gente e di non farla finire in mezzo ad una strada", dice ancora.

Acquisire tutto quanto acquisibile con tutte le difficoltà che ne verranno in termine di gestione di un patrimonio immobiliare pubblico che a quel punto sarà tutto in capo al Comune di Marino.

"La strada parallela - spiega ancora Colizza - è quella di una regolarizzazione urbanistica amministrativa a livello regionale. Va infatti evidenziato che la demolizione è una sanzione accessoria che come tale non è soggetta a prescrizione ma che allo stesso tempo può essere sanata da provvedimenti amministrativi". Una via senz'altro più lunga e che riguarda altri tavoli che non siano quelli comunali. "Nelle more di questa eventuale procedura, che riesca in qualche modo a sistemare le cose sul piano del nulla osta paesistico, i Comuni hanno l'obbligo di procedere ed in questo, voglio sottolinearlo, pur nella umana e doverosa vicinanza alle famiglie interessate, i sindaci sono dei semplici funzionari".

Anche Carlo Colizza, al pari dei suoi colleghi, è stato in Procura nei giorni scorsi. "Il procuratore ha espressamente rinnovato l'invito ad andare avanti secondo quanto indicato dalle leggi e le Amministrazioni comunali non possono né esimersi dal farlo né tantomeno derogare".

Il tema resta delicatissimo ma la strada individuata ed imboccata dall'Amministrazione comunale di Marino può essere da esempio quantomeno per non far finire in mezzo alla strada famiglie intere. "Allo stesso tempo però - conclude il sindaco Colizza - gli abusi parziali devono essere demoliti. Nel nostro Comune si tratta di una ventina di casi".



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