POMEZIA (cronaca) - Le ordinanze dei Comuni più prossimi al rogo colpiscono anche chi vive dei prodotti della terra. Intanto l'incendio non è ancora completamente domato
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La Eco X brucia ancora e lo farà probabilmente anche nei prossimi giorni seppur la colonna di fumo che si alza dalla ditta di via Pontina Vecchia, distrutta dal rogo divampato da venerdì mattina scorso, è sempre meno intensa (LEGGI l'articolo del 5 maggio).
I vigili del fuoco sono sempre al lavoro ma la sensazione è che il loro lavoro durerà ancora diversi giorni dal momento che mano a mano che i rifiuti verranno smassati, soprattutto se in presenza di vento, potrebbero riaccendersi alcuni focolai.
Nell'attesa che l'Arpa Lazio comunichi i risultati delle analisi effettuate in questi giorni sui campioni di aria prelevati nelle zone maggiormente vicine all'incendio, e nella certezza - come dichiarato ieri dalla sede di Albano Laziale dalla Asl Rm6 (LEGGI l'articolo) della presenza di amianto incapsulato nelle coperture dei capannoni divorati dalle fiamme, il dramma nel dramma è quello vissuto dai coltivatori delle zone di Ardea e Pomezia. Le ordinanze con cui il commissario prefettizio di Ardea Tedeschi ed il sindaco di Pomezia Fucci hanno recepito le indicazioni della stessa Asl Rm6 ed hanno sospeso la raccolta di ortaggi e prodotti della terra, limitando anche l'utilizzo di foraggi provenienti da queste zone (LEGGI l'articolo di ieri), hanno messo in ginocchio coltivatori e produttori.
E' solo, questa, una delle tante facce di una medaglia avvelenata della quale ancora non si conoscono né le dimensioni né tantomeno la composizione.