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Rocca di Papa: il primo Bilancio dell'éra Crestini è lontanissimo dalle promesse elettorali. Che figuraccia per l'Mdp, che botta per la Giannone

29-04-2017

ROCCA DI PAPA (attualità) - Ieri in Aula il documento di Previsione 2017: il nulla in fatto di progettualità e di prospettive. Dagli speranziani 8-emendamenti-8: manco uno era buono

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Eravamo stati facili, facilissimi profeti: c'era poco da attendersi voli pindarici, da sperare che qualcuno di quelli che in questi dieci mesi comandano al "Palazzo rosa" avesse trovato la luna nel pozzo. Macché: anzi, per la Tari - contrariamente a quanto fatto da altri Comuni - è arrivato anche l'aumento a gravare sulle tasche dei cittadini.

Il primo Bilancio di previsione dell'éra Crestini, quello 2017 (perché quello approvato nel luglio 2016, LEGGI l'articolo, era chiaramente ereditato dalla precedente gestione amministrativa, pur sana, come cantarono le carte), è lontano, lontanissimo dalle promesse fatte dall'allora consigliere di minoranza nella campagna elettorale. Altro che previsione di crescita: il Bilancio che la maggioranza ieri pomeriggio ha approvato in Aula è stato un previsionale tecnico che più tecnico non si può.

A oltre 10 mesi dalla vittoria elettorale, insomma, il documento di programmazione liquidato è privo di ogni impronta politica: lo avevamo ipotizzato ieri mattina e poi ecco puntuale la risposta tra i banchi. Una impronta nulla, senza anima, senza alcuno slancio né ipotesi di crescita se non quella di sperare che il progettone sulle antenne - portato a compimento da quel Bruno Petrolati del quale si sono da mesi perse le tracce - possa portare, come una sorta di sanatoria, soldi freschi nelle casse comunali. Quelle antenne che l'Amministrazione, per farle rendere, vuole posizionare su siti pubblici.

Il punto è però prettamente politico perché, come dimostrato ancora una volta, pur non in tranquillissime acque le casse comunali navigano in discreta salute. Anche qualora entrassero risorse reali, quale sarebbe il disegno politico? Quale la destinazione? Quale l'impronta che l'Amministrazione Crestini vorrebbe dare al suo mandato?

La certezza, unica, è che il nulla amministrativo, il vuoto programmatico di oggi è l'altra faccia di una medaglia che mostra eventi e spettacoli, panem et circenses (LEGGI l'articolo). Niente più.

Un Bilancio di previsione che, però, se la passa non male se è in grado di mantenere quel margine di manovra per tenere gli stipendi degli amministratori - contrariamente a quanto promesso - al massimo, di mantenere i collaboratori del primo cittadino (ai quali negli ultimi tempi si sono aggiunti nuovi lacché), tutto questo pur portando come detto a qualche aumento. Sulla Tassa dei rifiuti, ad esempio o sui loculi. Aumenti sonanti, sulle tasche dei cittadini. Di contro, ma tanto si tratta di fondi sostanzialmente regionali, non è cambiata la spesa sociale.

Insomma, un sindaco che è rimasto ordinatamente silente lasciando spazio ad altri non ha saputo dare alcuna anima al suo primo vero documento di programmazione economica.

Veniamo all'opposizione. Inutile insistere sulla posizione di Danilo Romei, da sempre costola della maggioranza e ieri astenutosi al momento del voto ma dopo una bella dichiarazione pro Crestini.

Imbarazzante la figuraccia incassata dal Movimento democratico progressista che, seppur animato da un ex sindaco (Pasquale Boccia, ieri assente - come spesso gli accade - dall'Aula) e dall'ex assessore al Bilancio Maurizio Querini, è riuscito a farsi bocciare dagli uffici tutti gli 8 emendamenti al Bilancio presentati nelle ore precedenti alla discussione in Aula. Bocciati dagli uffici prima e poi in Aula perché nonostante il "non placet" ricevuto prima del Consiglio, 3 degli emendamenti sono stati comunque portati in votazione per "tigna" e per evitare di passare per completi sprovveduti di una scena politica generale di modestissima levatura.

Emendamenti ovviamente bocciati in Consiglio pur col voto favorevole - caritatevole viene da credere - del Pd. Con tanto di "cazziata" da parte del sindaco. Un record.

Chiusura per la vicesindaca Veronica Giannone, affondata - politicamente parlando, ci mancherebbe - dai colleghi de "Il Segno" per una questione che ne acclarerebbe l'incompatibilità di ruolo. Questioni, pare, di abusi edilizi e di urbanistica.

Materia per palati fini dove, chiaramente, 99 voti non bastano a pensare di sbarcare lunario e uffici comunali.

 



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