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Un rilancio per il museo delle navi romane di Nemi. E il mistero di quell'incendio nel 1944 - VIDEO

06-04-2017

NEMI (attualità) - Ieri la direttrice del Polo museale del Lazio, Edith Gabrielli, ha illustrato i progetti in corso. Il tutto mentre si cerca la terza nave romana...

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Un museo che ha una grande particolarità oltre ad un innegabile fascino: quello di essere uno dei primi musei al mondo nato letteralmente attorno all'opera da conservare, proteggere ed esporre al pubblico.

Il museo delle navi romane di Nemi è in cerca di rilancio: se veramente esiste la terza nave e se veramente è grande quanto il suo "riscopritore" ipotizza, carte alla mano, allora lo scafo non entrerebbe neanche nelle due pur vaste navate della struttura realizzata negli anni '30 dello scorso secolo per ospitare le due navi "di Caligola" recuperate tra il 1928 e il 1932.

Mentre, insomma, nel lago si continua a cercare - dai giorni scorsi con maggiore intensità ed attrezzature potenziate - la ormai famigerata "terza nave" (LEGGI l'articolo di ieri, VEDI le foto, VEDI i video), la direzione del Polo museale del Lazio sta pensando anche ad un rilancio del museo.

Proprio ieri, la direttrice del Polo Edith Gabrielli, presente a Nemi nel corso della giornata di dimostrazione delle attività di ricerca in corso, ha fornito qualche indicazione sull'attenzione che l'istituzione museale sta riversando sul complesso nemese.

"Stiamo dedicando un'attenzione molto serrata su questo museo, che come detto è un caso da manuale. Un museo nato per ospitare le navi romane ed un evento calamitoso l'ha privato del bene che doveva ospitare. Stiamo dunque lavorando su un doppio livello di manutenzione ordinaria e straordinaria e su un progetto di valorizzazione di questa struttura".

E ancora: "Va ripensata la missione di questa struttura che deve dunque avere una propria nuova convocazione".

L'INCENDIO DEL 1944 - A margine dell'attività in corso e del recupero funzionale di un museo di eccezionale impatto ma di davvero scarsa operatività, torna il mistero dell'incendio avvenuto nella notte tra il 31 maggio e il 1 giugno 1944. Il momento storico è quello di una Seconda guerra mondiale prossima alla fine, almeno per l'Italia: dopo lo sbarco alleato sulle coste di Anzio, gli americani ed inglesi risalgono verso Roma e la stringono. A Nemi, nella valle del lago proprio nei pressi del museo ci sono delle batterie di artiglieria dei tedeschi per però si ritirano proprio il 31 maggio. L'incendio, secondo quando rilevato dalla commissione ad hoc costituita in seguito, scoppia verso le 22 della notte a tedeschi teoricamente ormai lontani. L'origine è subito valutata dolosa e proprio le truppe germaniche in ritirata vengono considerate responsabilit.

Non da tutti, però. Se la versione data per buona è quella sopra riportata, ce n'è una certamente meno politicamente corretta che potrebbe vedere i partigiani locali responsabili del rogo.

Cosa può suffragare questa ipotesi? Dopo l'incendio delle parti in legno non resta nulla ma le navi comprendevano anche molti chiodi ed altre parti in rame e bronzo che invece vengono trovati, integri, sul posto. A scomparire è invece completamente il piombo che a quanto pare per la commissione d'inchiesta è "evaporato".

La chimica avvalora dunque l'ipotesi meno nobile: quella cioè che siano stati i partigiani, o chi per loro, a tedeschi ormai lontani e - come accertato dalla commissione stessa - al relativo riparo dalle bombe alleate a prelevare, nel momento del fuggi-fuggi e del vuoto di controllo, il piombo che rivestiva come strato esterno gli scafi.

Il rame fonde a 1.085°C, temperatura che dunque - se non localmente - non può essere stata raggiunta dal rogo. Di contro il piombo fonde a 327,5°C ma se il rivestimento degli scafi fosse stato fuso, a terra sarebbero stata trovata un'ingente quantità di metallo fuso. Dalle foto e dai rilievi non risulta ce ne fosse. Tanto che il piombo è dato per evaporato, quando in realtà il punto di ebollizione del piombo è a 1749°C, quasi 700°C più elevato del punto di fusione del rame. Dunque il piombo è scomparso. Rubato? Prelevato? Raccolto? Da chi? Per farne cosa?

Forse pallottole o semplicemente per essere rivenduto in tempo di guerra.



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