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Elezioni Frascati: Fiasco "ricuce" il centrodestra. Altrove scena fluida, ma per poco ancora

15-03-2017

FRASCATI (politica) - Sul leader di "Frascati futura" pronti a convergere anche "Fratelli d'Italia" e "Noi con Salvini". Nel "centrosinistra" braccio di ferro in atto

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Quasi "senza volerlo" ma non certo a sua insaputa Mirko Fiasco è ad un passo dal compiere quello che gli era sfuggito, per vari motivi, 3 anni fa: riunire il centrodestra frascatano, seppur nei simboli di partito e non, inevitabilmente, nelle singole entità. Alcune delle quali sostengono un altro candidato.

L'uomo di "Frascati futura", il primo tra gli aspiranti sindaco a presentarsi lo scorso 4 febbraio (LEGGI l'articolo), partito da posizioni decisamente civiche potrebbe trovarsi ad avere con sé non solo il simbolo di Forza Italia, da cui proviene e dal quale non si è mai separato, ma anche i "Fratelli d'Italia" e pare pure quel "Noi con Salvini" che però a Frascati non ha alcuna declinazione.

Dovesse andare in porto, sarebbe un piccolo capolavoro che consentirebbe all'ex consigliere di minoranza di candidarsi alla corsa per un ballottaggio che, inevitabile, al momento non vede davvero favoriti,

Nel vasto, vastissimo panorama del centro-centrosinistra la scena è sempre particolarmente incasinata. Perché il Pd, Frascati in comune, Fare per Frascati e le altre forze delle coalizione restano fermi sul proprio punto: su Franco Posa zero possibilità di convergenza. Tanto che Lello Pagnozzi, che proprio venerdì scorso aveva anticipato la propria disponibilità a gettarsi nell'agone (LEGGI l'articolo) potrebbe comunque scegliere di andare avanti nonostante quanto comunicato dalla coalizione a sostegno di Posa che ne ha ufficialmente, proprio ieri, chiesto la candidatura diretta.

Coalizione, quella di Posa, nella quale - come però anche nel Pd - lo scontro tra "falchi" (quelli che vogliono la candidatura dell'ex sindaco crolli il mondo) e "colombe" (coloro che sono aperti nei confronti del Pd) potrebbe risolversi in una spaccatura del fronte. Dove poi è ormai ben evidente che i "falchi" - in numero maggiore - siano essenzialmente, da Mario Gori a Roberto Eroli, da Damiano Cimmino ad Alessandro Adotti, esponenti provenienti dal centrodestra seppur ormai da "cani sciolti".

Del gruppo di Roberto Mastrosanti, d'altra parte, da settimane non si hanno notizie.

Insomma: soprattutto se dovesse passare la linea dell'election day per il 28 maggio con accorpamento di referendum per i vaucher ed elezioni Amministrative (difficile ma non impossibile), è evidente che i tempi siano drammaticamente stretti. Ed il rischio che il braccio di ferro lasci "morti" sul campo sempre più alto.



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