Frascati: il Pd all'ultimo bivio. Posa alza il tiro, centrosinistra ad un passo dall'ultimo suicidio
15-02-2017
FRASCATI (politica) - Mastrosanti sembra aver definitivamente chiuso ad ogni possibile alleanza, il rischio che ognuno vada per conto proprio nella bocca dei 5 stelle è sempre più forte
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Siamo a metà febbraio ed il Partito democratico, inevitabilmente in apnea per quello che sta accadendo a livello nazionale, non ha ancora un proprio candidato sindaco. Tre anni fa, di questi tempi, il Pd aveva già fatto intendere i propri movimenti con chiarezza: Alessandro Spalletta si era lanciato in campo il 17 gennaio 2014 (LEGGI l'articolo), il 9 febbraio poi si era presentato ufficialmente con la benedizione del Pd ed il successivo 9 marzo avrebbe vinto - di un soffio - le elezioni Primarie.
Quest'anno di Primarie non si parla neanche, da nessuna parte, non si conosce è vero la data esatta delle Elezioni (ma difficilmente si andrà oltre la metà di giugno) ma il Pd brancola ancora nel buio.
La mannaia nazionale pesa e manco poco: non è neanche detto che il simbolo del partito fondato nel 2007 dalla fusione fredda di Ds e Margherita sia destinato a sopravvivere a se stesso e dunque non è neanche detto che il simbolo che tutti oggi conosciamo sia destinato a compatire alle prossime elezioni Amministrative.
Di fatto, però, la lunga ricerca di una quadra e di un candidato rischia di concludersi con una estenuante contrattazione con i possibili alleati. Chiusa ogni possibile porta di dialogo con Roberto Mastrosanti (per il quale sarebbe impossibile far accettare ad alcuni dei suoi soldati una ipotetica bozza di accordo con l'odiato Pd. Di odio si parla, sì), l'unico interlocutore d'area è Franco Posa ed il suo gruppo.
L'ex sindaco è convinto di essere l'uomo giusto al momento ed al posto giusto. Al suo fianco Posa avrebbe almeno 3 liste pronte - si dice - ed una quarta a buon punto: con lui, l'ex primo cittadino ha anche il gruppo di Roberto Eroli e quello di Alessandro Adotti che però con ogni probabilità si sfilerebbe in caso di accordo col Pd.
Allo stesso modo, il Pd potrebbe perdere quelle forze contigue con le quali è già in parola e che però non accetterebbero la candidatura a sindaco di Franco Posa.
Il centrosinistra è in un cul de sac.
Nel frattempo, come visto e come descritto due giorni fa, il gruppo di Posa ha lanciato la pagina Facebook "Rivogliamo Posa sindaco di Frascati" con la quale, molto chiaramente, alzare l'asticella della posta in palio.
A tirare per il bavero il Pd, che in questi giorni parte anche coi tavoli di lavoro programmatici, ci sono anche quelli di "Frascati nostra", associazione politica creata anni fa da Sandro D'Orazio, Giuseppe Privitera e Vincenzo Conte: il gruppo, a quanto pare, si vedrà per una cena venerdì 17 e l'intento ormai chiaro è quello di riuscire a far breccia nel Pd per tentare la candidatura a sindaco proprio di Conte.
"Non se ne parla", avrebbe risporto qualcuno del Pd. E così il Partito democratico è al bivio finale: chiudere una vasta alleanza o andare per conto proprio? Con la segretaria Francesca Sbardella, o con gli ex assessori Matteo Filipponi o Ercole Zangrilli?
L'ormai ex centrosinistra frascatano è sull'orlo del baratro perché è evidente a tutti che presentarsi alle elezioni con 3 candidati d'area significherebbe inevitabilmente riuscire al più a promuoverne uno solo al ballottagio dove lo sfidante potrebbe essere il Movimento 5 stelle. Avversario letale per tutti al secondo turno.
Vivere (governare) o morire (uscire di scena): accezione che vale per tutti i protagonisti della scena amministrativa di Frascati degli ultimi 20 anni.
Le rocche sulle quali si trovano assisi oggi Roberto Mastrosanti, Franco Posa ed il Pd (ed i rispettivi gruppi) non sono mai state come in questo momento simili a torrette di sabbia. Pronte a sciogliersi alla prima ondina a 5 stelle.