Ricerca nell'archivio:

Il Giorno della Memoria, la difficile lezione da insegnare ai giovani, i nuovi muri: il ricordo non basta

27-01-2017

FRASCATI (attualità) - In molti comuni dei Castelli romani celebrata la ricorrenza

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

Il 27 gennaio 1945 i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz si aprirono alle truppe dell'Armata Rossa. La liberazione dei prigionieri rimasti in vita svelò la più immane tragedia del Novecento, nata dentro l'orrore di una guerra sanguinaria che aveva ridotto l'Europa in un cumulo di macerie. Per questo, il 27 gennaio è diventato il ''Giorno della Memoria'', dedicato alla commemorazione di tutte le vittime dell'Olocausto e alla riflessione.

Nei Castelli romani molti Comuni, sopratutto attraverso la partecipazione degli istituti scolastici, stanno celebrando la ricorrenza in queste ore e lo faranno nei prossimi giorni. I campi di concentramento, l'eliminazione dell'altro per diversità religiosa, etnica o culturale, sono stati soltanto i lasciti più conosciuti del massacro, perché poco si sa di ciò che accadde intorno, della persecuzione quotidiana avvenuta nelle strade e nei quartieri. Qualsiasi sterminio, infatti, prima di palesarsi, ha avuto sempre il suo precedente culturale e di propaganda, non è mai nato dal nulla ed ha avuto, purtroppo, il sostegno silenzioso di milioni di individui, i quali, coscienti o meno, hanno assistito alla fine di milioni di essere umani individuando solo a fatti avvenuti la tragicità dello spettacolo che non avevano compreso. E' uno degli aspetti della cosiddetta ''banalità del male'', per dirla con Hannah Arendt, che non si è conclusa con quella stagione. Una storia rimasta in secondo piano, che attraverso queste giornate dovrebbe essere approfondita per rendere più partecipi i giovani, i quali tendono a vedere le cose troppo passate come fenomeni irripetibili e lontani, figli di un'epoca costituita da esseri meno sensibili di oggi e culturalmente poco progrediti. Ma basta andare al di là del mare, più a sud, per rendersi conto che l'umanità è ancora capace di maturare il germe del male. O basta sfogliare brevemente un libro di storia europea per finire ad est, nella Ex Juogolavia, all'inizio degli anni novanta, per tornare inorriditi da un viaggio della paura e del terrore.

Tutto torna o può tornare, sotto altre forme, se non si riconosce più la percezione del pericolo. L'Olocausto, ciò che viene ricordato oggi, provocò la morte milioni di persone. Sembrava il termine dell'inferno ed invece siamo, come genere umano, stati capaci di creare altri genocidi, altre persecuzioni, altri esodi, altri morti. Per odio etnico, per faida politica.

Il muro dell’ex ghetto di Cracovia, rimembrato in queste ore, non è diverso da quello che sorse nel cuore dell'Europa negli anni sessanta, da quelli eretti nel medio-oriente, nella democratica America. Tutto ciò, dunque, non è una storia del passato, ma del presente. Racconta di noi, delle agitate cronache del mondo moderno. Mettere dunque i più giovani in guardia, proprio loro che sono sempre più distratti dalla tecnologia e dalla velocità in cui tutto passa con un post (e la cosa più sbagliata è rendere loro il ricordo dei fatti un esercizio meccanico e ripetitivo), è l'unica via per pensare che il domani possa essere un luogo di dialogo, di confronto e di pace. Non ridotto al proprio orticello conveniente, ma esteso a tutti gli uomini di buona volontà.



Il Mamilio || Proprietario ed Editore: Associazione Territorio || Direttore Responsabile: Marco Caroni || Redazione: Via Enrico Fermi 15, 00044 - Frascati (Rm) - tel. 331.91 88 520 Quotidiano Telematico di informazione www.ilmamilio.it || Non si riconosce alcun compenso o attestazione per articoli e foto pubblicate anche se firmate, salvo differenti accordi scritti particolari Registrato al Tribunale di Velletri n. 14/10 del 21/09/2010 - Copyright © 2024