Rocca Priora | Farnie del Cerquone tra gli alberi monumentali d’Italia

Pubblicato: Giovedì, 19 Ottobre 2023 - redazione attualità

ROCCA PRIORA (attualità) - due gli esemplari inseriti nell'elenco del Masaf

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Due gli esemplari censiti e inseriti nell'elenco del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf).

Due Farnie presenti nel bosco del ‘Cerquone’, sono state di recente inserite nell’elenco aggiornato degli alberi monumentali d’Italia, pubblicato dal Masaf, entrando a far parte dei nuovi 320 “patriarchi verdi”, che nel 2023 vanno ad ampliare il patrimonio degli alberi monumentali d’Italia.

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Si tratta di esemplari che si contraddistinguono per il loro valore biologico ed ecologico, sulla base dell’età, dimensioni, morfologia, rarità della specie o habitat per alcune specie animali, ma anche per l’importanza dal punto di vista storico-culturale e per la loro capacità di caratterizzare il paesaggio sia in termini estetici che identitari.

Il bosco del Cerquone è un bosco misto composto prevalentemente da Farnia, Cerro e Carpino bianco (con molto Nocciolo nel sottobosco) che rappresenta una delle cenosi residuali più intatte e di maggior pregio naturalistico nel Parco dei Castelli Romani. Fa parte della ZSC (Zona speciale di Conservazione) “Cerquone-Doganella”, della “Rete europea Natura 2000”, volta a garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

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La Farnia fra le specie preponderanti all’interno del bosco, cresce lentamente, ed è un albero caducifoglio molto longevo che può vivere fino a 10 secoli, raggiungendo un’altezza che supera i 30 metri. Il nome scientifico è Quercus robur (o Quercus pedunculata), e appartiene alla famiglia delle ‘Fagaceae’. Un albero apprezzato per la qualità del legno da sempre utilizzato in falegnameria; i suoi frutti, le ghiande, sono utilizzate come alimento per i maiali. Predilige i terreni profondi, freschi, fertili, con buona disponibilità idrica per tutto l'anno, anche con falda freatica superficiale. Nei mesi invernali l'apparato radicale sopporta anche per 2-3 mesi la sommersione.

Il tronco robusto tende ad allargarsi alla base, la corteccia nei primi anni di vita liscia e grigia, diventa bruna con profonde fessure longitudinali, la chioma piuttosto ampia si sviluppa su rami massicci, nodosi e contorti. Le foglie semplici e alterne, si presentano di forma lobata a lamina obovata, asimmetriche alla base e slargate nella parte superiore, il picciolo quasi assente, è nascosto dalla base della lamina che si prolunga in due orecchiette. Fiorisce in primavera e la fioritura è contemporanea alla comparsa delle foglie; i fiori maschili sono giallognoli, quelli femminili si trovano su lunghi peduncoli.

Nel Parco dei Castelli Romani, oltre i maestosi esemplari del Cerquone, se ne trovano alcuni nell’area limitrofa dei Pratoni del Vivaro e in zona Colli della Molara.

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