Grottaferrata | La strage di Ciaculli: il giorno che la mafia tinse i mandarini di rosso

Pubblicato: Sabato, 13 Maggio 2023 - redazione cultura

presentazione strage ciaculli ilmamilioGROTTAFERRATA (cultura) - Questo pomeriggio la presentazione del libro di Marino Fardelli che ripercorre i fatti dell'eccedio alle porte di Palermo di 60 anni fa nel quale persero la vita 7 servitori dello Stato

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A 60 anni esatti da quella che è stata identificata come la prima strage di mafia, un vero attacco allo Stato - la strage di Ciaculli - il lavoro di ricostruzione e memoria compiuto da Marino Fardelli arriva a colmare una ormai antica lacuna storica.

Era il 30 giugno 1963 quando una Giulietta imbottita di esplosivo faceva saltare in aria, uccidendoli, 4 carabinieri, un poliziotto e due militari alle porte di Palermo, in quella frazione di Ciaculli nota per le sue profumate coltivazioni di mandarini. "Mandarini che - spiega proprio l'autore - da quel giorno a Palermo furono rossi per il sangue delle vittime innocenti ma anche per la vergogna dello Stato che all'epoca non seppe trovare i responsabili dell'eccidio".

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Nella strage persero la vita tenente dei carabinieri Mario Malausa, il maresciallo di P.S. Silvio Corrao, il maresciallo dei CC Calogero Vaccaro, gli appuntati Eugenio Altomare e Marino Fardelli, il maresciallo dell'esercito Pasquale Nuccio e il soldato Giorgio Ciacci.

"L'episodio di sangue - spiega ancora l'autore del libro edito da Gemma - si inserisce nel quadro dello scontro di mafia tra palermitani e corleonesi, tra cittadini e contadini, culminati poi col cosiddetto "sacco di Palermo", la cementificazione della città. A seguito di quell'eccidio, iniziò davvero a lavorare la commissione parlamentare antimafia che era stata istituita nel dicembre 1962 ma che fino a quel momento aveva fatto poco. Nei mesi successivi vennero arrestati 114 mafiosi tra i quali Riina, Provenzano, Greco e Liggio: tutti assolti nel processo di Catanzaro del 1968, per insufficienza di prove". 

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Di una delle vittime, Marino Fardelli porta lo stesso nome. "Era mio zio, aveva appena 20 anni (foto qui sotto) ed era da pochi mesi stato destinato a Palermo dopo il corso a Torino. Come me era originario di Cassino e purtroppo è stato stroncato nel fiore degli anni".

L'eccidio avvenuto nelle campagne di Palermo si consuma nelle stesse ore in cui in San Pietro viene eletto Papa Paolo VI, Giovanni Battista Montini. Faceva caldo, era estate e la strage di Ciaculli in qualche modo conferma il macabro detto secondo il quale "la mafia uccide (soprattutto) d'estate".

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La memoria, il ricordo ma anche la voglia di giustizia da parte dei famigliari delle 7 vittime, portarono nel 2011, a quasi 50 anni dai fatti, all'assegnazione ai caduti di 7 medaglie d'oro al valor civile da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

"Oggi - spiega ancora Fardelli - servo lo Stato in qualità di difensore civico al Consiglio regionale del Lazio. A spingermi a realizzare questa opera, che vuole in primissima istanza ricordare una strage poco conosciuta e dare l'onore che meritano alle vittime, è stata il forte senso di legalità ed istituzioni che mi caratterizza".

Oggi il libro di Marino Fardelli viene presentato, alle ore 18,30, nella sede comunale di palazzo Grutter, nell'ambito della lunga rassegna letteraria in corso.

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