Urbano VIII, il Papa del bello e del potere. Maffeo Barberini, la mostra che ne celebra i 400 anni dall'elezione a Papa

Pubblicato: Sabato, 29 Aprile 2023 - Marco Caroni

urbanoVIII 1 ilmamilioROMA (cultura) - Fino al 30 luglio a palazzo Barberini l'esposizione che celebra una delle famiglie più potenti della Città eterna

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Ingombrante, ricco e famoso Maffeo Barberini da Barberino Val d'Elsa, era uno dei personaggi più in vista della Roma bene anche prima di salire al soglio di San Pietro.

Eletto al 37° scutinio grazie al voto di 50 dei 54 cardinali presenti nel Conclave successivo alla morte di Gregorio XV, il nuovo Papa Urbano VIII prende il nome da quell'Urbano VII che con appena 12 giorni era stato, 33 anni prima, il Papa dal pontificato più breve di sempre, appena 12 giorni.

In epoca contemporanea il pontificato più breve è stato come noto quello di Giovanni Paolo I, nel 1978, durato appena 33 giorni.

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Corre il 1623 quando, morto da poche settimane Gregorio XV, Maffeo Barberini da personaggio pubblico, protagonista di una carriera ecclesiastica folgorante (era stato nominato cardinale dopo appena due anni di sacerdozio) ed erede dell'impero dello zio Francesco Barberini, mercante e protonotario apostolico, balza sulla poltrona più importante dello Stato della Chiesa.

 

A 400 anni esatti dall'elezione a Papa, fino al 30 luglio una suggestiva mostra ospitata proprio nelle stanze dello spendido palazzo Barberini a Roma (un edificio firmato da Maderno e Bernini) ne descrive le opere e la vita.

Urbano VIII non è un Papa qualsiasi, è anzi uno di quelli che a Roma - e non solo - ha lasciato il segno. Non tanto per l'abnorme numero di Giubilei indetti dal 1625 ma soprattutto per la realizzazione della nuova Basilica di San Pietro, per l'abbelllimento - operato sostanzialmente con i marmi del Colosseo... - delle chiese e delle basiliche capitoline, per la fontana del Tritone nell'attuale piazza Barnerini (firmata dal Bernini) e, fuori Roma, per la fortificazione del Porto di Civitavecchia e per la realizzazione della Ville pontificie di Castel Gandolfo.

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Urbano VIII non è particolarmente amato dai romani, dal popolo: fine letterato, vessa la plebe con tasse e balzelli per finanziare gli abbelliimenti per la città a gloria sopratrutto della sua persona e della sua famigia.

La mostra in corso in questi mesi, "Urbano VIII - l'immagine sovrana", ben rende il senso del lusso e della bella vita che il pontefice fiorentino coltiva.

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Nell'esposizione, tra gli altri, trova posto anche un ritratto di Galileo Galilei. I rapporti tra Maffeo Barberini e lo scienziato pisano erano stati inizialmente cordiali salvo poi, nel momento in cui Galilei aveva sposato con maggior esposizione le teorie copernicane eliocentriche, divergere. Galilei riesce a salvare la pelle abiurando alle proprie convinzioni, senza che il Papa muova un dito, e comunque riuscendo ad evitare l'incriminazione per esesia.

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Mecenate e controverso, amante del bello e chiacchierato, Papa Urbano VIII lascia a Roma ed alla sua provincia un'ingente eredità testimoniata dallo stemma di famiglia, le 3 api. Uno stema mutuato da quello originario, come originario era il cognone della famiglia, Tafani, poi mutato - anni prima della nascita di Maffeo - in Barberini.

La mostra ben rende il senso di potere che il Papa e la sua corte seppero esercitare su una Roma ancora pienamente avvolta negli scontri tra famiglie e potentati. Papa Barberini (famiglia che aveva tra quelle rivale i Farnese di Paolo III, il Papa che fortificò Frascati e la elesse al rango di città) regnò lunghi 21 anni: due decenni che Roma non ha mai dimenticato.

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