VICENDE - Enrico Ferri: il socialista che amò la retorica, la scienza, il Regno e Rocca di Papa

Pubblicato: Mercoledì, 12 Aprile 2023 - redazione attualità

ferri enrico ilmamilioROCCA DI PAPA (vicende) - Un personaggio a tratti contraddittorio ma piena espressione di un Socialismo storico parzialmente culminato col fascismo

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Il 12 aprile 1929 si spegneva a Roma Enrico Ferri, politico, scrittore, giornalista e criminologo. Nacque a San Benedetto Po, in provincia di Mantova, da una famiglia di media agiatezza. Compiuti i primi studi nel paese d’origine, divenne alunno del filosofo positivista Roberto Ardigò al liceo classico “Virgilio” di Mantova e in seguito di Pietro Ellero presso la facoltà di Giurisprudenza all’Università di Bologna, dove si laureò nel 1877 con una tesi su La teoria dell’imputabilità e la negazione del libero arbitrio.

Ferri completò la sua formazione seguendo le lezioni di medicina legale di Cesare Lombroso, da molti studiosi considerato come padre della criminologia moderna e fondatore dell’antropologia criminale; dopo essere stato allievo del Lombroso, il Ferri lavorò dapprima come assistente e poi come professore di Diritto penale. I suoi studi rappresentarono la base del codice penale argentino del 1921.

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Fu tra i fondatori della scuola positivista; è in questo periodo che il Ferri fece propria la definizione di “Sociologo Evoluzionista”, per conciliare la sua posizione politica alla teoria evoluzionistica di Darwin, un’etichetta che lo accompagnerà per tutta la vita.

Di professione era avvocato e raggiunse una certa notorietà nel momento in cui patrocinò la difesa dei contadini mantovani che avevano animato il moto di ribellione denominato “La boje”, concluso con l’assoluzione grazie alle arringhe del Ferri.

Nel 1893 aderì al Partito Socialista Italiano, su posizioni moderate. Collaborò con diverse testate di ispirazione socialista tra cui La Martinella e fu direttore della rivista Il Socialismo dal 1902 al 1905; con la crisi di fine Ottocento, culminata nella strage di Milano eseguita dal generale Fiorenzo Bava Beccaris e la conseguente stretta repressiva ordinata dall’allora capo del Governo, il generale Luigi Pelloux, il Ferri si trova ad assumere la carica di direttore dell’Avanti!, quotidiano socialista, dal 1903 al 1908.

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A ciò affiancava l’attività di partito in cui assunse una posizione di assoluta intransigenza, contrario ad ogni alleanza elettorale con gli altri partiti, una posizione che lo porterà per anni a contrapporsi alla linea riformista del partito incarnata da Leonida Bissolati e Claudio Treves. Dopo il 1908, anno in cui lasciò la direzione del quotidiano Avanti! al timone di Oddino Morgari, abbandonò per un periodo l’Italia per tenere delle conferenze in America del Sud. Nel 1911 espresse apprezzamento per l’intervento italiano in Libia, in seguito a ciò uscì dal Partito Socialista Italiano. Neutralista durante la Grande Guerra, fu rieletto di nuovo deputato nelle file del PSI alle elezioni del 1921.

Negli ultimi anni della sua vita il Ferri si avvicinò al regime fascista di Mussolini, che lo gratificava nominandolo senatore del Regno nel 1929, pochi giorni prima della sua dipartita.

Un personaggio molto influente Enrico Ferri, che ha incarnato in pieno le contraddizioni del Socialismo italiano, le quali hanno impedito al partito di avere un ruolo storicamente più fattivo nella storia del nostro Paese; sempre a metà strada tra la concezione teorica sul modo di risolvere la questione sociale e la sua attuazione pratica, interpretata troppo spesso in modo soggettivo e personalistico.

A Rocca di Papa vi è un viale intitolato all’insigne giurista, che collega piazza della Repubblica a viale Madonna del Tufo, dove all’incrocio tra le due vie sorge la villa dove era solito alloggiare il Ferri. Sua l’epigrafe riportata su una lapide in ricordo di Leonida Montanari, esponente del Risorgimento e medico condotto a Rocca di Papa, posta sulla facciata delle scuole comunali di corso della Costituente:

Di qui / il medico cesenate / Leonida Montanari / col pensiero a una grande inferma / vide rosseggiar su Roma / la libertà / morte benedì le loro nozze / sul romano suolo che gli fu bara / ora e sempre vigile / tremi né cuori nuovi / la fiamma eroica del sacrificio”.

Oggi ricordiamo un uomo di grande fascino e di notevoli abilità retoriche, un grande avvocato – fu lui che difese nel 1927 Violet Albina Gibson, la donna iralndese che aveva attentato alla vita di Benito Mussolini – un uomo contraddittorio, ma con un faro unico da perseguire con sagacia: la scienza positivista al servizio della povera gente per tentare di risolvere la questione sociale.

di Flavia Santangeli

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Commenti  

# franco antonucci 2023-04-12 12:20
Grazie per aver soddisfatto la mia curiosità. Da sempre mi chiedevo chi fosse questo Ferri a cui era intitolato il viale della biblioteca. Pensavo addirittura, dal cognome che fosse di origine roccheggiana e invece...Grazie mille, Flavia
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