La festa del Papà e i bignè di San Giuseppe nella tradizione romana
Pubblicato: Venerdì, 17 Marzo 2023 - Remo SabatiniROMA (attualità) - La festa del Papà, a Roma e dintorni, vede protagonisti i famosi "bignè di San Giuseppe"
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Si avvicina il 19 marzo e come da tradizione in Italia si ricorda la Festa del Papà.
La precisazione non è superflua perché in realtà questa ricorrenza non si festeggia ovunque nello stesso periodo.
Ad esempio in Giappone la festa viene celebrata il 18 giugno, in Germania il 18 maggio, mentre in Russia è stata introdotta solo di recente su volere del presidente Putin, con l'intenzione di rafforzare l'idea di famiglia tradizionale. La sua collocazione è la terza domenica di ottobre.
Nel nostro calendario l'abbinamento è dovuto al ricordo cristiano di San Giuseppe, padre di Gesù, il cui ricordo è fissato il 19 marzo.
Accanto a questa festa, come spesso capita, troviamo abbinate delle tradizioni gastronomiche dolci o salate.
Nel caso specifico a Roma e dintorni la festa del Papà vede protagonisti i famosi "bignè di San Giuseppe".
Sembra che la diffusione di questo dolce risalga addirittura al medioevo, con la corporazione dei falegnami (categoria cui apparteneva lo sposo di Maria) particolarmente attivi nel posizionare dei banchetti in tutti gli angoli della città per vendere il gustoso dolce.
Epicentro della festa, neanche a dirlo, la piccola e antichissima chiesetta di San Giuseppe dei Falegnami, posta alle pendici del Campidoglio, presso il Clivio Argentario.
Nello spazio antistante alla chiesa avveniva la vendita dei bignè, il cui ricavato veniva destinato alle necessità della Confraternita.
All'inizio i dolci erano solo fritti, con la versione al forno introdotta solo negli anni più recenti.
La chiesa di San Giuseppe dei Falegnami è famosa anche perché nei suoi sotterranei ospitava una delle prigioni più celebri del mondo Romano antico, il Carcere Mamertinum.
In questo luogo, tuttora visitabile, sarebbero stati imprigionati, tra gli altri, gli apostoli Pietro e Paolo, il re dei Numidi Giugurta e addirittura il re dei Galli Vercingetorige, il condottiero sconfitto da Giulio Cesare in persona le cui gesta sono narrate nel celebre "De Bello Gallico".
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