Cultura | Margherita Sarfatti, gloria e caduta di un'intellettuale fascista. Il libro di Siniscalchi

Pubblicato: Venerdì, 20 Gennaio 2023 - redazione cultura

novecentoGROTTAFERRATA (cultura) - Questo pomeriggio la presentazione a palazzo Grutter. "Una figura centrale nella cultura di quegli anni"

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Quella di Margherita Sarfatti è una figura chiave per comprendere la cultura fascista e, allo stesso tempo, la figura simbolo di come - l'insegnamento della vicenda umana di cui tratta - il fallimento del fascismo sia tutto nel come abbia saputo divorare i suoi figli migliori.

Ad indagare la figura di Margherita Sarfatti, cosmopolita, intellettuale, mecenate, nazionalista e, appunto, fascista, è il nuovo libro firmato da Claudio Siniscalchi, studioso di storia contemporanea che questo pomeriggio nella sala conferenze di Palazzo Grutter a Grottaferrata ha presentato la sua opera, edita da Altaforte.

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"La parabola di Margherita Sarfatti - spiega proprio l'autore - attravera la prima metà del XX secolo, dal 1910 al 1938. Una vicenda legata a doppio mandato con quella di Benito Mussolini, da direttore dell'Avanti!, giornale socialista nel quale i due si incontrano, diventano amici, confidenti ed avanti, sino alla fondazione del "Popolo d'Italia" ed agli anni del fascismo".valeriani banner1 ilmamilio

"La Sarfatti - prosegue - è una delle figure centrali della cultura fascista: nel cenacolo da lei fondato, che portò il nome di '900, si incontrarono artisti, letterati, architetti che dettarono le forme di quegli anni. Margherita fu una organizzatrice di eventi e di mostre moderna, per come la intendiamo oggi".

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Quando il fascismo diventa regime duro, la Sarfatti - che mantiene intatte le sue idee ed il suo forte nazionalismo, si allontana via via da Mussolini. Fino al 1938, quando per colpa delle leggi razziali  anche lei, di origine ebraica ma convertita, deve abbandonare l'Italia e si rifugua in sud America tra Uruguay ed Argentina. "Quelli sono anni di esilio, difficili, che si concludono nel 1945 con la pubblicazione di un libro "Mea culpa", nel quale l'intellettuale - che era sempre stata contraria all'alleanza con la Germania convinta che avrebbe portato l'Italia alla rovina - prende una certa distanza dal regime. Il libro non è però mai stato tradotto in italiano. Nel bel Paese torna nel 1947, quindi si divide tra Roma e Cavallasca (Como), dove muore nel 1961".

 

"Margherita Sarfatti - conclude Siniscalchi - è una figura centrale nella cultura fascista soprattutto quando si voglia intendere ciò che il fascismo, al di là dell'apparato, del regime e del partito, sia stato in quegli anni del '900".

Novecento. Fascismo, America e arte in Margherita Sarfatti, Altaforte editore, 2022.