"il Manifesto" è ancora geniale: "Santo dubito". Il rapporto con Benedetto XVI era e resta ipercritico

Pubblicato: Sabato, 07 Gennaio 2023 - redazione attualità

santo dubito ilmanifesto ilmamilioROMA (attualità) - Il quotidiano comunista romano ieri ha pubblicato in prima pagina un titolo che si inserisce a gamba tesa nel serrato dibattito (che cela uno scontro di poteri in Vaticano) sulla presunta santità di Papa Ratringer

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Non c'è mai stata una particolare sintonia tra il Manifesto, quotidiano comunista nato nel 1971, e Papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger.

Il 20 aprile 2005, all'indomani dell'elezione del successore di Giovanni Paolo II, il quotidiano romano si esibiva in uno dei titoli destinato a fare la storia: "Il pastore tedesco", giocando chiaramente sul doppio senso della frase relativa al Papa venuto dalla Germania, noto per la sua intransigenza teologica e dottrinale.

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Da sempre caratterizzato da una titolistica di prima pagina di fortissimo impatto, un vero e proprio marchio di fabbrica che fa de "il Manifesto" uno dei quotidiani italiani più efficaci da questo punto di vista (soprattutto in un'epoca in cui trovare buoni titoli è sempre più raro, colpa anche e soprattutto del web), il periodico comunista ieri ha bissato.

"Santo dubito" è stato il titolo scelto dalla redazione per aprire il giornale all'indomani dei funerali in piazza San Pietro dell'anziano Papa dimissionario. Un titolo che nel confermare un'amore mai bocciato tra la testata e Ratzinger, si inserisce a gamba tesa nel serrato dibattito in corso proprio in questi giorni relativo alla presunta santità di Benedetto XVI.

Un dibattito, dietro al quale si cela certamente anche uno scontro tutto interno al Vaticano la punta dei cui iceberg è ben portata al pubblico dominio con le ripetute esternazioni di monsignor Georg Gänswein, destinato certamente a caratterizzare anche i prossimi mesi.

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Tra le tantissime prime pagine degne di nota, vogliamo in questa sede ricordare quella che il Manifesto pubblicò il 30 gennaio 2022 all'indomani della rielezione di Mattarella a Presidente della Repubblica. Tutti ricordiamo come andarono le cose in quella occasione e quale pessima figura fece la politica italiana incapace di individuare un nome autorevole e condiviso.

il Manifesto con immensa intuizione titolò "Quirimane". Il che fu tutto dire.

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