Caso Emanuela Orlandi, Ali Agca scrive al fratello Pietro: "Era dalle suore e lo ha accettato serenamente"

Pubblicato: Martedì, 13 Dicembre 2022 - redazione attualità

ROMA (attualità) - Nella lettera pubblicata da Il Corriere della Sera un nuovo incredibile capitolo di un mistero lungo 39 anni. "L'attentato al Papa? Non aveva alcun mandante"

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"Emanuela Orlandi era un fatto tutto vaticano ed è stata presa in consegna da alcune suore fin dall’inizio, ha compreso l’importanza del suo ruolo e lo ha accettato serenamente’’.

E’ la nuova versione riferita da Ali Agca (l'attentatore di Papa Giovanni Paolo II) in una lunga lettera, di cui dà notizia il ‘Corriere della Sera’, inviata a Pietro Orlandi, fratello della ragazza, cittadina vaticana, scomparsa il 22 giugno 1983.

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"So di lei soprattutto grazie a un Padre spagnolo che mi ha visitato in Italia e anche qui a Istanbul – aggiunge l’uomo che sparò a papa Wojtyla il 13 maggio 1981 - Un uomo, un religioso, animato da una fede autentica, che conosce i misteri del mondo e che non mente’’. Agca incontrò già Pietro Orlandi nel 2010 a Istanbul, un incontro ‘’di cui si seppe solo tempo dopo’’, scrive il ‘Corriere della Sera’.

Lo riporta Adnkronos.vivace11 22 ilmamilio

Nella prima parte della lettera, il turco parte dalla vicenda dell’attentato del 1981, che lo vide protagonista. "(L’attentato) non aveva alcun mandante — scrive —, nessuno mi ha chiesto di uccidere il Papa e nessuno mi ha pagato per farlo. In Piazza San Pietro ero solo e ho sparato due colpi. Quelle che erano le mie motivazioni di allora — afferma —, sono indicate chiaramente nella lettera che scrissi nel 1979 in occasione della visita di papa Wojtyla in Turchia (28-30 novembre 1979, ndr)". Il riferimento è a una lettera che lo stesso Agca inviò il 27 novembre 1979 al giornale turco Milliyet "in cui egli stesso, sostanzialmente, minacciava che avrebbe colpito Giovanni Paolo II se il Pontefice — definito ‘il Capo dei crociati’ — avesse fatto visita alla Turchia’’. Agca ribadisce dunque che "la 'pista bulgara'’ è una completa invenzione, (...) interamente costruita a tavolino dai servizi segreti vaticani e dal Sisde, il servizio segreto civile italiano, con la benedizione della Cia di Ronald Reagan, il maggiore alleato di papa Wojtyla".

Prosegue la nota dell'agenzia Adnkronos.judo frascati ilmamiliomercatini frascati ilmamilio

"Il premio per la mia collaborazione, che loro mi offrirono e che io pretendevo, era la liberazione in due anni. Io – scrive Agca - potevo essere liberato tuttavia solo a condizione che il Presidente Sandro Pertini mi concedesse la grazia ed esattamente per questa ragione Emanuela e Mirella Gregori vennero rapite’’ sottolinea. Pertini, però, sottolinea Agca, "non era manovrabile’’. Per cui "i rapimenti di Emanuela e di Gregori furono decisi dal governo vaticano ed eseguiti da uomini del Servizio segreto vaticano vicinissimi al Papa. La trattativa pubblica era ovviamente una sceneggiata ben orchestrata da pochi alti prelati operanti all’interno dei servizi vaticani’’ conclude Agca nella lunga lettera.

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Nei giorni scorsi lo stesso Pietro Orlandi aveva scritto un post durissimo sulla sua pagina Facebook. "Illusioni, disillusioni, illusioni, disillusioni, illusioni, disillusioni... da quarant’anni si va avanti così, eppure c’è chi sa, più di uno dentro e fuori dal Vaticano, e continua a mettere la testa sotto la sabbia per continuare a nascondere. A farne le spese una semplice ragazza che voleva vivere la sua vita, cantando , ridendo, sognando… ma qualcuno ha voluto scegliere per lei negandogli la libertà. Che siate maledetti ovunque voi siate. Vigliacchi , ipocriti... solo questo siete… uomini di merda".

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