VICENDE - De Rossi, padre della sismologia moderna. Sul vulcano Laziale per comprendere i terremoti

Pubblicato: Giovedì, 20 Ottobre 2022 - redazione attualità

deRossi ilmamilioROCCA DI PAPA (vicende) - Nato e vissuto nell'800, ebbe a Rocca di Papa una lunga esperienza di vita e di crescita: sui suoi studi la base per la scala Mercalli. Fu il primo direttore di quello che è oggi il museo di Geofisica

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Il 23 ottobre 1898 si spegneva nella sua abitazione a Rocca di Papa il commendator Michele Stefano De Rossi, geofisico e sismologo.

Nato da una famiglia di nobili origini, fu grazie al fratello Giovanni Battista che nel 1849 scoprì le catacombe di San Callisto, che iniziò a muovere i primi passi nel mondo della geologia e successivamente della sismologia. Fu infatti, alcuni anni dopo l'inaugurazione delle catacombe, che De Rossi realizzò uno strumento per la mappatura interna delle grotte che venne in seguito realizzato dai fratelli Brassart, i quali erano attivi a Roma presso l’ex convento di Sant’Ignazio dal 1880 al 1895.

Il progetto e la realizzazione di questo strumento gli valsero un riconoscimento nell’ambito dell’Esposizione Universale di Londra nel 1862.

Il De Rossi ebbe il merito di aprire la strada allo sviluppo delle scale di misurazione dell’intensità dei terremoti. A tal proposito, la scala Rossi-Forel, sviluppata insieme allo scienziato François-Alphonse Forel di nazionalità svizzera, è alla base della scala Mercalli e delle sue varianti.

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A un certo punto della sua esistenza, lo scienziato si trasferì a Rocca di Papa, dove fin dal 1874 intraprese le sue interessanti osservazioni tromometriche, e visse nella Villa De Rossi, un complesso signorile situato in viale Madonna del Tufo, presso il Belvedere, dove era solito recarsi con la sua consorte per trascorrere il periodo estivo e parte dell'autunno.

La Villa venne eretta nel 1865 dal De Rossi stesso. Nella dimora era solito soggiornare durante l’estate anche il Maresciallo d’Italia e Duca della Vittoria, Armando Diaz.

Sempre nel 1874, il celebre geofisico decise di fondare una rivista dal nome Il Bullettino del Vulcanismo Italiano che diresse per più di vent’anni.colline nuoto6 ilmamilio

La decisione di trasferirsi a Rocca di Papa fu dettata dal fatto che il De Rossi la considerava una terra piuttosto amena e salubre, e allo stesso tempo anche molto interessante per i suoi studi di Meteorologia Endogena. Senza contare che essendo una zona particolarmente attiva sul piano sismico, a causa della presenza di Monte Cavo, uno degli ultimi crateri dell'enorme vulcano Laziale (ancora attivo), decise di lavorare al cosiddetto strumento standard, o tromometro, che venne installato presso la Villa De Rossi.

Fu infatti grazie al lungo soggiorno roccheggiano che il celebre geofisico ebbe modo di maturare nuove idee sull’origine dei terremoti, sul loro modo di manifestarsi e propagarsi, nonché meditare sulla possibilità di poterli prevedere e attenuarne gli effetti funesti.freeTime1 ilmamilio

Inoltre, nel 1890, una Real Commissione approvò la proposta del celebre sismologo di fondare un Osservatorio Geodinamico di I Ordine nella bella cittadina dei Castelli Romani, oggi divenuto un museo di Geofisica, che il De Rossi ebbe il merito di dirigere per primo, e a cui volle dare espressamente l’aspetto di una fortezza, per ricordare una vera rocca medioevale, da cui trasse origine il nome stesso del Comune e lo stemma del Municipio.

Dal suddetto Osservatorio, il nobel Guglielmo Marconi, tra il 1922 e il 1935, diede luogo a degli esperimenti ragguardevoli nell’ambito delle prime comunicazioni radiofoniche a medio e a lungo raggio, e nel mese di agosto del 1932, collegò la nostra cittadina con la Sardegna.

Tutto ciò accrebbe decisamente il prestigio di Rocca di Papa in quegli anni e ne sollecitò numerose visite da Roma, non soltanto durante il periodo di villeggiatura estiva.

Inoltre, Michele Stefano De Rossi seppe conquistare così tanto la benevolenza dei roccheggiani, che a un certo punto lo considerarono uno di loro, e lo elessero persino consigliere comunale.

Nel 1910, dodici anni dopo la sua dipartita, la Società Sismologica Italiana ha posto una lapide commemorativa in ricordo del celebre geofisico e sismologo, posta all’ingresso della storica abitazione, dove si può ammirare anche la lapide dedicata al Maresciallo d'Italia, Armando Diaz, Condottiero della Grande Guerra.

di Flavia Santangeli