VICENDE - Richard Voss: Rocca di Papa e l'amore per la bella Maria Botti
Pubblicato: Giovedì, 29 Settembre 2022 - redazione attualitàROCCA DI PAPA (vicende) - Lo scrittore tedesco visse lungamente in Italia e in parte anche nel paese ai piedi di Monte Cavo. In un suo racconto la storia con la ragazza
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Tra i tanti personaggi celebri tedeschi che hanno vissuto a Rocca di Papa, per i legami storico-culturali che legano la nostra cittadina e la Germania, in particolar modo la città di Landsberg am Lech in Baviera, possiamo annoverare lo scrittore Richard Voss.
Nato a Neugrape, il 2 settembre 1851, all’età di 19 anni il ragazzo fu mandato a combattere la guerra franco-prussiana. Una volta terminato il conflitto bellico decise di studiare Lettere e Filosofia, prima a Jena e poi a Monaco. Nel momento in cui terminò gli studi si trasferì in Italia dove trascorse buona parte della sua esistenza. In particolar modo, soggiornò per lungo tempo a Rocca di Papa, nel "quartiere bavarese".
Qui si innamorò di una tale Maria Botti, alla quale ha dedicato uno dei racconti più belli e lunghi della sua copiosa produzione letteraria.
Richard Voss ha scritto diversi romanzi e un libro dedicato all’Italia dal titolo Du, mein Italien! (Tu, Italia mia!), dove all’interno si trova il racconto dedicato a Maria.
I suoi romanzi sono infatti piuttosto popolari e intrisi dei vari movimenti letterari della sua epoca, dal naturalismo al simbolismo, dal realismo alla letteratura di tendenza, ma soprattutto rivelano un temperamento artistico di grande sensibilità.
Ma chi era Maria, la giovane donna che fece capitolare il celebre scrittore teutonico?
Il narratore ci dice che era l’unica figlia di un'altra Maria, vedova, che affittava delle camere in piazza Garibaldi, dal momento che all’epoca dei fatti (prima metà dell’800 si direbbe), a Rocca di Papa non esistevano alberghi e bisognava adattarsi ad affittare delle camere in qualche casa privata. La casa in questione si trova di fronte alla fontana e a una trattoria, che potrebbe essere l’odierno “Cantinone”, che agli inizi del ‘900 recava l’insegna “Botti”.
Qui alloggia il protagonista, di nome Heinrich, che durante la sua prima escursione a Monte Cavo incontra una bellissima ragazza, Maria Botti junior, per l’appunto. Insomma i due si ritrovano fatalmente sotto lo stesso tetto. Unica nota dolente, è che Maria è già promessa a un tale Luigi Gerli, un ottimo partito. A un certo punto però, Heinrich decide di dichiararsi e lo fa ai Campi d’Annibale, avvicinando Maria mentre stende i panni sulle siepi, come era solito fare all’epoca.
Sul momento la giovane donna non cede, ma poi decide di abbandonarsi all’amore per Heinrich, che così la descrive: “[…] È regalmente bella Maria! Quand’essa traversava la breve piazza e ascendeva, verso il paese, con un leggero cullarsi del corpo flessuoso, la ripida scalinata di roccia, io obliavo che non solo la natura, ma anche la bellezza italiana, celebrava tutt’intorno il suo trionfo; come tocche da una magica bacchetta, cadevano per me le mura nere delle case simili a covili, e l’antica città, l’Arx albana, la fortezza di Albalonga, la cittadella del santuario, sorgeva innanzi ai miei occhi. E la vergine illustre passava… Forse il suo nome era Silvia ed essa nasceva da progenie divina, dalla progenie di quella vergine sacerdotessa, che diede al mondo i gemelli fatali”.
Oltre alla donna amata, il celebre scrittore - che visse a lungo anche a Villa Falconieri di Frascati - descrive anche i paesaggi e le usanze locali della bella cittadina dei Castelli Romani, di cui sì innamorò alla stregua di Maria e della sua amata Vaterland.
di Flavia Santangeli