Kim e Jimmy: finale perfetto per Better Call Saul. Tra prequel e sequel di un Breaking Bad infinito
Pubblicato: Venerdì, 19 Agosto 2022 - Stefano Celani
ROMA (serie) - Nei giorni scorsi pubblicata su Netflix la 13^ ed ultima puntata della 6^ stagione della celeberrima serie
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86. Tenete a mente questo numero e conservatelo sino all'ultima scena. Poi sarà svelato.
Ci sarebbe tanto da dire e - forse - da spoilerare. Ma l'essenza del tutto, dopo 5 stagioni (Netflix) di Breaking Bad e ben 6 di Better call Saul è solo una: è l'amore che muove l'universo e che intreccia fili e destini.
Inutile girarci intorno: se oltre i soldi non c'è nulla - e lo dice chiaramente Saul a Mike - , la verità è che il nulla è solo una coperta troppo corta.
Bene.
Il gran finale di Better Call Saul è esattamente quello che ti aspetti. Chiaro, può piacere o non piacere (e a noi è piaciuto immensamente), ma il fatto è che - davvero - tutto si completa e si compie. Nel bene o nel male. E non è poco, perché alla fine dei conti, nulla resta da definire.
E le ultime attesissime puntate di questa attesissima sesta stagione sono il compendio di una saga che si riteneva - purtroppo in errore - senza fine ed infinita. C'è di tutto: perché, come detto, se un gran finale deve essere scritto, ebbene, gran finale è stato.
C'è gloria e passerella davvero per tutto e per tutti. Jesse Pinkman, il camper, l'immenso Walter White ed anche per la moglie di Hank Schrader: ma anche per Mike Ehrmantraut e Gus Fring. Per Charles McGill, per Howard Hamlin, per Lalo Salamanca, per Ector Salamanca (che era già saltato in aria insieme a Gus tempo fa) e per la lunga serie di cattivi che, possiamo serenamente dirlo, tra BB e BCS, fanno tutti una brutta fine.
A meno di qualche "fuggitivo". Leggasi il citato Jesse.
E che fine fa Jimmy McGill (ovvero un Bob Odenkirk da Oscar)? La curiosità è tanta ma possiamo serenamente affermare che viene pienamente ripagata perché dopo oltre un'ora della 13^ puntata tutto si compie e nulla resta in sospeso.
Che per qualcosa di mastodontico e destinato all'eternità come BB+BCS è davvero il massimo che si possa chiedere.
Il finale di Better Call Saul, come ha scritto qualcuno in questi giorni, è pura perfezione. E' redenzione e resa dei conti, è liberazione e - decisamente - catarsi. Un "lieto fine" senza trionfo dei buoni, con una scia di sangue lunghissima alle spalle e con l'insistito ricorso al bianco e nero (che al primo episodio della prima stagione sarebbe stato quasi impossibile comprendere fino in fondo) spezzato - in ben sei stagioni - solo da un unico, minimo, quasi impercettibile particolare.
Che fine fa Kim (ovvero Kimberly Wexler, ovvero una Rhea Seehorn perfetta)? Perché non compare mai in Breaking Bad? E Jimmy? Tutte domande che ottengono la loro risposta, coerente ed appassionante. Geniale verrebbe seranamente da affermare se non fosse che è stato già ripetutamente detto.
L'impercettibile particolare, si diceva. L'amore, per l'appunto.
