I reati partirono già durante i primi lockdown pandemici del 2020, con varie segnalazioni da parte della giovane donna che viveva con lui nel centro della cittadina balneare, per poi sfociare con delle lesioni fisiche nei suoi confronti molto gravi. In un caso anche con il trasferimento al pronto soccorso (con fratture e lesioni agli arti) e il successivo arresto operato dagli agenti di polizia del locale commissariato nell'Agosto 2021.
Il soggetto, come è emerso dal lungo e battagliato processo, come ha spiegato in aula l'avvocato Lucantoni, spesso obbligava la donna a ritmi di vita sciamanici e isolati, costringendola a vivere segregata in casa, da sola, chiusa in una stanza, a mangiare le cose che diceva e preparava lui. Obbligandola, anche a non usare il suo telefono e privandola della libertà personale.

Alla fine la donna ha deciso di affidarsi con tutta la certificazione medico specializzata in suo possesso (dove si evinceva le varie aggressioni e lesioni subite dal compagno, un 40enne nullafacente di Velletri che percepiva anche il reddito di cittadinanza) alla giustizia e denunciando ogni sopruso con l'aiuto e il sostegno del centro antiviolenza di Nettuno "Marielle Franco" e dell'avvocato del foro veliterno Sabrina Lucantoni. L'avvocato, in maniera molto determinata, ha portato in Tribunale prove tangibili e inconfutabili a carico del maltrattante, che nel frattempo ne aveva combinato anche altre di azioni illegali. In una occasione, evadendo dal regime di arresti domiciliari da Anzio, dove era stato posto dal giudice per i maltrattamenti alla donna, ha passato poi alcuni mesi in carcere al nord Italia come pena aggravante delle sue azioni .
L'altro ieri la sentenza di primo grado pronunciata dal giudice monocratico del Tribunale di Velletri, dopo il rinvio a giudizio dei mesi scorsi, con la condanna a 2 anni e 4 mesi da scontare ai domiciliari (per il momento) e il pagamento di 10mila euro di provvisionale di risarcimento. Per i reati di lesioni e maltrattamenti nei confronti dell'allora compagna, che ora vive in una zona protetta, lontano dal soggetto, seguita sempre dal centro antiviolenza "Marielle Franco" di Nettuno. 