La partecipazione contro il cerchio-magicismo: così Grottaferrata vuole ripartire. Fondamentale la comunicazione
Pubblicato: Giovedì, 30 Giugno 2022 - redazione politicaGROTTAFERRATA (politica) - Con 5 assessori, 4 consiglieri e ben 18 cittadini, il sindaco Di Bernardo ha distribuito deleghe come nessun altro prima di lui
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D'accordo: non tutti dei 18 cittadini delegati alla fine daranno il proprio contributo e qualcuno diventerà, fatalmente, disinteressato alla questione. Ma la ventata di novità, assoluta per Grottaferrata, portata dal sindaco Di Bernardo, è rilevante.
Un tentativo di deciso cambio di rotta rispetto al recente passato: 5 assessori (Consoli, Rossotti, Rossetti, Guerisoli e Passini), 4 consiglieri delegati (Pavani, Mari, Pompili e Franzoso) e, come detto, un piccolo esercito di delegati esterni incaricati di contribuire in primo luogo alla penetrazione dell'attività amministrativa tra i cittadini.
Si chiama amministrazione partecipata ed è qualcosa che, se dovesse funzionare, sarebbe rivoluzionario davvero e dirompente.
Fondamentale in questo processo sarà la comunicazione: per completare il percorso virtuoso che Di Bernardo tenta di intraprendere, proposto dando ruoli ed incarichi ad alcuni dei suoi ex candidati consigliere comunale (ma non solo), sarà importante raccontare alla città cosa si sta facendo.
Esattamente l'opposto di quanto andato in scena nei quattro anni e mezzo di Amministrazione (ma anche prima): partiti con tanti bei propositi ma presto trasformatisi in un "cerchio-magicismo" che ha portato l'ex sindaco (con le conseguenze note a tutti, quelle del 27 novembre 2021 e del 12 giugno 2022) a decidere ed a condividere le proprie scelte con un ristrettissimo numero di fedelissimi. Non più di 3-4.
Degli ex assessori non si è vista traccia praticamente mai: cosa abbiano fatto i componenti dell'ex Giunta e quali obiettivi abbiano centrato, non è mai stato a sapersi. Qualcuno ne ricorda i nomi?
Un'accusa, quella di decidere nelle "segrete stanze" di palazzo Consoli, che è piovuta da più parti negli ultimi mesi di sindacatura e che ha portato dritto dritto alla caduta di Andreotti.
Anche l'ex sindaco, per la verità, aveva formalmente provato a dare qualche delega esterna (si ricorda ad esempio quella allo Sport e quella alla fratellanza o giù di lì), ma nessuno sa effettivamente poi che fine abbiano fatto.
Ora, con una distribuzione a pioggia di deleghe più o meno rilevanti, il sindaco Di Bernardo vuole attuare il cambio di passo e di coinvolgimento promesso in campagna elettorale. Non sarà facile, bisogna dirlo, perché i processi decisionali dovranno necessariamente essere condivisi tra pochi: ma vederli discutere veramente in maggioranza, prim'ancora che in Giunta, sarebbe già una grandiosa novità.
Ed allora sì che Di Bernardo potrà aspirare ad un percorso amministrativo differente da quello, zoppo, di Gabriele Mori prima, di Giampiero Fontana poi e di Andreotti infine.