Pomezia | Chiusura azienda Leonardo, indetto sciopero per lunedì 6 giugno

Pubblicato: Venerdì, 03 Giugno 2022 - Redazione

POMEZIA (attualità) - La RSU FIOM annulla l'assemblea sindacale e indice uno sciopero di 4 ore presso l'hotel Enea di Pomezia 

Ilmamilio.it - nota stampa  

A una settimana di distanza dalla richiesta di assemblea fatta dalla RSU sul tema della chiusura dell'azienda Leonardo di Pomezia, per il 6 giugno, con invito esteso al vice-presidente del Consiglio Regionale del Lazio Daniele Leodori, al Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà e a dirigenti delle Organizzazioni Sindacali, solo oggi l’azienda ha risposto che autorizza l’assemblea dei lavoratori e l’accesso ai dirigenti sindacali come previsto dallo statuto dei lavoratori, ma rifiuta l’accesso ai rappresentanti delle istituzioni.

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Questo perché, secondo l’azienda, non è stato rispettato un protocollo aziendale per invitare le istituzioni. Come RSU riteniamo il comportamento aziendale uno sgarbo inqualificabile e strumentale volto solo a contrastare in ogni modo ogni attività che potrebbe bloccare l’assurdo piano di chiudere il sito di Pomezia.

Per questo motivo la RSU annulla la programmata assemblea del 6 giugno e indice uno sciopero per il 6 Giugno di 4 ore (7:45 - 11:45) con presidio davanti all’ entrata con Assemblea dei lavoratori dalle ore 9:00 alle 11:00 presso l’hotel Enea di Pomezia dove, a differenza dell’azienda, saremo onorati di ospitare Daniele Leodori vicepresidente del Consiglio Regionale del Lazio e Adriano Zuccalà Sindaco di Pomezia.

Di seguito pubblichiamo anche la nota della RSU del 30 maggio 2022, a firma di Moreno Bartolomeo:

"A quasi tre mesi, da quando la Leonardo S.p.A. ha presentato alle Organizzazioni Sindacali il piano di razionalizzazione della Divisione Elettronica, che prevede la chiusura di 6 siti, passando dagli attuali 27 a 21 siti, i lavoratori e la FIOM di Pomezia sono sempre più convinti della irrazionalità del piano Aziendale. L’Azienda ha cercato di indorare la pillola amara delle chiusure dei siti con promesse di investimenti milionari sui territori non abbandonati nell’ arco di 5 anni, senza però specificare quali ritorni questi investimenti potrebbero avere, in termini di crescita economica ed occupazionale negli anni, anzi, nel piano si parla di una modesta previsione di crescita occupazionale solo per il 2022, ma a condizione che gli ordini previsti siano acquisiti. Il sito di Pomezia, tra quelli colpiti dalle chiusure, è il sito più grande che conta oltre 700 lavoratori tra ingegneri e tecnici altamente specializzati che saranno costretti a trasferimenti di sede verso i siti di Roma Tiburtina e verso il sito di Cisterna di Latina. Il sito di Pomezia è il prodotto di altre ri-organizzazioni fatte negli anni precedenti e che di volta in volta hanno portato alla riduzione delle attività e degli occupati. Le radici storiche del sito di Leonardo Pomezia risalgono agli anni 60 quando a Pomezia era presente la Elmer fabbrica specializzata in apparati per radiocomunicazioni e la Selenia, la prima Azienda di elettronica sul territorio nazionale specializzata in radar, equipaggiamenti avionici e apparati speciali. In particolare alla Selenia di Pomezia si è sviluppata la conoscenza e la tecnologia per la realizzazione di equipaggiamenti avionici, conoscenze e tecnologie che negli anni sono state diffuse e trasferite anche in altri territori, consentendo così lo sviluppo di altre fabbriche di equipaggiamenti avionici.

Queste due importanti realtà, Selenia e Elmer, hanno subito nel tempo riorganizzazioni, cambi di nome ed infine sono state fuse creando quella che è oggi Leonardo Pomezia. Il sito di Leonardo Pomezia, è stato riammodernato negli ultimi 5 anni investendo ingenti somme, tanto da farne uno dei migliori siti della Leonardo in Italia. E’ attualmente attivo nella progettazione, sviluppo, gestione e manutenzione di equipaggiamenti avionici, in particolare computer di bordo e display per aerei militari, e apparati per comunicazioni militari terrestri, navali ed avioniche. Ha inoltre un'altra eccellenza nella progettazione e sviluppo di Laser per scopi meteorologici, anti-collisione e militari. Essa rappresenta una fucina di rare competenze derivanti dalla lunga esperienza nei campi di applicazione suddetti che si sono radicate sul territorio pometino e non meritano di essere disperse e mortificate come previsto dal piano Aziendale. L’Azienda, cercando di dare una ragione industriale alla chiusura di Pomezia, si è arrampicata sugli specchi sostenendo che, con il trasferimento dell’ingegneria di Pomezia vicino alla produzione, che sta a Cisterna di Latina, eviterebbe che le schede elettroniche e gli apparati da riparare o rilavorare viaggino sulla via Pontina tra Pomezia e Cisterna (35 Km), riducendo così (tutto da dimostrare) tempi e costi delle lavorazioni. Stranamente, allo stesso tempo, l’Azienda non ritiene necessario questo “efficientamento” per tutti gli altri siti di Leonardo che hanno l’ingegneria lontanissima dalla produzione. Al fine di promuovere la bontà del proprio piano, l’Azienda ha poi messo l’accento sui risparmi economici che la razionalizzazione dei siti produrrebbe. Detta alla Catalano, mantenere 21 siti costa meno che mantenere 27 siti. E questa del risparmio economico potrebbe essere la vera ragione della chiusura del sito di Pomezia, se non fosse per il fatto che, se si vuole risparmiare sui costi di gestione dei siti, dovrebbero essere chiusi quelli in affitto o da ristrutturare, che invece permangono e non quelli come Pomezia che è di proprietà e nel quale sono stati fatti importanti lavori di riqualificazione. Inoltre, anche se fosse questa la sola ragione, non si capisce perché non si chiudano prima i siti più piccoli, ma si preferisce chiudere Pomezia che è uno dei più grandi siti della divisione Elettronica in Italia, e dei 21 siti che l’Azienda pensa di mantenere, 17 sono più piccoli di Pomezia sia in termini di dipendenti attuali che di potenziali dipendenti ospitabili.

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L’Azienda ha cercato inoltre di ammantare il piano con un velo green e di sostenibilità ambientale, dichiarando che la prevista espansione del sito di Cisterna di Latina, destinato ad ospitare parte dei lavoratori di Pomezia, saranno installati una serie di pannelli fotovoltaici in modo da ridurre la cosiddetta impronta ecologica dal punto di vista energetico. Tuttavia la sola espansione del sito di Cisterna consumerà territorio vergine peggiorando l’impronta ecologica e la chiusura del sito di Pomezia costringerà 700 lavoratori tutti i giorni a fare su e giù per la via Pontina e su e giù per la via Tiburtina per andare al lavoro con relative emissioni di CO2. E per finire, l’Azienda, che aveva pianificato la realizzazione di un tunnel di 70 metri nel sito di Pomezia per la realizzazione e la prova di un nuovo laser di potenza, ha dichiarato che, con la chiusura dello stabilimento Pometino il tunnel sarà realizzato nel sito di Roma Tiburtina (ex-Vitrociset), ma dato che i tempi per farlo a Roma non sono compatibili con le esigenze industriali, allora realizzerà prima un tunnel di 54 metri a Pomezia dove potrà essere provato il nuovo laser e poi ne realizzerà un altro a Roma di 70 metri. Ci era apparso chiaro da subito che questo dell’Azienda non fosse un piano industriale ma un semplice piano di riduzione costi, ma evidentemente pur di risparmiare non si bada a spese! Non riusciamo a capire, quindi, le ragioni di questo piano, in particolar modo non riusciamo a capire la chiusura di Leonardo Pomezia che è sempre stata un’eccellenza nazionale e che ha fatto la storia dell’elettronica in Italia, e non riusciamo a capire questa chiusura specialmente adesso, in un momento di crescita dell’Azienda, di forte espansione del mercato della difesa, con relativi finanziamenti pubblici e di nuove opportunità date dai fondi del Piano di Ripresa e Resilienza che dovrebbero essere usati per far crescere realtà come Leonardo Pomezia e non chiuderle definitivamente. E’ contro la chiusura della Leonardo Pomezia, che i lavoratori di Pomezia hanno scioperato, fatto assemblee e incontrato il Sindaco, la Regione Lazio, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero delle Finanze, per sensibilizzare la politica sul tema. Abbiamo trovato il sostegno totale del Sindaco, di importanti esponenti della Regione Lazio e la disponibilità del MiSE ad aprire un tavolo istituzionale con le Organizzazioni Sindacali, l’Azienda, la Regione Lazio e il Sindaco di Pomezia. Il percorso è ancora lungo, ma pensiamo che alla fine la ragione prevarrà sulla irrazionalità della chiusura di Leonardo Pomezia" conclude la nota di RSU FIOM Leonardo Pomezia. 

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