Diocesi di Frascati, Parrocchie insieme per il Cammino Sinodale

Pubblicato: Lunedì, 16 Maggio 2022 - Redazione

FRASCATI (attualità) - Fedeli invitati dalle Parrocchie a un momento di confronto e scambio di pensieri

Ilmamilio.it - nota stampa 

La diocesi di Frascati conta 123.940 abitanti; è suddivisa in 24 Parrocchie suddivise in 5 zone pastorali con 4 unità pastorali.

I sacerdoti in servizio pastorale sono 32 e 30 i sacerdoti studenti. 

Quale metodologia è stata usata: Il cammino sinodale è stato avviato con la Celebrazione dell’Eucaristia il 17 ottobre 2021, alla presenza di tutti i sacerdoti della Diocesi, dei rappresentanti delle Parrocchie, delle varie realtà presenti sul territorio e di tutto il popolo di Dio. Il Vescovo ha nominato i referenti diocesani, i quali, avendo ricevuto tutto il materiale e considerato il tempo a disposizione, hanno subito coinvolto i sacerdoti ai quali il Vescovo aveva già presentato durante gli Incontri del Clero il Cammino Sinodale.

In uno di tali incontri, dal Vescovo e dai referenti diocesani sono state date indicazioni circa le modalità suggerite dalla CEI per compiere il Cammino Sinodale nelle Parrocchie. Ogni Parrocchia ha quindi nominato i referenti parrocchiali, che dovevano essere di supporto al sacerdote e di collegamento con la Diocesi e con i referenti diocesani.

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Delle 24 Parrocchie della Diocesi non tutte hanno partecipato a questo cammino, per mancanza di tempo e per il troppo lavoro dei sacerdoti. Tra le Parrocchie che finora hanno partecipato al Cammino, molte hanno trovato difficoltà a coinvolgere tutte le varie realtà e, soprattutto, a trovare forme e mezzi per avvicinare le persone che normalmente non frequentano la Parrocchia. C’era comunque il desiderio da parte di tutti di incontrare, di dar voce a tutti, specialmente a quelle persone che non appartengono ad alcun gruppo.

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Cercando di arrivare a tutti, le Parrocchie hanno avviato una consultazione invitando i fedeli, tutte le realtà presenti sui loro territori e tutta la popolazione (anche quella che normalmente non frequenta la Chiesa), a un momento di presentazione del Sinodo e di scambio di opinioni, pensieri, dubbi e proposte, seguendo le linee guida date dalla CEI riguardo i dieci nuclei tematici. Sempre negli incontri si è prima invocato lo Spirito Santo e ascoltata la Parola di Dio.

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Alcuni Parroci, per aiutare la consultazione, hanno predisposto questionari anonimi (elaborati per fasce di età) lasciati in fondo alle Chiese, distribuiti durante gli incontri parrocchiali, di catechesi, di gruppi laicali. Alcuni volontari, in concomitanza con la benedizione pasquale delle famiglie, hanno anche distribuito i questionari nelle case, soprattutto quelle nelle periferie dei paesi e delle città. A conclusione dei vari incontri parrocchiali sono state elaborate delle sintesi di quanto emerso.

Ogni Parrocchia ha quindi elaborato una sintesi parrocchiale trasmessa alla Diocesi. Naturalmente, anche i Sacerdoti della Diocesi si sono riuniti e si sono posti la domanda di cosa significasse per ciascuno di loro camminare sinodalmente….

Alcune altre realtà della Diocesi hanno avviato consultazioni sinodali: l’Ufficio Liturgico Diocesano, l’Azione Cattolica Italiana, i Movimenti, le Associazioni e le Confraternite presenti sul territorio. Tali consultazioni si sono svolte durante specifici incontri e anche in occasione degli incontri di formazione e confronto proposti ordinariamente dal nostro Vescovo.

Prendendo come riferimento i tre verbi indicati dal documento di verifica del percorso - riconoscere, interpretare, scegliere - , è emerso quanto segue.

Riconoscere Aspetti positivi • Durante le varie consultazioni, si é potuto conoscere di più e meglio vari gruppi e associazioni che frequentano le parrocchie.

• Il dialogo intergenerazionale delle persone coinvolte, ha reso il dialogo più arricchente, perché si é potuto vedere e leggere la realtà da più punti di vista (giovani, adulti, anziani).

• Dall’esperienza dell’ascolto è emerso come la Parola di Dio sia alla base della conversione del cuore e del cammino fatto insieme. Si sono scoperti i carismi dell’altro e ci si é riconosciuti fratelli e sorelle, con il desiderio di incontrarsi per parlare della Chiesa e della sua missione evangelizzatrice, nella nostra fede, con l’intenzione di aprirsi alle realtà presenti nella comunità (spesso trascurate) e di dare voce a chi non appartiene ad alcun gruppo. Sono state contattate persone contente di poter parlare con qualcuno anche se non si conoscevano, anziani con un senso profondo di solitudine e con un grande bisogno di relazioni, persone che non frequentano la Chiesa solo per abitudine o pregiudizio.

• La gioia di conoscersi e di diventare amici, collaborare insieme con le sue gioie e le sue fatiche, scoprendosi compagni di viaggio che si rispettano, si ascoltano e dialogano.

• C’é da evidenziare come un “cammino sinodale di fatto” é già presente nella nostra Diocesi da tanti anni. Basti pensare agli incontri presso la Casa Diocesana di Spiritualità di “Villa Campitelli” (per i bambini e i ragazzi che si preparano ai Sacramenti - i quali fanno esperienze con altri ragazzi di altre parrocchie con uno scambio arricchente -, ma anche per le famiglie, per gli operatori pastorali…..).

Ma anche la formazione dei formatori e i diversi percorsi formativi, gli animatori oratoriani delle diverse parrocchie per la pastorale giovanile e vocazionale, la Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali in sinergia.

Il Cammino Sinodale è stato visto spesso non come un momento di dialogo e ascolto del popolo di Dio, ma come “un’altra cosa da fare” e “una inutile perdita di tempo”. Per molti la consultazione è stata intesa come una richiesta di informazioni, un’inchiesta o un sondaggio demoscopico: Il tutto si è trasformato nell’assolvere ad un ordine provenuto dall’alto.

Questo atteggiamento è anche di alcuni sacerdoti (soprattutto quelli più giovani) che temono che il tutto finisca con un nulla di fatto. Per mancanza di tempo e di occasioni, non è stata compresa la reale importanza del percorso sinodale finora ed è “mancato un progetto diocesano pastoralmente condiviso tra clero e laicato”.

Nel confronto tra i gruppi, pur essendoci stato da parte di tutti attenzione e ascolto alle esperienze e alle problematiche vissute, si evidenzia ancora la mancanza di un’apertura verso l’altro, soprattutto perché ciascuno considera il proprio percorso e la propria metodologia come i migliori.

I gruppi attivi di volontariato (catechisti, animatori liturgici, centri di ascolto…..) sono gruppi avvertiti spesso come autoreferenziali, gelosi ciascuno dei propri spazi e della propria fisionomia e in atteggiamento di concorrenza con gli altri. Non sempre vengono proposte e accettate iniziative in comune che avvicinerebbero le persone di realtà differenti.

Anche nell’ambito sacerdotale, il cammino è vissuto spesso in solitudine e sofferenza per le realtà spirituali dei laici. Ma oltre a questa sofferenza, c’é anche quella che riguarda il Presbiterio Diocesano avvertito, talvolta, stanco e demoralizzato. Ognuno sembra muoversi in modo autonomo e da alcuni é messo in discussione l’insegnamento tradizionale. E’ presente il bisogno e la necessità di maggiori momenti di fraternità e comunione in un dialogo sincero, franco e diretto modulato tra obbedienza e autorità.

La pastorale parrocchiale è vissuta da alcuni sacerdoti con fatica senza adeguati momenti di riposo e di ricarica spirituale. Il fatto che i gruppi laicali di volontariato camminino per proprio conto si ripercuote anche sui Parroci che non riescono a trovare iniziative pastorali comuni. Alcuni vedono un Clero che parla molto, magari lascia parlare ma non ascolta. Interpretare Che cosa é emerso da questo ascolto sinodale? Quali gioie e ricchezze, quali nodi e difficoltà sono emersi?

E’ emerso quanto spirito di servizio ciascuno mette nelle attività che svolge, perché sente di rispondere a una chiamata del Signore. Il sostegno e l’aiuto reciproco sperimentato quando ci si trova, in pochi, a svolgere un servizio che richiederebbe maggiore quantità di persone, dà consolazione e speranza.

La collaborazione ricevuta dalle realtà del territorio in momenti di particolare necessità (la Caritas, ad esempio, con i bisogni aumentati durante la pandemia). La gioia espressa dai ragazzi dei percorsi di catechesi che hanno detto di sperimentare nelle occasioni di incontro vere esperienze di amicizia. La ricchezza di ritrovarsi uniti nella Celebrazione Eucaristica e quella che si riceve quando ci si apre alla dimensione diocesana (collaborazione di gruppi parrocchiali con la Diocesi).

C’è una maggiore attenzione alle celebrazioni eucaristiche grazie al Triennio Pastorale Eucaristico che la nostra Diocesi sta vivendo e che é anche scandito dai Sussidi dell’Ufficio Liturgico Diocesano. Si ha consapevolezza dell’importanza fondamentale di una sempre più attiva partecipazione dei fedeli alla liturgia, ossia ad una sempre maggiore conoscenza dell’eucaristia per viverla. Emerge, inoltre, un generale apprezzamento per i valori morali proposti dal Vangelo.

Un aspetto da non sottovalutare, anche se non è stato molto diffuso, è che si è riusciti a coinvolgere e a dare voce in questo percorso anche a persone atee e lontane dalla Chiesa. La poca collaborazione tra i diversi gruppi parrocchiali, per mancanza di occasioni e di tempo o per l’eccessivo attaccamento al proprio percorso manifesta e trasmette all’esterno l’immagine di una comunità divisa in tanti cammini isolati che procedono parallelamente senza incontrarsi.

La scarsa partecipazione alle celebrazioni eucaristiche percepite da molti come troppo lunghe, noiose e spesso poco coinvolgenti fa perdere di vista la centralità dell’Eucaristia, fonte e culmine della vita cristiana. Alcuni lamentano di non conoscere adeguatamente la Santa Messa, di non capirne i simboli e i segni.

La mancata attenzione alla situazione esistenziale delle persone e, ancora di più, alla specifica condizione di vita dei laici, chiamati (a vivere la fede da genitori, lavoratori, studenti, coniugi, figli), non permette di comprendere pienamente tempi e modalità adeguati ad una loro partecipazione alla vita comunitaria e al servizio ecclesiale. Ciò favorisce un processo di “clericalizzazione” che porta a vedere il laico semplicemente come una risorsa per supplire la carenza di sacerdoti e non come soggetto di una sua specifica vocazione, che lo rende naturalmente corresponsabile del cammino ecclesiale.

La necessità di progettare percorsi di catechesi sacramentale che rispondano maggiormente al cambiamento delle nuove generazioni e del loro vissuto nel contesto attuale, attraverso una formazione continua, che renda capaci di trasmettere la fede con creatività e coinvolgimento, svincolandosi dalla metodologia della “lezione scolastica”.

I bambini e gli adolescenti vorrebbero più attenzione alla loro vita, alle loro aspettative, alla loro fede, magari prevedendo anche l’intervento di esperti su tematiche che li coinvolgono e toccano. L’affievolirsi dei contatti e delle relazioni a causa dell’impossibilità di incontrarsi sempre in presenza, dovuta al recente periodo pandemico. La necessità di progettare percorsi che coinvolgano maggiormente persone ancora non inserite nella vita delle comunità parrocchiali, ma bisognose di accompagnamento nel loro percorso di vita: genitori con figli da crescere, adolescenti alla ricerca di un progetto di vita, giovani che si orientano a scelte di vita.

Quali le proposte emerse durante la consultazione? Molte sono state le proposte emerse durante le consultazioni sinodali. La richiesta pervenuta da quasi tutte le realtà é di prevedere più occasioni di incontro di tutti i gruppi e ridare centralità ai Consigli Pastorali visti come luoghi sinodali. Incrementare e rinnovare la formazione degli operatori e la catechesi formativa sia per i ragazzi che per gli adulti. La necessità di coinvolgere maggiormente le famiglie nella vita della comunità parrocchiale e accompagnare i figli e scelte di vita aderenti al Vangelo.

Creare, a livello vicariale, una rete di aiuto per le coppie e gli anziani in difficoltà, e la solitudine nella vedovanza. Riformulare gli itinerari di fede anche per le coppie separate e divorziate, accogliendole. Ribadire la fede nel presentare il volto vivo di Gesù. L’esigenza di recuperare il ruolo del sacerdote, liberandolo dalle incombenze non sacerdotali delle quali sono oggi oberati. Si evidenzia come i parroci dovrebbero conoscere personalmente i parrocchiani e, prima e dopo la Messa, uscire sul sagrato a salutarli, scambiare due parole, interessarsi dei loro problemi e perché no: ove possibile un caffè, una colazione. Ed anche i sacerdoti desiderano tornare ad essere buoni ascoltatori, accoglienti verso i fedeli e umili. E hanno il desiderio di recuperare e approfondire la fraternità sacerdotale. 

Non sappiamo quali saranno i risultati…. "chi si attende un cambiamento radicale della Chiesa, dimentica che Dio è paziente, non ha fretta e chi non si attende nulla, dimentica che Dio sempre ci sorprende”, queste le parole di Papa Francesco. 

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