Quel 16 marzo di 44 anni fa: la strage di via Fani ed rapimento di Aldo Moro

Pubblicato: Mercoledì, 16 Marzo 2022 - redazione attualità

130 aldoMoro ilmamilioROMA (attualità) - Alle 9 l'azione del commando che uccide 5 uomini di scorta e preleva il presidente DC

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Quella del 16 marzo non è mai una data qualsiasi. Mai.

Quella del 16 marzo è una data che rinverdisce, anno dopo anno, il terrore di quel mattino di quasi primavera. Un terrore scatenato da un commando, misto e variegato (come ormai molte parti concordano), in una stradina del quartiere Trionfale di Roma.

Via Fani, via Stresa, il dedalo di strade residenziali che si dipana in una delle zone più belle della Capitale, da quel mattino e per sempre non sono state più le stesse.

Alle 9 il breve convoglio formato dall'auto di Moro - la Fiat 130 Berlina (nella foto, oggi)- e dall'Alfetta con la sua scorta, vengono fermati all'incrocio tra via Fani - da dove provenivano - e via Stresa da una 128 giardinetta bianca che si lascia appena tamponare. La gragnola di proiettili è una tempesta di fuoco scatenata da un commando organizzato, chirurgico e letale: Moro ne esce completamente illeso, sull'asfalto e nelle auto restano tutti gli uomini che però erano con lui. Oreste Leonardi (52 anni), Domenico Ricci (42 anni), Giulio Rivera (24 anni), Francesco Zizzi (30 anni) e Raffaele Iozzino (24 anni) sono nomi scolpiti nella storia.

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Mille e mille inchieste, commissioni, non hanno ancora definito i completi contorni di un rapimento, culminato poi con l'uccisione del presidente della DC dopo 55 giorni di prigionia, il 9 maggio 1978, sul quale si sono certamente intrecciate molte mani. Le famose "convergenze atlantiche".

Le teorie, semplicistiche e più volte smentite di una sola operazione voluta, condotta e completata dalle Brigate Rosse, non tengono più.

Attorno ai fatti che si sono susseguiti tra il 16 marzo ed il 9 maggio 1978 (passando per il "compromesso storico") sono stati consumati chilometri e chilometri di inchiostro senza però giungere ad una vera e definitiva verità. Il cosiddetto "memoriale" Moro, quello sul quale si presume lo statista di Maglie avrebbe riportato i suoi pensieri, e le deduzione relative ai fatti di quei giorni, non è mai stato ritrovato. Così come una delle sue agende.

Uno dei misteri di sangue italiani più celebri e più impattanti sul futuro dell'Italia, del quale ancora scontiamo gli effetti in questi anni.vivace3 banner ilmamilio

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