Ciampino | Tiziano Carnevale, professione stuntman: dai vampiri alle risate con proietti

Pubblicato: Mercoledì, 05 Gennaio 2022 - Giulia Bertotto

CIAMPINO (attualità) - "È un mestiere che da molti brividi di adrenalina ma proprio per questo occorre essere ancora più responsabili"

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Tiziano Carnevale, professione stuntman, nato ad Assisi vive da molti anni a Ciampino...tra avventura e responsabilità.

Tiziano, ti definisci stuntman e caratterista...ci racconti cosa fai sul set?

“Nel presentarmi dico subito che non sono un attore ma uno stuntman e caratterista, cioè capace di interpretare personaggi singolari, talvolta eccentrici. Non una macchietta ma che abbia delle tipicità.

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In Colombia, a Bogotà, ho frequentato per un periodo la scuola di stunt Golpe di Gracia, ed è lì che ho capito che la professione che davvero amavo era quella dello stuntman. La svolta è stata quando ho conosciuto Ottaviano Dell'Acqua, un maestro che per vent'anni ha lavorato con Bud Spencer e Terence Hill. Oltre ad essere un grande stunt è anche un magnifico attore. Il primo film Zombi II di Lucio Fulci, lo zombie che esce dal sottosuolo è lui, ed è anche il famoso Gerry del film Lo chiamavano Bulldozer. Ha lavorato anche con Di Caprio e Van Damme. Ho lavorato molto nel cinema indipendente, di cui amo l'originalità creativa. Ho collaborato con apprendisti cineasti impersonando dai vampiri che si lanciano dai tetti, come malavitosi che commettono rapine.

È un mestiere che da molti brividi di adrenalina ma proprio per questo occorre essere ancora più responsabili. Qualcuno può pensare che sia una professione per la quale si è più adatti se si è tendenti all'imprudenza, ma è esattamente il contrario. Occorre avere un fine ascolto di sé stessi e anche molta empatia verso l'altro. Il primo principio è la tutela delle propria sicurezza e quella degli altri. Nelle scene di azione è previsto per deontologia deve esserci sempre il maestro d'armi.

Come stunt e caratterista ho collaborato in due fiction di successo, I bastardi di Pizzo Falcone, in cui interpreto uno dei criminali in una rissa in un bar, Il cacciatore 3 con Gassman. Ho avuto l'onore di conoscere Gigi Proietti perché ho lavorato sul set del suo ultimo film Io sono Babbo Natale dove interpreto un personaggio di nome Bradipo. Un'esperienza che mi ha segnato per sempre. Per me è stata anche una rivincita emotiva ed esistenziale affermarmi in questo mestiere, perché spesso nel sistema competitivo del Cinema c'è chi cerca di scoraggiarti, ma ho imparato a persistere con tenacia e costanza”.colline centrosportivo2 frascati ilmamilio

Ti è mai capitato di spaventarti sul set?

“beh sì, uno degli incidenti più eclatanti, ma sul quale per fortuna posso ridere sopra, è stata la caduta da cavallo durante le riprese di Oro e piombo nel 2018. Questo è il film che mi ha lanciato a livello cinematografico anche come attore. Di questo film ho curato praticamente ogni aspetto: lo ho scritto io, ho costruito la scenografia (eccetto gli esterni di Cinecittà World), i materiali di scena sono i miei, e sono anche produttore. Rischiava di restare un'opera incompiuta per questo mi sono occupato anche di questo aspetto. E' una professione che ha anche molto in comune con l'artista circense, anche lui infatti prepara la scena. Non è raro che guidi un carro attrezzi o un'auto della polizia di quelle che abbiamo in dotazione sui set. Il rigger bonifica il terreno per simulare cadute, incidenti, di scene di azione. Insomma non sono quello che viene coccolato e truccato! In uscita parecchie pose su La befana vien di notte 2”.vivace3 banner ilmamilio

Quello dello stuntman è un mestiere che potenzia la propriocezione e permette di testare i propri slanci fisici come i propri limiti.

“Sì, una delle cose più preziose che si apprendono è l'ascolto profondo del proprio corpo, riconoscere i propri confini. Io lo chiamo punto di non ritorno e ciascuno di noi lo ha. Un orizzonte di sensazioni e di azione oltre il quale non può spingersi. Quando mi trovo ad insegnare ai ragazzi, se penso che un allievo abbia la possibilità di spingersi al 90% lo invito comunque a farlo solo fino al 70% perché è lui che dovrà, se vorrà, spingersi oltre. E questa è una metafora di vita, non solo nella magia del Cinema”.

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