Grottaferrata | L’Oste della Bon’Ora prende la “Chiocciola”: nella guida Osterie d’Italia 2022 anche altri dei Castelli

Pubblicato: Mercoledì, 27 Ottobre 2021 - Federico Smacchi

oste grottaferrata2 ilmamilioGROTTAFERRATA (attualità) – Il ristorante guidato da Massimo Pulicati si riconferma e ottiene il premio Slow Food. Inserite nella guida anche 4 trattorie di Frascati, un’altra di Grottaferrata e una di Genzano

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Uscirà il 27 ottobre l’edizione 2022 della guida Osterie d’Italia edita da Slow Food. Dopo lo stop dello scorso anno tornano finalmente le Chiocciole, assegnate a 246 ristoranti della penisola tra i quali il celebre Oste della Bon’Ora di Grottaferrata, l’unico ai Castelli Romani a ricevere l’ambito premio.

 

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“Mi hanno riconfermato – racconta Massimo Pulicati, storico titolare dell’Oste – e ne sono felice, un riconoscimento che va all’attenzione che mettiamo ogni giorno in ogni aspetto del nostro lavoro: dalla scelta dei fornitori, con la quale favoriamo le eccellenti produzioni locali, all’impegno per un modo di fare ristorazione che guarda al futuro, all’ambiente, alla sostenibilità”.

Oste della Bon’Ora che porta in alto il nome dei Castelli Romani sull’importante guida enogastronomica, e fa da apripista per gli altri ristoranti del territorio inseriti tra le pagine dell’edizione 2022. Tra le 1713 trattorie figurano infatti Il Torchio, ‘Na Fojetta, Al Posticino e Zarazà a Frascati, la Taverna Mari a Grottaferrata e L’Angoletto Vino e Cucina di Genzano.freeTime giugno2021

 

gottodoro mamilioUna soddisfazione, ma a metà per Massimo Pulicati, che vorrebbe vedere il territorio valorizzato in tutta la sua filiera.

“I Castelli – spiega Pulicati – negli anni hanno perso diverse Chiocciole, sono rimasto l’unico. Non è che Slow Food ce l’ha con noi, è che bisogna prestare attenzione a tutto, dai prodotti fino ai detersivi con cui lavi per terra. Una volta non c’era questa necessità, né qui né a Roma, la gente puntava sulla quantità a basso prezzo e la grande affluenza di clienti mandava avanti il settore”.

Oggi bisogna voltare pagina, l’oste ha il dovere morale di essere un portatore sano di idee. Idee che rispettino i lavoratori, l’ambiente e ovviamente il cliente finale, che è colui che trae il frutto migliore di questo impegno. Un impegno che si riflette, alla fine della storia, sui piatti proposti”.

“La stessa attenzione, a mio parere, la dovrebbero dare anche le amministrazioni cittadine, anche se io sono un ristoratore e qui entriamo in un ambito che non compete. Mi piacerebbe vedere meno sagre e più eventi volti a valorizzare i produttori locali: l’olio, il vino, la norcineria. Sono queste le eccellenze del territorio che noi ristoratori valorizziamo in cucina, ma vorrei vedere un impegno maggiore anche da chi guida le città dei Castelli Romani”.

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