Ciampino | Sulla riduzione voli scoppia la polemica: il lavoro è più importante della salute?
Pubblicato: Giovedì, 21 Ottobre 2021 - Federico Smacchi
CIAMPINO (attualità) - L’accesa discussione dopo le dichiarazioni dell’ex sindaca Ballico contrariata dalla recente sentenza del Tar che ha dato il via al Piano Antirumore per l’aeroporto Pastine
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È scoppiata sui social un’aspra polemica dopo la storica sentenza del Tar del Lazio confermata dal Consiglio di Stato che ha rigettato l’appello di Ryanair contro il Piano Antirumore emanato dal Ministero dell’Ambiente nel 2018, piano che ora potrà essere applicato anche all’aeroporto di Ciampino G. B. Pastine.
Legambiente Lazio, diversi esponenti dell’associazionismo locale insieme ai partiti dell’area di centrosinistra ciampinese e anche alcuni rappresentanti politici a livello regionale avevano nei giorni scorsi espresso la loro soddisfazione per la sentenza alla quale seguirà una riduzione dei voli su Ciampino in nome della salvaguardia della salute dei cittadini.
Soddisfazione non condivisa dall’ex sindaca Daniela Ballico, caduta a seguito della bocciatura del bilancio a fine estate, che sulla sua pagina Facebook ha scritto: “Tutti contenti per la riduzione dei voli ma nessuno pensa alla riduzione del 30% del personale e dell’indotto. Di soluzioni se ne potevano trovare diverse. Lavoratori, quando sarete in cassa integrazione ringraziate PD e Diritti in Comune”.
Ed è proprio attorno a queste dichiarazioni che si è accesa la polemica. Se da una parte è vero che alla riduzione dei voli, che si sposteranno verso l’aeroporto di Fiumicino, seguirà necessariamente una riduzione del personale impiegato a Ciampino, il dato riportato dalla Ballico (tutto da confermare) è fuorviante, come fa giustamente notare un cittadino.
Assurdo infatti pensare che una riduzione del 30% dei voli corrisponda alla medesima percentuale di diminuzione del personale, come se ogni aereo – commenta L. – fosse pilotato, servito, manutenuto, da un singolo lavoratore che svolge un solo volo a giornata. Insomma, un dato quello riportato dalla Ballico che non ha alcun fondamento, neanche logico.
Tuttavia rimane la questione di quei lavoratori, qualunque sia il numero esatto, che lasceranno Ciampino per lavorare altrove o per trovare una nuova occupazione, questo il punto sostanziale espresso dalla Ballico aldilà della correttezza dei dati.
Un problema che però non si può liquidare con semplici affermazioni, basti pensare all’impatto della pandemia sul settore aeroportuale, il mostruoso calo dell’indotto e i massicci tagli al personale operati dalle compagnie low cost.
Può quindi il tema del lavoro, specie quando riguarda gli interessi di un’azienda privata, prevaricare sulla salute dei cittadini che da vent’anni chiedono soluzioni per diminuire l’inquinamento (non solo acustico) dell’aeroporto?
Un discorso dalle tante sfaccettature, che non si può certamente liquidare con semplificazioni populiste e tantomeno strumentalizzare per intavolare polemiche sterili volte soltanto a dividere la cittadinanza.
