Lanuvio | L'operazione dell'alba condotta dalla Polizia di Stato e Polstrada di Aprilia e Roma: 11 arresti, 2 a Lanuvio

Pubblicato: Mercoledì, 13 Ottobre 2021 - redazione cronaca
 
  • Lanuvio (cronaca) - Il bilancio dell'operazione
     
    ilmamilio.it
     
    L'operazione dell'alba lanuvina condotta dalla polstrada di Aprilia, Latina e Roma, coordinata dalla procura pontina, ha portato ad 11 arresti, di cui 2 a Lanuvio.
     
    Ecco gli aggiornamenti su quanto aveva annunciato questa mattina in esclusiva ilmamilio.it.

     
    Una catena di montaggio, basata su azioni, tempi rapidi di operazioni furtive e competenze tecniche precise, consolidate ed estremamente efficaci. È questo il quadro apparso, fin dalle prime settimane di indagine, agli investigatori della Polizia di Stato coordinati dai sostituti procuratori Giuseppe Bontempo e Valerio De Luca della Procura di Latina, che hanno eseguito tra Italia e Francia 11 custodie cautelari in carcere per altrettanti componenti di una pericolosa organizzazione criminale italo-francese. Ai membri dell’associazione criminale, i poliziotti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Roma e del Distaccamento di Aprilia hanno contestato i reati di furto e riciclaggio internazionale di veicoli oltre che alla ricettazione, all’ appropriazione indebita, alla truffa, al falso e all’estorsione. Per alcuni episodi criminali è stata accertata anche l’aggravate della transnazionalità, anche grazie alla collaborazione della Polizia di Frontiera dell’aeroporto di Ciampino.
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    In circa sei mesi di indagini, nell’ambito dell’operazione denominata "Marrakech Express",  visto la nazionalità del capo banda, un marocchino 40enne, gli investigatori della Polstrada di Aprilia, Latina e Roma, hanno arrestato quattro persone (di cui una in Francia) e ne hanno denunciate altre dieci. Inoltre hanno recuperato e restituito agli aventi diritto, 33 veicoli di ingente valore quantificabile in oltre due milioni di euro. Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti soldi contanti e strumenti idonei per l’attività illecita. Un quadro investigativo particolarmente complesso a causa di un consolidato sistema criminale frenetico e, a tratti, compulsivo e, proprio per questo altamente redditizio.
     

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    La banda era in grado di immettere nel mercato clandestino, italiano ed estero, decine di auto rubate al giorno, scadenzando con estrema precisione la sequenza di tutte le operazioni illecite necessarie per la nuova identità del veicolo. Una complessa filiera di azioni criminali, affidata a diversi sodali, alcuni storicamente legati alla banda per capacità criminali e competenze tecniche, altri occasionali.
     
     Il capo indiscusso del gruppo criminale, nota conoscenza delle forze di polizia, era un cittadino italiano di origine marocchina, noto nell’ambiente anche per i suoi metodi bruschi e intimidatori. L’uomo teneva le fila di tutte le attività compiute dai complici a cui affidava, di volta in volta, compiti e rigorosi tempi di azione, svolgendo anche una azione capillare di controllo sul loro operato. Era lui a decidere le azioni e i metodi da mettere in campo e a tenere tutti i contatti all’interno dell’ampia rete criminale sia in ambito locale che internazionale grazie alla conoscenza delle lingue italiana, francese e araba. In particolare in Francia si era procurato una base logistica da utilizzare come punto di approdo dei veicoli che dovevano entrare nel mercato clandestino internazionale. 
     
    I procacciatori di auto, attraverso ripetuti sopralluoghi su vaste aree del territorio, cercavano i veicoli da rubare e, subito dopo, il momento giusto per mettere a segno il furto. I criminali si impossessavano dei veicoli attraverso diverse dinamiche; in alcuni casi rubavano i veicoli su strada o nelle grandi aree di parcheggio; altre volte li rubavano approfittando di un momento di distrazione dei proprietari, ad esempio mentre erano intenti a fare benzina. Oppure li sottraevano dall’interno degli autosaloni, forse anche grazie alla complicità di qualche dipendente. In altri casi, invece, trattenevano indebitamente veicoli regolarmente noleggiati presso attività dislocate in tutta Italia.
     
    Le auto rubate, con tempi e cautele consolidate, venivano portate nelle officine per la “trasformazione”. I membri della banda, cauti e dissimulatori, avevano nascosto le basi logistiche nella campagne di Lanuvio, Aprilia e Latina; le auto venivano spogliate di tutti i dispositivi tecnologici e, durante lo smontaggio, le aree venivano isolate con dei jammer che azzeravano qualsiasi segnale telefonico.
     
    I protagonisti non parlavano quasi mai al telefono e, le rare volte in cui erano costretti a comunicare utilizzavano un linguaggio sintetico e codificato poi dipanato dagli investigatori, tra gli arrestati anche l'anziano denunciato dalla polizia locale di Lanuvio due settimane fa, per la carrozzeria abusiva e il cimitero di auto nella zona di Stragonello dove ci fu un incendio e post rogo gli agenti della municipale lanuvina, diretta dal comandante Sergio Ierace, scoprirono gli illeciti e la violazione dei sigilli già posti dalla polstrada di Albano un anno e mezzo fa allo stesso soggetto .
     
    Per proteggere la loro attività acquisivano dai fornitori francesi targhe e documenti falsi che servivano per dotare le auto destinate poi al territorio francese. Stamattina all'alba sono stati due i malviventi catturati a Lanuvio, uno nella zona di Valle Verta, un 70enne del posto, già conosciuto alle forze dell'ordine,  dove ha stazionato un elicottero con luci dirette sull'obbiettivo per alcuni minuti e l'altro, l'anziano che gestiva l'area di via Stragonello dove era arrivata due settimane fa anche la polizia locale di Lanuvio in seguito ad un vasto incendio, su cui ci sono ancora indagini in corso.