Dottor Garozzo ci dica. "Tokyo, ecco perché. L'argento un'impresa, ma l'Italia quanto ha dato alla scherma?"

Pubblicato: Lunedì, 16 Agosto 2021 - Marco Caroni

garozzo daniele medaglie ilmamilioFRASCATI (scherma) - L'argento nel fioretto l'ha confermato nell'Olimpo delle pedane. Ma il 29enne che si allena a Frascati guarda oltre. "E' ora di cambiare anche nel nostro sport"

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Un fuoriclasse. Desse calci ad un pallone invece di esaltarsi da una vita ad infilare gli avversari come spiedini, sarebbe uno dei più acclamati campioni d'Italia.

Ha 29 anni appena compiuti, sta per laurearsi in Medicina a Tor Vergata, ha scelto i Castelli romani per vivere (lui siciliano di Acireale) e per allenarsi ed è una delle migliori punte di diamante della scherma italiana.

 

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Daniele Garozzo mostra con orgogio l'argento conquistato alle Olimpiadi di Tokyo poche settimane fa quando solo a Cheung, atleta di Hong Kong. L'argento arriva dopo l'oro di Rio ed allora a qualcuno sembra un fare un passo indietro. Cinque anni dopo Daniele Garozzo è sempre protagonista.

"Ha fatto male, c'è poco da dire", aveva detto a caldo il 26 luglio, una volta messa al collo la medaglia d'argento. La verità è che però quel secondo posto Daniele Garozzo è andato a prenderselo con la tenacia e la grinta di un fuoriclasse.

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"E' vero - dice -, anche perché non è stato un anno facile. A differenza di altre Federazioni la nostra non ha in pratica organizzato gare, nell'ultimo anno e mezzo ci siamo in pratica solo allenati. E qualcosa abbiamo pagato. La scherma ha sempre abituato gli italiani ad una messe di medaglie, spesso pregiate: questa volta il bottino complessivo è stato meno ricco, ma ci può stare". "La mancanza del pubblico? Si è sentita eccome, è stata un'Olimpiade surreale, abbiamo vissuto in una bolla".

E il covid? "I giapponesi hanno avuto paura di creare nuovi focolai, le regole sono state osservate con grande rigore: noi del team Italia eravamo tutti vaccinati. Questo è l'unico modo per uscire da questo incubo".

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Lucido e sempre diretto, il fiorettista siciliano che si allena al Frascati Scherma e che tira per le Fiamme Gialle, però, va anche oltre. "Fino ad una ventina di anni fa l'Europa riusciva a fare sempre la parte del leone nella scherma: ora le cose sono cambiate, ci sono molte nazioni emergenti, il ricambio è continuo ed arrivare tra i primi è più difficile, inutile negarlo. Pensare ripetersi...". "In rampa di lancio ci sono nazioni come l'Egitto, la "solita" Corea, la Tunisia. A Rio aveva steccato la Francia, a Tokyo è quasi sparita la Germania: la geografia della schema mondiale cambia velocemente".

L'argento di Tokyo, per questo, vale letteralmente... oro. "Ma dopo la delusione resta l’orgoglio di aver compiuto un’impresa sportiva che, nella storia della mia specialità, era riuscita a soli 2 italiani ed a nessuno nel dopoguerra" , ha scritto Garozzo in un bellissimo post pubblicato nei giorni scorsi sulla sua pagina, corredando il suo pensiero con la bellissima foto qui sopra pubblicata.

"La scherma azzurra ha dato moltissimo all'Italia, ma mi chiedo: quanto l'Italia ha dato alla scherma? Mi spiego. Di scherma si parla ad alti livelli ogni quattro anni, ma il resto del tempo è difficile trovare spazi: questo si traduce in poca possibilità di mettersi in mostra ma anche di attirare grandi sponsor. Purtroppo è così". E, riprendendo quel post, "quale sarà il giorno in cui i campioni del mio sport verranno raccontati come meritano?".

Il discorso di Daniele, uno che meriterebbe di essere portato in trionfo, non fa una grinza.

"Mettiamoci pure - aggiunge - che la scherma di oggi assomiglia alla scherma degli anni '60. Continuiamo ad essere uno sport chiuso in se stesso, lento nei cambiamenti. Noi giovani per primi dobbiamo essere interpreti di un cambiamento che è diventato necessario. Anche perché le nostre scuole hanno esportato il prodotto tecnico, l'aspetto fisico sta diventando sempre più importante ed è giusto che tutto il movimento cresca". Garozzo parla già da dirigente in fasce...

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Ai Castelli, come detto, Garozzo è di casa. "A Monte Porzio Catone, dove vivo da anni, sto benissimo. Sono stato fortunato ad incontrare questa realtà: il Frascati Scherma, poi, è la mia famiglia. Sono orgoglioso di portare il nome di questa città in alto nel mondo: sono orgoglioso di portare in alto il nome di Stefano Simoncelli, che a questa società ha dato così tanto. Così come devo ringraziare il mio gruppo sportivo, quello delle Fiamme Gialle".

La laurea arriverà in primavera, la specializzazione ancora da decidere. "Ho diverse idee, vediamo", dice Garozzo. E su Parigi... "Ora vacanze, poi vediamo. Mi confronterò col mio maestro, Fabio Galli, vedremo come ripartire". Mancano 3 anni, la strada è lunga.

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