"Il cinghiale: la peste del ventunesimo secolo (?)”

Pubblicato: Venerdì, 23 Luglio 2021 - Redazione attualità

FRASCATI (attualità) - La riflessione di un lettore sull'annoso problema cinghiali

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Riceviamo da un lettore in merito alla questione cinghiali e pubblichiamo.

“Sui cinghiali si scrive molto e quasi sempre con toni allarmistici o, comunque, negativi. Spesso, anche al di là della cronaca, condendo gli articoli con aggettivi da film di guerra preceduti da titoli acchiappa lettori. Questo è un fatto riscontrabile in tutta la stampa italiana e nelle testate on-line. Basterebbe seguire una qualsiasi rassegna stampa settoriale e chiunque se ne potrebbe rendere conto. L'opinione della gente comune, spesso, si forma proprio grazie a ciò che viene letto sui mezzi di informazione e, di conseguenza, si recepisce la negatività di cui sopra e si assimila una sola, presunta, verità: i cinghiali sono troppi, cattivi, grandi, prolifici, pericolosi e immessi dagli ambientalisti. La cura? Una sola! Sparargli o catturarli per poi inviarli comunque al macello (in un modo più diretto ma almeno “sincero” o mediante operazioni ipocritamente spacciate per altro).

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Si va avanti così in tutta l'Italia, da anni e anni. Al ritmo di decine di migliaia all'anno. Prevenire? Mai!
Riflettere? Peggio! Spariamogli e facciamone salsicce o condimento per fettuccine: ecco l'opinione che va per la maggiore... e giù a ridere (per chi lo fa) come deficienti decerebrati.

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Quali sono le basi per affermare categoricamente questa, presunta, verità? Gli avvistamenti di cinghiali in prossimità dei centri urbani e, a volte, anche all'interno delle metropoli italiane, gli incidenti stradali che coinvolgono questi animali, i danni causati all'agricoltura e, non di rado, ai giardini delle abitazioni. Su queste basi si formano gli articoli dei giornali e si diffonde l'opinione che i cinghiali siano la peste del ventunesimo secolo.

Si possono negare queste basi? Certamente no. Tuttavia, dedurre che, date queste basi corrette, si possa semplicemente attribuire ai cinghiali lo status di unici guastatori della bella quiete (pare vero...) che ammanta tutto, è indice di una maniera di ragionare che non tiene conto di un'altra realtà complessa, altrettanto innegabile. Quale? Il contesto che accoglie i cinghiali, e cioè il mondo che l'uomo ha plasmato a sua immagine e somiglianza, relegando la fauna selvatica al ruolo di elemento fastidioso da eliminare, oppure da tollerare ma sole se utile. I cinghiali sono utili? Certamente! Per questo si possono tollerare!

Possono tollerarli i cacciatori (salvatori della Patria), che li additano a mostri ma non possono farne a meno per i loro (legali) svaghi sanguinari (ben distanti dalle normali dinamiche predatore/preda che vengono additate, anacronisticamente, come nobile ispirazione). Possono tollerarli i bracconieri, per i medesimi motivi (stavolta illegali) dei cacciatori. Possono tollerarli i produttori di armi, ben felici di vendere il loro strumento di morte a entrambi. Possono tollerarli i produttori di derivati del cinghiale a scopo alimentare e tutta la filiera del settore sino ai ristoratori. Insomma, fa comodo a molti la presenza del cinghiale e, per questo, i molti tollerano (anzi benedicono intimamente e
alimentano in ogni modo, legale e non) la presenza di questo mammifero erbivoro, pur non perdendo occasione per maledirlo pubblicamente. Ai cittadini, impauriti per la presenza di animali selvatici in prossimità di un luogo urbano, cosa viene dato in pasto come soluzione? Che i cinghiali si prendano su e si spostino altrove. Dove e come? Non importa. Da dove vengono e perché sono lì? Non importa. Torneranno? Non importa. La soluzione è definitiva, efficace ed economicamente sostenibile per la comunità? Non importa. Il problema è risolto per qualche giorno e tanto basta: nessuna domanda, nessuna obiezione.

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E quale sarebbe il mondo che l'uomo ha plasmato? Un mondo fatto di abitazioni, capannoni e infrastrutture che permeano capillarmente il territorio, frammentando quello naturale e togliendo spazio all'ambiente selvaggio. Un mondo sporco perché disseminato di rifiuti misti che fungono da cibo aggiuntivo per quegli animali che, spodestati dal loro luogo naturale, sono costretti a elemosinare il nostro scarto o quello dei nostri animali domestici (amati dall'uomo pur essendo “derivati” di quelli selvatici che, paradossalmente, tanto odiamo). Un mondo nel quale scorrono strade che tagliano a metà boschi e praterie, senza passaggi per la fauna che, carnefice e vittima nello stesso tempo, può causare danni ai veicoli e alle persone e che però, quasi sempre, paga con la sua stessa vita... vita che, però, conta zero come quella di tutti quegli animali d'allevamento che trattiamo come insignificanti bersagli di tortura.

In questo mondo di profittatori umani e di sporcizia mista, si individua un solo responsabile a quattro zampe: il cinghiale. Cattivo (ma quando mai? Mica è un umano...), enorme (maschi adulti a parte, pesa spesso come un cane di grossa taglia e comunque ha davvero poco tempo per crescere perché, prima o poi, verrà “sparato” o catturato e poi mangiato), aggressivo (un animale prevalentemente erbivoro?), prolifico tipo ratto (la mortalità dei giovani nati è spesso devastante), ubiquitario (chi lo sostiene, spesso non entra in un bosco da anni e si limita ad osservare i cinghiali che rovistano tra i cassonetti), immesso dagli ambientalisti (ma davvero? Siamo sicuri?). E così, l'invenzione sensazionalistica diventa spaventoso presentimento, il presentimento diventa convinzione e la convinzione diventa realtà. Niente dubbi, nessuna alternativa, nessuna pietà,
nessuna autocritica.

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Bel mondo di ipocriti abbiamo creato, bel mondo di sparatori con licenza, di carnivori bipedi senza profonda coscienza, di amministratori spesso ciechi o qualunquisti, di cittadini zozzi, di cementificatori impenitenti, di giornalisti privi di iniziativa ma disponibili alla soffiata di comodo (basta una fonte chiacchierona e guai ad approfondire l'argomento chiedendo ad altri oppure, nel caso ultimo, omettendone le notizie rese in quanto non capaci di confermare l'opinione preconcetta). Nessuna eccezione? No, ce ne sono, ma poche.

Eppure, basterebbe ripulire le città dai rifiuti, informare la popolazione tramite notizie scientificamente fondate, moderare il sensazionalismo mediatico capace soltanto di acuire il conflitto sociale, recintare le coltivazioni e le aree a maggiore rischio di invasione (siamo sempre pronti a tirare su muri costosi e inferriate barocche ma raramente a spendere qualche decina di euro per rinforzare adeguatamente la vecchia rete cadente) o utilizzare la tecnologia non soltanto per andare nello spazio o parlare al telefono, collaborare tutti insieme, abolire totalmente la caccia (sì, esatto! Genera una quantità di effetti diretti e indiretti sulla demografia del cinghiale che, da sola, basta per incrementarne il numero a dismisura), creare qualche sottopassaggio o sovrappasso stradale come nelle nazioni più evolute, non perseguitare i predatori (come il lupo) a fucilate e bocconi avvelenati e il problema sarebbe, gradualmente e nel tempo, ridotto e magari anche risolto in quanto le dinamiche naturali e gli spontanei meccanismi di autoregolazione delle specie animali tornerebbero ad essere le uniche modalità di regolazione della densità animale.

Ma possiamo ragionare, noi italiani, da paese maturo e lungimirante? Possiamo prevenire le situazioni limite mediante azioni realmente risolutive? Possiamo accettare quel rischio che, come in ogni altra situazione, esiste ed è impossibile da eliminare? No! Ma scherziamo? E se poi un cinghiale ci mangiasse per intero, vestiti compresi? O spallasse a capocciate la nostra abitazione?

E allora, buone salsicce a tutti! Ridete alle battute idiote e continuate a plaudire chi imbraccia un fucile e chi scrive ipocrisie per placare la coscienza (sporca) popolare. Non pensate, non ragionate, continuate a individuare una specie animale come unica responsabile della nostra iniquità galoppante e vedrete che, piano piano, raggiungerete la totale incapacità di intendere e di volere”.

 

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Commenti  

# Oravla 2021-07-23 16:06
Sono d'accordo su tutto.
È la stessa situazione per la Sanità, I Trasporti i Servizi
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I cittadini non valutano le situazioni ma le digerisco o da tifosi.
Buona giornata.
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