STORIE & METALLO - Il giorno che Roma divenne Capitale d'Italia. 150 anni fa

Pubblicato: Mercoledì, 27 Gennaio 2021 - redazione attualità

RomaCapitale 1871 medaglia ilmamilioROMA (storie&metallo) - La legge 33 del 3 febbraio 1871 trasferiva la Capitale da Firenze alla Città eterna. A conclusione di un cammino lungo decenni

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Mancava qualcosa. O meglio: mancava molto. Mancavano due belle fette di quella che si riteneva l'Italia quale entità linguistica e culturale, per poter ritenere completata l'impresa.

Re Vittorio Emanuele II, ma soprattutto l'ineffabile conte Camillo Benso di Cavour, sapevano bene cosa restava da fare: annettere alla neonata Italia il triveneto (l'attuale Veneto ed il Friuli, Trieste escluso, ma anche il Trentino) e soprattutto Roma col Lazio.

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Le imprese, i plebisciti, le azioni politiche e quelle militari degli anni precedenti che avevano portato all'Unità erano insomma ancora da completare.

Un po' per non rovinare del tutto i rapporti con Papa Pio IX (comunque accerchiato), un po' per prendere tempo e non ultimo per chiudere la cintura settentrionale e dare una nuova bastonata all'Austria, nel 1866 l'Italia preferì gettarsi a capofitto in una comunque complessa Terza Guerra di indipendenza, anche per tramite di Francia e Prussia. Il 22 ottobre anche Venezia votava con un plebiscito l'annessione all'Italia.

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Chiusa, dunque, in pochi mesi la questione settentrionale (più grazie alla politica che al campo, viste le batoste rimediate a Custoza e a Lissa), restava il non trascurabile affare di Roma. Cosa fare?

L'occasione era già parzialmente arrivata nel 1864 quando l'Italia aveva stipulato la "convenzione di settembre" con la quale, formalmente, la Francia si impegnava a ritirare le sue truppe da Roma ma in cambio Re Vittorio Emanuele II avrebbe dovuto dare concreto segno di rinunciare alla conquista della città eterna spostando la Capitale della neonata Nazione italiana in un'altra città. Poi individuata in Firenze.Comunita Tuscolana banner

Appariva chiaro, presumibilmente, che la "convenzione" avrebbe avuto vita breve e che, di fatto, sarebbe stata semplicemente un diversivo.

A dare la mazzata finale alla protezione francese dello Stato Pontificio sarebbe poi comunque stata la disfatta dell'esercito di Napoleone III a Sedan, con conseguente sconfitta nella guerra franco-prussiana e disfacimento dell'Impero francese.

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A quel punto, e davvero, il più fu compiuto. Senza l'ingombrante influenza francese, senza più Napoleone III tra i piedi (l'imperatore venne deposto in fretta e furia per far spazio al ritorno della Repubblica), senza più grosse influenze straniere (l'Austria stava riorganizzandosi, la Germania aveva appena scoperto di poter essere grande), Vittorio Emanuele II ruppe gli indugi e decise che era arrivato il momento di definire, una volta per tutte, la questione romana.

Questione chiusa senza troppi problemi a conferma che il nodo era più politico che militare. Il 20 settembre 1870 attraverso la breccia di Porta Pia le truppe italiane entravano nella Roma papalina senza incontrare resistenza e ponendo fine al potere temporale del Papa dopo secoli e secoli.

Ebbene, il 3 febbraio 1871 con la legge 33, Re Vittorio Emanuele II trasferiva (per ora definitivamente) la Capitale del Regno d'Italia da Firenze a Roma.

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Un trasferimento ricordato nella grande e bella medaglia sopra riportata: l'allegoria dell'Italia, che pochi anni prima si era limitata a stringere la mano al Re, stavolta si inchina al Savoia.

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Nel rovescio della medaglia, dall'importante diametro di 76 millimetri per un peso di quasi 170 grammi, è ben descritto il peso del momento: "Servitore e vindice, Vittorio Emanuele II, fatta legge il 3 febbraio 1871, anno 2624 dalla fondazione della Città".

Allora, solo allora, Roma divenne Capitale d'Italia. Proprio 150 anni fa.

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Per info sulla medaglia: 331.91 88 520

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