Il rischio più grande dei nostri giorni: il 'vuoto di senso' che si aggira tra noi

Pubblicato: Giovedì, 27 Agosto 2020 - Fabrizio Giusti

Nel deserto della Mauritania, incanti tra le duneFRASCATI (attualità) - Una riflessione tra tuttologi, venditori di fumo, pandemia

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Beati voi, come vi invidio.

Invidio chi ha il tempo di sostituirsi alla scienza, alla religione, agli organi inquirenti, ai governi, alle opposizioni, al dolore o alla sofferenza altrui, alla vita e alla morte. Invidio la vostra superba e incredibile capacità di avere una risposta sempre pronta, su tutto, con una certezza incrollabile.

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Sapete giudicare qualsiasi cosa. Sapete come risanare i conti dello Stato, i problemi della società, come curare le malattie, ricercare scomparsi, annientare i virus, trovare i responsabili degli omicidi. Avete la soluzione dei problemi geopolitici. Vi scagliate addosso contro qualcuno perché evidentemente vi consola trovare comunque un colpevole di qualcosa che vi allontani dal pensiero sulla vostra esistenza e dalle domande più difficili da porsi: quelle verso la propria persona.

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Esorcizzate ciò che non conoscete o di cui avete paura spalando in giro riflessioni abbarbicate su teorie discutibili, complotti, strategie occulte. Seguite il primo cane che abbaia e che fa finta di essere antitetico al sistema delle cose, gli date consenso, supporto. Poi, come passa di moda, ve ne dimenticate. Cambiate ancora parere, fate finta di nulla non ammettendo mai l’errore e giustificando le vostre contraddizioni col vento che cambia e che va cavalcato. Il vento che porta lo stesso odore nauseabondo di prima. Magari lo stesso fango, la stessa menzogna, la stessa precaria identità.

A volte, però, non esiste una soluzione per i problemi che incontriamo, non è vero che ‘tutto si aggiusta’, non esiste una verità piena e assoluta, neanche una cura breve e risolutiva per i nostri mali sociali o fisici.

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Per questo vi invidio. Perché non avete opinioni, come è legittimo, ma annunci di fede incontestabile. Conoscete ogni meccanismo, ogni segreto che governa il mondo e l’esistenza.

Io no. Sono sempre accompagnato dal dubbio che mi avvolge, consiglia, accompagna. E tra l’altro neanche basta a rassicurarmi.

La pandemia non è il rischio più grande per l’umanità. Passerà. Il rischio più grande è il vuoto di senso che si aggira tra noi, da tempo. E’ una mancanza che tende a trasformarsi in quella ferocia che periodicamente, nella storia, sale dai punti più reconditi fino alla massa - come l’acqua che non trova sfoghi - e diventerà irrimediabilmente visibile solo quando avrà iniziato già ad aggredire, a ingoiare e ad inondare tutto, anche la coscienza civile.

Così mi tengo i miei dubbi. Pure correndo il rischio di essere un irrisolto. Perché sono la forma più alta di educazione che conosco.

 

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