Grottaferrata e la Carta Archeologica: dentro i sarcofagi dell’Ipogeo delle Ghirlande. Le evidenze mai indagate nei pressi della catacomba
Pubblicato: Lunedì, 11 Maggio 2020 - redazione attualitàGROTTAFERRATA (attualità) – La 50a puntata parlerà delle importanti scoperte nell’analisi dei corpi di Ebuzia e Carvilio
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Si conclude, con la 50a puntata, lo speciale di quattro articoli dedicati completamente alla straordinaria scoperta dell’Ipogeo delle Ghirlande nel 2000. Indagheremo questa volta i corpi ritrovati e i tesori che furono rivenuti all’interno dei sarcofagi.
L’APERTURA E IL SARCOFAGO DI EBUZIA- Le operazione di apertura del sarcofago di Ebuzia Quarta furono condizionate dalla presenza di alcune fessure osservate su una parte del coperchio. La precauzione di rimuovere prima i frammenti marmorei fu dovuta alla necessità di evitare una loro caduta all’interno durante lo spostamento ed il sollevamento della pesante copertura. Il corpo di Ebuzia fu rinvento appena percepibile, perché ricoperto da un manto vegetale costituito da centinaia di piccole ghirlande che lasciavano intravedere una piccola parte della testa ove si notava una larga benda di stoffa di colore marrone chiaro, sotto la quale si distingueva la reticella d’oro ricoperta da un tessuto pregno di incrostazioni calcaree. Anche gli arti inferiori erano scoperti, ma in corso di scavo si è compreso che ciò fu dovuto al crollo dello stucco con cui venne effettuato in antico il restauro del coperchio nella parte interna, probabilmente danneggiato durante le fasi di trasporto.
Il corpo era adagiato su uno strato di sabbia di fiume avvolto in un tessuto. Della veste erano rimasti pochi frammenti. Il manto vegetale ricopriva la defunta, e sopra ad esso era steso un velo di seta. La testa poggiava su un cuscino, mentre un mazzetto di fiori era deposto sul petto. Sotto il mento, fu rinvenuto un nocciolo di dattero. Il corredo personale era costituito da un anello d’oro a fascia, con castone in cristallo di rocca lavorato a cabouscion, il quale conferisce rotondità ad un ritratto al vero sottostante, finemente eseguito su lamina in microrilievo, con capigliatura a folti ricci, naso aquilino e labbra sottili. Uno straordinario gioiello dell’antichità.
Le ossa della parte superiore del corpo recavano evidenti tracce di combustione; inoltre il totale collasso del viso e del cranio permisero di ipotizzare che la morte di Ebuzia sia avvenuta a causa delle diffuse ustioni riportate. Tutto lascia pensare che il corpo sia stato ricomposto e quasi completamente ricoperto da centinaia di piccole ghirlande, assenti ad esempio nella sepoltura di Carvilio. E’ dunque probabile che la donna sia stata sepolta con una parrucca, fortunatamente ben conservata nei capelli, nei lacci di cuoio, nell’involucro interno sormontata dalla reticella tessuta con doppio filo d'oro finissimo, e quindi impalpabile al tatto, formante un motivo a nido d’ape e applicata ad un velo trasparente. La larga benda di tessuto di colore marrone che ricopre trasversalmente la parrucca, fu usata forse per fissarla alla testa durante le operazioni di trasporto della salma.
Le operazioni di scavo e di recupero, per la loro complessità, richiesero l’intervento di molti specialisti. Alla tradizionale documentazione fotografica relativa allo scavo stratigrafico, si è accompagnata una sistematica opera di campionatura attraverso numerosi prelievi.
L’INTERNO DEL SARCOFAGO DI CARVILIO GEMELLO - Una preventiva ricognizione endoscopica compiuta in collaborazione con l’Istituto Centrale del Restauro, eseguita con l’intento di accertare le condizioni della deposizione, consigliò di aprire il sarcofago di Carvilio all’interno dell’ipogeo per una corretta valutazione complessiva dello stato dei reperti. Il corpo di Carvilio era avvolto in un sudario e ricoperto interamente di fiori. Cinque grandi ghirlande ricoprivano la metà superiore del corpo, una delle quali disposta attorno alla testa. Il buono stato di conservazione delle ghirlande riuscì a far comprendere la loro fattura composita.
Come per Ebuzia, anche Carvilio recava sul petto un ramo vegetale, ben conservato. Dopo una prima campionatura, la possibilità di trasportare il corpo entro il sarcofago - contrariamente a quanto avvenuto per Ebuzia, intrasportabile a causa della consistenza del manto vegetale, simile alla cenere, che la ricopriva – sconsigliò un intervento in loco. Pertanto il sarcofago, con il corpo di Carvilio Gemello, fu trasportato, il 5 gennaio 2001, a Tivoli, presso il laboratorio di antropologia della Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio.
GLI ALTRI RESTI - Sul pavimento, tra i due sarcofagi e l’angolo della cella, furono rinvenuti alcuni resti ossei umani semicombusti, forse appartenenti a due diversi individui. Non rimaneva alcuna traccia dell’urna (o delle rispettive urne) forse eseguite con materiale deperibile.
VILLA SENNI - Sondaggi archeologici preventivi condotti tra la fine del 2006 e gli inizi del 2007 dalla Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio tra i due mausolei misero in luce alcune strutture antiche ed un tratto di Via Latina nell’area a sud ovest della catacomba. In particolare è stato evidenziato un lungo tratto di muro probabilmente delimitante il recinto funerario pertinente al mausoleo forse già documentato da P. Rosa poco dopo la metà dell’800. Servirebbero ulteriori indagini, anche attorno all'area dell'Ipogeo, ove si ipotizza la presenza di altre tombe.
Le altre puntate:
7 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)
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10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea
11 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte
21 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Villa Muti, Villa Grazioli e i resti di età imperiale
24 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: strade e tombe verso S.Anna. Le ville romane della zona
25 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: le grandi ville di Campovecchio e ‘Formagrotta’
34 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Roseto fino a Madonna della Molara e Via San Nicola
41- Grottaferrata e la Carta Archeologica: ancora tra Villa Senni e Ad Decimum. Curiosità e scoperte
Info:
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