STORIE - Frederick Rolfe: il "Baron Corvo" tra erotismo e fotografia a Genzano di Roma

Pubblicato: Lunedì, 13 Aprile 2020 - Giulia Bertotto

rolfe baronCorvo ilmamilioGENZANO (storie) - Personaggio controverso ed eccentrico, visse anche ai Castelli romani

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Frederick Rolfe, di origni londinesi, viene ricordato come scrittore e fotografo, noto anche per i suoi scatti sensuali e scandalosi; nelle sue foto ritraeva spesso soggetti maschili giovani, quasi nudi, con i loro corpi vitali e prestanti. Rolfe, nato a Londra nel 1860 e morto a Venezia nel 1913, conosciuto come “Baron Corvo”, nome che egli stesso si diede, era un personaggio eccentico e difficile. Visse a Roma e in seguito a Palazzo Sforza Cesarini di Genzano. Le passeggiate nelle campagne dei Castelli Romani ispirarono la stesura di “Stories Toto Told me” dove Toto era il nome di un ragazzo a capo di un gruppetto che lo accompagnava in queste passeggiate.

La sua vita e la sua attività artistica è stata sempre molto discussa e controversa, venne infatti accusato di nobilitare la prostituzione maschile, di essere paranoico, di avere un carattere irascibile e una fantasia perversa. Il suo rapporto con il cristianesimo fu complesso, infatti per un periodo della sua vita pensò di prendere i voti, ma venne espulso dal seminario per due volte, e così non divenne sacerdote. Dunque visse un profondo conflitto tra spiritualità e carnalità, distacco e godimento.

Il suo romanzo più famoso è “Il desiderio e la ricerca del tutto” scritto nel 1910, ma edito solo nel 1939. Un'opera sofisticata, carica di contenuti simbolici. Gran parte della sua produzione sembra investire nella riflessione sul senso dell'eros, dell'omosessualità e del desiderio.

Nel “Il desiderio e la ricerca del tutto” l'autore esalta la bellezza fisica dei ragazzi veneziani, quasi con un afflato di sacralità:

“La gioventù di Venezia ha un fisico tanto splendido quanto da nessun'altra parte. In una città in cui ognuno nuota dalla culla e in cui quasi chiunque abbia più di cinque anni ha remato (in equilibro e spingendo più che tirando) da venti o trenta generazioni (...), è possibile vedere (e senza cercarli) gli occhi penetranti, svelti e freddi, i colli nobili e saldi, le spalle opulente, le braccia gagliarde, i petti assolutamente splendidi, i tronchi flessibilmente muscolosi inseriti nei (e sorgenti dai) fianchi ben compatti, le gambe lunghe, snelle, fasciate da nervi (...)”.

Questo libro narra le vicende di un inglese a Venezia, che si acompagna con ragazzo splendido dal nome Gildo, che in realtà è una ragazza ma veste come un ragazzo,in una sorta di gioco autobiografico. Il titolo dell'opera riprende da una riflessione del filosofo Platone “Chiamiamo amore il desiderio e la ricerca della completezza”. Tra le campagne dei Castelli e il sogno veneziano, Rolfe visse in modo inconcludente dal punto di vista economico, perciò solo e povero, visse i suoi ultimi anni in una gondola nella sua amata Venezia.comeDonare ilmamilio