Greenpeace, lottare per il pianeta mentre i mostri avanzano

Pubblicato: Venerdì, 15 Settembre 2017 - Fabrizio Giusti

ACCADDE OGGI – Un’avventura partita con tre persone. Oggi sono milioni i sostenitori

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Partirono in tre, ed erano abbastanza. Parafrasando la celebre canzone di Antonello Venditti, “Bomba o non bomba”, si può sintetizzare la nascita di Greenpeace. Era esattamente il 15 settembre del 1971. Un gruppo composto da tre ambientalisti e pacifisti - Jim Bohlen, Irving Stowe e Paul Cote - noleggiano un peschereccio ("Phyllis Cormack") salpano da Vancouver e navigano alla volta dell'isola vulcanica di Amchitka, in Alaska. Uno solo è l’obiettivo: opporsi ai test nucleari del governo degli Stati Uniti, sotto la Presidenza del Presidente Nixon. All'azione prendono parte un fotografo e un gruppo di giornalisti.

Il viaggio finisce due settimane più tardi, quando il peschereccio viene bloccato dalla Guardia Costiera per non aver eseguito i controlli doganali. I test vengono effettuati ugualmente il 6 novembre. Nonostante il fallimento pratico dell’iniziativa, l’azione del peschereccio ha grande risalto mediatico. E’ l'inizio delle attività di Greenpeace. Da quel giorno sull’Amchitka non sarà più effettuato alcun esperimento. L’anno dopo la campagna si sposta contro le bombe francesi nell'atollo di Mururoa (Polinesia francese) e nelle acque del Pacifico. A guidare le operazioni è David McTaggart, a bordo del suo "Vega" in compagnia di altre cinque persone. Grazie alla loro costanza, le operazioni vengono ritardate. La notizia della protesta si diffonde e nel 1974 la Francia annuncia la fine di ogni operazione su quel luogo. L'anno successivo prende piede una delle campagne più celebri dell'associazione ambientalista, quella per la difesa delle balene. Affrontando direttamente le navi, posizionandosi tra queste e i cetacei in modo da impedirne l'uccisione, i militanti creano quel movimento di opinione pubblica che porta, sette anni dopo, nel 1982, la Commissione Baleniera Internazionale a votare l'adozione di una moratoria della caccia a scopo commerciale delle balene che è tutt'ora in vigore.

Un'altra azione che ha segnato la storia di Greenpeace è quella della nave "Rainbow Warrior". Obiettivo dell'operazione era evacuare la popolazione dell'isola di Rongelap, colpita dalle radiazioni dei test nucleari condotti dagli americani tra il 1948 e il 1956 e trasferirla sull’isola di Mejato. Terminata l'operazione, la nave avrebbe dovuto dirigersi verso Mururoa, ma due esplosioni squarciano il mezzo nel porto di Auckland (Nuova Zelanda). E’ il 10 luglio del 1985. Nell'incidente muore il fotografo Fernando Pereira. Le inchieste ufficiali non hanno mai accertato responsabilità precise.

Greenpeace è stata un’onda che partendo da quei mari nei pressi di Vancouver ha travolto pacificamente il mondo. Nel 1986, pochi mesi dopo il disastro nucleare di Chernobyl, l’organizzazione si radica ufficialmente in Italia, prima sponda del Mediterraneo, poco tempo prima il primo referendum contro il nucleare del 1987.

L'azione diretta e non violenta, la scientificità, l'indipendenza, l'autonomia. E’ la storia breve di un racconto lungo, quello appena descritta, che non riesce a spiegare le vicende umane, le lunghe lotte, le sconfitte e le vittorie di un gruppo di uomini che iniziarono la propria avventura con il solo scopo e la sola motivazione di vedere il mondo ‘verde e pacifico’ sotto la spinta ideale della fine degli anni sessanta e della scoperta delle tematiche ambientaliste o pacifiste.

Quel piccolo gruppo di attivisti su una vecchio peschereccio che si mosse per fermare delle bombe atomiche è oggi un'organizzazione che raccoglie almeno due milioni e mezzo di sostenitori e che si è radicata in oltre 40 nazioni. Allora si credeva che anche pochi individui determinati, come accaduto più volte nella storia, potessero fare la differenza e cambiare l’ordine costituito delle cose. Quella spinta è rimasta tale, in fondo, sopratutto al momento dell'azione.  Contro i mostri dell'inquinamento e della guerra.

(foto tratta dalla rete)

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