"El Camino" è uno strazio: Breaking Bad è lontano anni luce. Quanto mancano Walter, Mike e Saul...
Pubblicato: Domenica, 27 Ottobre 2019 - Marco CaroniFRASCATI (serie) - L'attesissimo sequel Netflix di BB delude: Jesse Pinkman non basta, ora bisogna attendere la quinta stagione di "Better Call Saul"
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Siamo sinceri: non resterà che attendere (sembra non molto) la quinta stagione di "Better Call Saul" per tornare a respirare davvero quella magia innescata con tanta sapienza e tanta passione da "Breaking Bad".
Perché chi attendeva il film è rimasto inevitabilmente deluso.
"El Camino", lento fino all'esasperazione (particolare questo che poteva andare bene per un episodio di BB, non certo per un lungometraggio) e sostanzialmente senza alcun acuto, avrebbe insomma dovuto portare i fan verso un nuovo possibile filone della straordinaria saga: ed invece nulla.
Jesse Pinkman (Aaron Paul) è l'ombra di se stesso: diciamo la verità, non che il personaggio probabilmente più "banale" della serie potesse trasformarsi in un clamoroso supereroe, ma visto che di fatto - James Morgan "Jimmy" McGill alias Saul Goodman a parte - era l'unico rimasto vivo dopo l'ultima puntata di BB, sarebbe stato più che lecito attendersi di più.
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E così il film - il cui nome è tratto dal modello di un'auto, la "El Camino", una Chevrolet del 1968 - è una noia mortale. E non succede praticamente nulla di rilevante. Si apre con Jesse che parla con Mike (quanto manca...) in merito al suo futuro, con Mike che gli consiglia di rifarsi una vita in Alaska ed il seguito è uno stanco inseguimento del proposito. Il finale lo lasciamo al lettore.
La foto che abbiamo scelto IN ALTO è emblematica della poca brillantezza del prodotto: Jesse, impegnato a cercare i soldi in casa del fu Todd Alquist che lui stesso aveva ucciso nelle ultime scene di BB (un Todd qui ingrassato decisamente troppo, povero Jesse Plemons preso di mira dalla critica), trova una torcia e decide di soffiare su un... accendino col quale si stava facendo luce. Sconsiderato. Imperdonabile.
L'unico tuffo di cuore gli autori lo regalano gettando nella mischia (al rallenty, ci mancherebbe) per qualche minuto Walter White (cavolo quanto ci manca... cavolo), ovvero il buon indimenticato Brian Cranston. Ci voleva, almeno questo.
Stavolta, dunque, Vince Gilligan non colpisce il segno ed è un immenso peccato. La speranza è che Saul Goodman possa "risarcire" i milioni di fan di Breaking Bad delusi dal film con un seguito all'altezza delle aspettative e del pregresso.
Better Call Saul, ci resti solo tu.
VOTO: 4,5.