6 gennaio 1907: la ''Casa dei bambini'' di San Lorenzo. Maria Montessori e il suo metodo

Pubblicato: Domenica, 06 Gennaio 2019 - Fabrizio Giusti

ACCADDE OGGI - Una tappa fondamentale per il riscatto dell'educazione

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Maria Montessori (Chiaravalle, 31 agosto 1870 – Noordwijk, 6 maggio 1952), fin dai primi anni di studio aveva manifestato un innato interesse per le materie scientifiche, per la matematica, la biologia.

Giunta all’Università, presso la Facoltà di Medicina dell'Università "La Sapienza" di Roma, iniziò un importante percorso di conoscenza che la portò a sostenere l’impegno a favore dei fanciulli dei quartieri poveri di Roma. Idea, questa, che maturò nelle lezioni di igiene sperimentale tenute dal professor Angelo Celli,  fermamente convinto che le malattie più diffuse (malaria e tubercolosi) erano espressione della marginalità sociale e che dunque si sarebbero potute debellare solo con l'impegno dello Stato e delle sue competenze più raffinate.

Nel 1896 la Montessori è la terza donna italiana a laurearsi in medicina (la tesi aveva come  titolo "Contributo clinico allo studio delle allucinazioni a contenuto antagonistico"), con la specializzazione in neuropsichiatria. Studia pediatria all'Ospedale dei bambini, nei reparti del San Giovanni di Roma, al Santo Spirito. Ma già negli anni che avevano preceduto la laurea si era orientata verso la ricerca e l'osservazione nelle sale del manicomio dell'ospedale di Santa Maria della Pietà di Monte Mario. Ottiene la nomina di assistente presso la clinica psichiatrica dell'Università di Roma, in collaborazione con Giuseppe Ferruccio Montesano, dedicandosi al recupero dei bambini e delle bambine con problemi psichici.

Il lavoro in clinica la porta ad entrare in contatto con gli ambienti scientifici europei e con la letteratura scientifica di primo Ottocento a proposito dei casi di 'fanciulli selvaggi' - allevati da animali in zone isolate - oggetto degli esperimenti rieducativi tentati da Jean Marc Itard e da Édouard Séguin.

Maria è una donna impegnata: al Congresso Femminile di Berlino, nel 1896, parla del diritto alla parità salariale tra donne e uomini. Ancora oggi è un tema di attualità.

Fissati comunque i suoi interessi, soprattutto nel campo dell'educazione, si laurea in filosofia. Con il collega Montesano svolge una ricerca sui bambini 'ritardati'. I due avranno anche un legame sentimentale, da cui nascerà un figlio: Mario.

All’inizio del ‘900 la Montessori decide di lasciare un’impronta in un quartiere romano dove regnano la povertà e l'analfabetismo, San Lorenzo, e di mettere in pratica i suoi apprendimenti.

La sua è un'opera di redenzione morale e sociale. Dona, nella sostanza, una struttura a coloro che si affacciano all'esistenza. La costruisce in un luogo ritenuto persino 'malfamato', un rione sorto tra 1884 e il 1888 in un periodo storico in cui le abitazioni nella Capitale sorgevano in preda ad una forte espansione edilizia ma con scarso criterio sociale, igienico, razionale, in un quadro di disattenzione politica, di subaffitto, speculazione, promiscuità, abbandono.

Il 6 gennaio del 1907 viene inaugurata la ''Casa dei Bambini'', costruita in maniera che i ragazzi si sentissero completamente a loro agio, interagendo con l'ambiente e imparando le regole del vivere in comunità, liberi da nozionismi condizionanti. Questa lenta, graduale, positiva trasformazione ingloba, seppur tra mille diffidenze, un cambiamento radicale a partecipato ove le madri lavoratrici lasciano i figli con l'obbligo di tenerli puliti e di coadiuvare l'opera educativa della direttrice. Nelle stanze della scuola i ragazzini vengono seguiti nello sviluppo fisico, nel linguaggio, nell'educazione della vita pratica grazie al supporto di un materiale didattico speciale. E' l'inizio di un viaggio, lungo ed affascinante, che cambierà l'istruzione italiana.

Montessori con la sua idea muta il concetto di educazione attraverso una condizione del tutto nuova del bambino. Un'idea rivoluzionaria, che la portò, in seguito, a viaggiare in tutto il mondo e soprattutto negli Stati Uniti per diffondere questa prospettiva.

Nel 1922 arriva al potere il Fascismo. In principio Mussolini accetta il suo metodo, interessato a risolvere il problema dell'analfabetismo. Nasce anche l'Opera Nazionale Montessori, con sedi a Napoli ed a Roma e con presidente onorario lo stesso Duce. Tuttavia il regime si accorge che non riesce ad avere un controllo totale sul progetto. Iniziano anche a muoversi, nel contesto scientifico e scolastico, alcune critiche.

I rapporti tra metodo, Montessori stessa e governo si andarono gradualmente deteriorando. Nel 1934 giunse l'ordine di chiusura di tutte le sue scuole. Nel 1936 il Regime chiuse i portoni, per ordine del ministro Cesare Maria De Vecchi, della Regia scuola triennale del Metodo Montessori, che a Roma preparava i maestri fin dal 1928. L'educatrice, al momento di quest'ultima decisione, era già lontana.  A causa degli ormai insanabili contrasti con il regime, aveva abbandonato l'Italia nel 1934. Si recò in India, dove allo scoppio della guerra fu posta sotto regime di prigionia degli inglesi con suo figlio, in quanto cittadina di una nazione nemica, ma con la libertà di poter lavorare e di insegnare.

Fece ritorno in Italia nel 1947.

Attraverso il suo modo di interpretare l'educazione, la Montessori puntò sostanzialmente alla liberazione dell’infanzia e della sua difesa. Liberò un concetto fondamentale, ovvero che il bambino poteva essere il “padre dell’uomo”. Per questo quella "Casa" di San Lorenzo venne pensata in armonia e a misura del fanciullo, partendo nell'arredamento e transitando nei particolari, nei nuovi materiali di sviluppo.

''Io credo – disse la Montessori in quegli anni - che aver inteso la casa come strumento di essenziale progresso civile, cioè aver risolto il problema di poter direttamente modificare l'ambiente delle nuove generazioni, sia stato rendere possibile l'attuazione pratica dei principi fondamentali della pedagogia scientifica''.

Togliendo l’istruzione alla classificazione sociale più ottusa, la Montessori liberò milioni di bambini illuminando una strada fino a quel momento sconosciuta, riscattando il ruolo e la formazione di intere generazioni.