La lettera: “Vivere nei pressi di una stazione di servizio: i comuni dei Castelli monitorano le emissioni?”. Lo spunto per una riflessione

Pubblicato: Sabato, 25 Agosto 2018 - redazione attualità

CASTELLI ROMANI (attualità) – Salute e sicurezza sull’esposizione ai gas e al benzene, un tema silenzioso e poco affrontato

ilmamilio.it 

Nei giorni scorsi un articolo pubblicato da ilmamilio.it dove si rendeva pubblica la necessità da parte di alcuni cittadini del territorio (Grottaferrata, Rocca Priora) di avere maggiori più garanzie sul transito delle autocisterne di benzina nelle cittadine, aveva suscitato più di una curiosità. Un lettore, a tal proposito, ha voluto proporci questa particolare riflessione, questa volta di carattere generale su tutti i comuni dei Castelli Romani, per scandagliare un altro tema decisamente sotterraneo e poco dibattuto: ovvero i rischi per la salute dovuti alla vicinanza delle abitazioni alle stesse colonnine di carburante. Nei Castelli Romani, infatti, insistono diverse strutture posizionate in mezzo ai palazzi, sulle strade principali, a due passi da aree molto abitate, nelle piazze. Cosa si può fare per coniugare il diritto di esercizio all’attività dei distributori stessi e ogni diritto alla salute per chi ci lavora o per chi abita nelle immediate vicinanze? Questo il tema delle missiva, che di seguito riportiamo:

Anni fa mi colpì molto uno studio dell’Università della Murcia, in Spagna, che dimostrava come nei pressi dei distributori di benzina ci fosse una pericolosa dispersione nell’aria di sostanze inquinanti, polveri sottili dovuti ai gas di scarico delle auto e altri composti chimici emessi nel carico e scarico dalle cisterne. E’ un argomento assolutamente sottaciuto perché non conviene alle amministrazioni comunali, le quali dovrebbero ripensare il controllo se non addirittura le ricollocazioni di questi impianti in spazi più adeguati dei territori. Per alcuni anni ho abitato nei pressi di un distributore e ne so qualcosa. E’ stato dimostrato che la vicinanza con le colonnine è sconsigliata presso scuole, ospedali, alloggi in cui vivono persone anziane o bambini. Una faccenda delicata per gli stessi lavoratori e dipendenti che stanno per ore e ore in questi ambienti. Mi sono sempre domandato se le amministrazioni si preoccupino di effettuare monitoraggi costanti dell’aria. Nello stesso studio, risalente al 2011, la soglia di tolleranza che dovrebbe essere mantenuta tra distributori e abitazioni era fissato ad almeno 50 metri, al fine di mantenere una soglia di sicurezza da qualsiasi tipo di rischio. Si parla molto di antenne dei telefonini (giustamente), un poco di quell’inquinante silenzioso che è il Radon. Del problema da me esposto, seppur limitato, addirittura mai. Domanda: si è mai aperto un dibattito su questo problema? Perché non interessarsene?

Distinti saluti, grazie per l’ottima informazione che fate ogni giorno

Claudio De R.”

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La lettera del nostro lettore ci spinge ad una riflessione più ampia. In questi anni, infatti, il problema esposto dal signor Claudio non è mai stato preso in considerazione. L’argomento si è lasciato un po' andare perché di difficile gestione. Fare sintesi tra le necessità e i diritti dei distributori che lavorano e allo stesso tempo dare ordine al settore in termini di sicurezza è molto complicato. Negli ultimi anni qualche passo avanti è stato fatto. A Rocca di Papa, ad esempio, non funziona più da un paio di anni lo storico distributore di Piazza della Repubblica, ed anche a Frascati qualche struttura è stata dismessa. Così è accaduto in altre città delle colline romane e della provincia di Roma. In molte altre però la situazione è rimasta identica a trenta o quaranta anni fa. Distributori tra i palazzi, sui corsi principali dei paesi, a due passi da luoghi pubblici.

Self-service, benzina senza piombo o diesel. Da qualunque parte la si guardi, sono in tanti ad ignorare ciò che può accadere al nostro organismo quando veniamo sottoposti a sostanze potenzialmente nocive. Si pensa sempre soltanto all’odore che inaliamo, ma non a quello che respiriamo. E’ stato mai stato fatto uno studio approfondito sulla esposizione a gas e scarichi in queste aree?

Il Ministero della Salute, in materia di Composti Organici Volatili (COV), ossia quei vapori che vengono rilasciati dai carburanti liquidi, afferma che questi sono rappresentati da “numerosi composti chimici quali idrocarburi alifatici, aromatici e clorurati, aldeidi, terpeni, alcoli, esteri e chetoni”. Nell’elenco, ovviamente, vi è il benzene, classificato dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro come “cancerogeno”. Ovviamente, e questo è bene ribadirlo, gli effetti sulla salute dipendono da individuo a individuo. Tuttavia la questione rimane aperta.

Una legge obbliga da tempo i distributori a montare speciali dispositivi che risucchiano i vapori emessi dalla benzina, durante il rifornimento, in merito alla Direttiva Europea 126 del 2009. Essa stabilì che entro il 1° gennaio 2012 tutte le pompe di benzina avrebbero dovuto montare attrezzature specifiche. Quanti applicano questa direttiva? Generalmente pare abbia dato dei buoni risultati. Il 7 marzo 2017, nella Relazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio, è emerso che il dispositivo è “efficace, efficiente, coerente e pertinente” ed ha contribuito alla riduzione delle emissioni di COV durante il rifornimento dei veicoli a motore nelle stazioni di servizio. Va ribadito però che per chi vive in prossimità dei distributori non esiste invece un’indicazione europea precisa. Esistono, in sostanza, norme sulla tutela di chi si trova ad effettuare un rifornimento, ma non sembra sia stata posta la dovuta attenzione alle aree abitative situate attorno alle colonnine.

La questione continua così ad essere sospesa e priva di soluzioni puntali. L’unica strada, dunque, è monitorare. I Comuni lo fanno?

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