Guglielmo Abbondati: "Anche per Ciampino un futuro da (ri)scrivere"

Pubblicato: Giovedì, 23 Agosto 2018 - redazione politica

abbondati guglielmo4CIAMPINO (politica) - Una lunga riflessione dell'ex consigliere comunale ciampinese

ilmamilio.it - nota Facebook

Riprendiamo e pubblichiamo la nota pubblicata dall'ex consigliere comunale Guglielmo Abbondati su Facebook.

"In un post su facebook del 19 agosto, Enrico Mentana fa un’osservazione, in parte già espressa da altri autorevoli commentatori, sull’attuale fase del Partito Democratico. Dopo aver avuto in mano negli ultimi cinque anni tutte le leve del potere, guidato tre governi, eletto due Presidenti della Repubblica, controllato il Parlamento e deciso i vertici di tutto l’apparato del paese, quel partito oggi è completamente fuori gioco. Vi è la precisa sensazione che la storia abbia voltato pagina. La maggior parte dell’opinione pubblica non ne vuol nemmeno sentir parlare e addirittura, nel nuovo clima di consenso giacobino di cui gode il nuovo esecutivo giallo-bruno, per marchiare chi esprime un parere diverso lo si accusa di essere del Pd.
Oggi si registra il suo sostanziale, e forse irreversibile, fallimento politico e non sarà il cambiamento del nome o del simbolo, al centro della discussione all'interno di quel partito, ad arrestarne il destino finale.
Ma al capolinea sono giunte tutte le forme e le strutture politiche della sinistra degli ultimi venti anni, oggi totalmente incapace di saper comprendere le profonde trasformazioni che hanno segnato e accompagnato la crisi. La progressiva trasformazione dei luoghi e dei soggetti dell’agire collettivo in partiti personali, ha finito per segnare una rottura profonda con i settori sociali e culturali che storicamente si riconoscevano nel campo dei progressisti. Purtroppo le elezioni del 4 marzo hanno dato ragione a chi pensava che le proposte politiche in campo, nel nostro campo, fossero tutte drammaticamente insufficienti, prigioniere di gruppi dirigenti e leader, o presunti tali, che hanno anteposto l’interesse alla sopravvivenza rispetto all’idea di allargamento necessaria per recuperare ciò che negli ultimi venti anni è andato perduto.
E così le rabbie e le paure crescenti nella pancia del paese sono diventate lucroso investimento per una destra sovranista e regressiva, che sta cambiando perfino antropologicamente il tessuto civile e sociale delle nostre comunità. Ne è riprova il drammatico susseguirsi di episodi violenti e xenofobi che durante tutta l’estate hanno visto vittime stranieri nel nostro paese, alimentati dalla retorica dell’invasione e della sostituzione etnica, messa in campo demagogicamente al solo scopo di ottenere consenso elettorale, dagli imprenditori della paura e dell'odio sociale.
Ma il buco creato da un Pd fuori gioco, per citare ancora il Direttore di La7, è un male per tutti. E per tutti sarebbe un bene che quel vuoto fosse colmato da un'opposizione diversa, non nostalgica o animata dall'illusione di una prossima rivincita. Un’opposizione radicale, capace di riannodare prima di tutto i legami recisi tra le comunità, i territori e gli individui, ripartendo dalle persone, dalle associazioni, dalle esperienze civiche e politiche che animano buone amministrazioni, luoghi d’incontro e di partecipazione attiva, in cui vive, nonostante tutto, un’idea d’innovazione sociale, solidale e progressista.
Anche a Ciampino pensiamo sia necessario ripartire da qui. Con la fine anticipata dell’amministrazione Terzulli e il conseguente commissariamento, il Pd si è reso direttamente responsabile del tramonto di una lunga stagione di governo del centrosinistra. E non è soltanto la mancata approvazione del Bilancio di previsione a sancirne il fallimento. Perché di un fallimento politico si è trattato, benché la scongiurata dichiarazione di dissesto finanziario, sia stata vissuta come una sorta di rivalsa da parte dell’ex amministrazione.
Ci sono voluti più di 75 giorni di lavoro da parte della Dott.ssa Moscarella e dei sub commissari per arrivare a capo del documento di programmazione economico finanziaria, che l'amministrazione Terzulli non è stata in grado di portare in porto. Un lavoro certamente complicato e difficile. Né è dimostrazione lo stesso parere del Collegio dei Revisori che si è espresso positivamente sull'atto di programmazione con riserva, subordinandolo ad un monitoraggio mensile delle previsioni, in particolare sulle entrate, da verificare in occasione della permanenza degli equilibri.
Non è dunque lo stesso bilancio che per ben quattro volte il Consiglio comunale non ha potuto votare. E non c'è nessuna congiura di palazzo che né impedì il voto. Se così fosse ancora più incomprensibile, sarebbe spiegare il suicidio di una maggioranza politica che decise l'ultimo giorno di abbandonare l'aula dopo le dichiarazioni del Sindaco. Quello che è certo che 11,1 milioni di euro di disavanzo sono un fardello assai pesante per la città e per chi sarà chiamato a raccogliere domani il testimone della futura amministrazione.
Purtroppo quanto accaduto alla fine di maggio, rappresenta l’epilogo di una deriva, già in atto da tempo, che ha visto progressivamente mutare l’esperienza del centrosinistra in un solipsismo politico, non tanto e non solo del partito più grande della coalizione, quanto di gruppi e componenti maggioritarie, convinti di poter sempre decidere e gestire tutto in poche mani. Senza alcun bisogno di ascoltare, né riconoscere dignità politica alle diverse e molteplici voci che fuori e dentro quel partito sono espressione e rappresentanza di culture e sensibilità politiche diverse e plurali.
doffizi
L’abbiamo detto scritto e raccontato. Ma certamente non consola. Occorreva discontinuità, una nuova visione per la città, cambiare radicalmente ed in profondità il modo di governare Ciampino. Occorreva riannodare i fili della responsabilità collettiva, da troppo tempo persa per inseguire destini ed ambizioni personali. Bisognava affrontare con decisione i problemi del territorio e dell’Amministrazione. Il destino dell’area della Tenuta Muro dei Francesi, le gravi emergenze ambientali, l’acquisizione pubblica dell’Igdo, la gestione delle società partecipate, la mobilità urbana, una diversa gestione dei beni e dei servizi pubblici. A ben guardare su tutto questo il centrosinistra a guida Pd ha fallito.
Non basta e non basterà ora scrivere di consumo di suolo o di mobilità sostenibile, né affidarsi al confronto programmatico, in genere sempre molto aperto e generoso. Ne sapere che ad una componente del Pd, oggi né succede alla guida del partito un’altra. Non né facciamo una questione di persone o di nomi, tutti certamente rispettabilissimi. La questione è più semplicemente di ordine politico. Passare il testimone e lasciare per una volta che siano altri a ricostruire lì dove una classe dirigente di lungo corso ha fallito.
Lo abbiamo detto il 6 luglio, presentando alla stampa quell’appello, dal nome un po’ enfatico, Ciampino Anno Zero. Per provare a rimettere in campo un’opzione progressista in grado di poter accettare una nuova sfida per il futuro di Ciampino, serve un percorso nuovo e democratico, aperto, in cui nuovi attori possano esprimersi, decidere, avere protagonismo e sovranità sulle decisioni. E credo che le donne e gli uomini che si riconoscono nei valori democratici e progressisti possano avere in questo processo un'opportunità per rigenerare quel campo politico.