Incubo Formalba: 8 mesi senza stipendi, demansionamenti e zero futuro. Dipendenti disperati

Pubblicato: Giovedì, 26 Luglio 2018 - redazione attualità

ALBANO LAZIALE (attualità) - Sgb contro Cgil e Cisl: "Non si è voluta discutere la riorganizzazione aziendale"

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Un incubo senza fine. E' quello dei dipendenti di Formalba, la società di formazione regionale con sede ad Albano, che da 8 mesi non vedono il proprio stipendio (per un totale di 9 mensilità) e che non vedono futuro.

Senza stipendi e con continui demansionamenti in fatto di incarichi assegnati: un presente ed un futuro neri.

A descrivere quanto sta accadendo, in un comunicato, è l'Sgb, il Sindacato generale di base.

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"Firmato l’Accordo sindacale che ha dato avvio al piano di riduzione oraria con l’ultimo ammortizzatore sociale disponibile, il FIS, i lavoratori hanno appreso dall’azienda che la terza mensilità “ridotta” - giugno 2018 - non verrà pagata regolarmente; eppure sono paghe che partono anche da poco più di 500 euro. Come accadeva in tempi non lontani, la ricetta è sempre la stessa; “verrete pagati quando gli Enti erogatori, Regione e Città Metropolitana di Roma Capitale, trasferiranno nelle casse dell’azienda i fondi previsti” per alcuni progetti già conclusi e il saldo del finanziamento previsto per l’a.f. 2016-2017.

Tradotto: nonostante la riduzione del costo del lavoro l’azienda continua a non avere la capacità di pagare regolarmente gli stipendi.
Non è dato sapere a quanto ammontino questi importi, come del resto non è ancora accessibile il bilancio aziendale 2017; non è dato sapere, qualora arrivassero velocemente questi fondi, per quante mensilità presenti e future siano sufficienti, nel frattempo che fine ha fatto l’integrazione che doveva essere erogata dall’INPS?

E le Banche? Ricordiamo che l’iniziale richiesta di part time per tutti i dipendenti avrebbe dovuto portare ad una riapertura di una linea di credito, o ad un fido bancario, reso difficile dal fatto che Formalba alle Banche già deve restituire molto. Non siamo mai stati fautori di altri accordi bancari, e lo abbiamo reso pubblico, perché i prestiti hanno interessi salati che ricadono sui lavoratori e l’Accordo per il FIS era stata una mediazione finalizzata a tutelare comunque lo stipendio dei lavoratori, con l’integrazione da parte dell’INPS della quota di salario ridotta.

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Mancano sempre 8 +1 mensilità arretrate per la maggior parte dei lavoratori e non vorremmo se ne aggiungessero altre da qui a novembre 2018 (quando è previsto il primo acconto dei fondi per il nuovo a.f.). A settembre, inoltre, non si sa cosa avverrà di tutti i lavoratori a partita IVA e con contratti a termine scaduti a giugno scorso.

Questa situazione è anche il frutto dello scellerato atteggiamento di CGIL e CISL che non hanno voluto ridiscutere la riorganizzazione aziendale più complessiva come più volte, invece, proposto da SGB. Gli stessi che hanno firmato un nuovo Accordo che mina la validità del FIS rispolverando la Banca Ore, in cambio del riconoscimento di giornate di “autoformazione” già previste dai Contratti Regionali. La Banca Ore, invece, è un meccanismo (che forse si vuole anche per il prossimo anno formativo), con il quale si lavorano ore in più che non vengono retribuite, ma che diventano ore di permessi concessi a discrezione della Direzione aziendale, e cosi si dimostra che gli esuberi non c’erano e i lavoratori per l’ennesima volta stanno pagando da soli i debiti fatti da altri.

Ridiscutere sui percorsi di reclutamento, mobilità e verifica di mansioni e livelli, prevedendo che i lavoratori non soltanto siano oggetto delle azioni riorganizzative, ma soggetti messi in grado di verificarne l’efficacia, era la premessa per una vera ripresa di Formalba.

SGB, ha mostrato già il suo senso di responsabilità, lo faccia anche la Direzione e lo facciano le istituzioni, cercando di non approfittare di uno stato di oggettivo ricatto che impone a lavoratori, già penalizzati, oltre a paghe da fame, molto più lavoro anche in mansioni non proprie.

La formazione delle nuove generazioni passa per la dignità dei lavoratori che se ne occupano.

La dignità la riconquistiamo con la lotta!".