Roghi tossici, Natella (Pc): “Dov'erano i predicatori d’odio quando denunciavamo?”

Pubblicato: Sabato, 14 Luglio 2018 - redazione attualità
CIAMPINO (attualità) - Partecipazione Civica: “Un disastro ambientale colossale, sul quale pesa l’assoluta impotenza delle Istituzioni e l’ipocrisia di gran parte degli attuali commentatori politici".

ilmamilio.it - comunicato stampa

 

 
“Ancora roghi tossici, ancora veleni, praticamente ogni sera, in quella che viene da tempo definita la terra dei fuochi capitolina, nel caso specifico nei terreni del campo attrezzato la Barbuta, tra i comuni di Roma e Ciampino”. Lo scrive in una nota Lorenzo Natella, attivista sociale, a nome del movimento ciampinese Partecipazione Civica. “Un disastro ambientale colossale, sul quale pesa l’assoluta impotenza delle Istituzioni e l’ipocrisia di gran parte degli attuali commentatori politici. Quello che più ci stupisce, non certo in questi ultimi giorni ma da tempo, è l’assoluta facilità con la quale personaggi politici e sigle di partito cavalcano l’onda del malcontento per un evidente problema di salute collettiva, spostando l’attenzione su una questione di mero ordine pubblico che non nasconde discorsi di odio etnico, generalizzazioni e speculazioni per cercare di lucrare qualche voto facile sulla pelle di altre vittime". 
 
“Ci spieghino, ad esempio, leghisti e personaggi della destra di vecchio corso, dov’erano quando il loro alleato di allora al governo della Capitale, Gianni Alemanno, allargava il campo rom a dismisura istituendo il mega-ghetto dove si trovarono a convivere, spesso contro la propria volontà, famiglie di nazionalità diverse, povera gente insieme a gruppi di nota estrazione criminale? Dov’erano - continua Natella di Partecipazione Civica - quelli che oggi urlano allo scandalo quando alcune associazioni ambientaliste di Ciampino dicevano che nel campo rom sversano illegalmente i propri rifiuti ingombranti molti privati, a tutt’oggi ignoti e impuniti, come denunciato anche da inchieste giornalistiche che sono state diffuse sul territorio da anni? Oggi veniamo a sapere a mezzo stampa che in un recente rogo alla Barbuta i Vigili del Fuoco hanno rinvenuto scarti industriali tossici, come ci sono finiti? Perché invece di ascoltare quelle realtà sociali che spesso hanno provato a denunciare quello che accadeva, si è preferito chiudersi in una trincea ideologica che oggi non riesce a risolvere uno dei peggiori reati ambientali di sempre sul nostro territorio?” 
 

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“Fa troppa gola racimolare qualche voto fomentando l’odio, mentre è assai più complicato studiare, conoscere e spiegare ai cittadini che c’è un sistema criminale dietro quei roghi che nessuno sembra aver intenzione di smantellare. Il piano di chiusura del campo dell’attuale Giunta Raggi è sicuramente un passo importante (ricordiamo che è un atto dovuto, perché sul campo pesa una sentenza del Tribunale di Roma che lo definisce illegale perché discriminatorio), ma non basta. Oltre alle critiche che si possono avanzare per il piano del Comune di Roma, che sono state giustamente espresse da associazioni competenti come la 21 Luglio, ci dispiace sottolineare come la guerra alle mafie ambientali, di qualsiasi origine, non pare una priorità per nessuno dei maggiori schieramenti politici. Se non si combattono i sodalizi criminali interni ed esterni al campo, quelli che trafficano nel ciclo illegale dei rifiuti e quelli che tengono sotto scacco tante famiglie comuni che vivono alla Barbuta, nessun piano di superamento ci potrà mai liberare davvero dal giogo dei roghi tossici”. 
 
“E’ giunto il momento - conclude la nota dell’esponente di PC - di smetterla di inseguire le sirene della xenofobia e dell’odio sociale. Dovunque c'è poverta, segregazione ed esclusione, lì ci sarà qualcuno disposto a intascare pochi euro per bruciare i rifiuti di qualcun'altro, lo abbiamo visto e comprovato già in molte aree italiane, pensiamo alla terra dei fuochi napoletana. Sarebbe ora di lottare tutti insieme, senza pregiudizi, per chiedere alle autorità di ricostruire la filiera del sommerso e rintracciare nomi e cognomi di chi ci avvelena per i propri affari illeciti. Ribadiamo che chiudere il campo è necessario e urgente, anche per restituire dignità alle persone che ci vivono, ma non vorremmo trovarci un domani, quando il campo non ci sarà più ma i responsabili del traffico illecito saranno ancora tra noi, con altri roghi tossici e altri veleni, magari in una delle tante discariche abusive che già disseminano il nostro territorio”.