Grottaferrata, edilizia: quelle differenze che danno l’idea del caos urbanistico di una città

Pubblicato: Lunedì, 09 Luglio 2018 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA (attualità) – Le dinamiche di Cartabrutta, Pratone, le nuove e le vecchie lottizzazioni

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L’Urbanistica è materia complessa. A Grottaferrata lo è ancora di più. Prendi ad esempio Cartabrutta e Pratone, due realtà differenti. La prima, sopratutto, si trascina da almeno quindici anni (il primo atto è della Giunta Viticchié nel 2003): iter eterni, rinvii, polemiche, persino oggetto e strumento di lotta politica all’interno del centrosinistra o per criticare Stefano Bertuzzi, oggi Presidente del Gal (Gruppo di Azione Locale), che proprio per la questione Cartabrutta, progettata nei suoi uffici, ha perso almeno un paio di treni per la candidatura a sindaco nel corso degli anni. Quando è riuscito ad imporsi nella coalizione, nel 2017, la lottizzazione è servita ancora per attaccarlo (persino dentro al PD, suo partito di riferimento) o mettere davanti agli elettori lo ‘spauracchio’ dei 37mila metri cubi più discussi degli ultimi anni.

Come è andata a finire? Che Cartabrutta si farà comunque (perché il via libera c’è dal tempo del commissario prefettizio del 2014 e perché anche recentemente il processo non si è fermato). In più, a poca distanza, Pratone potrebbe assistere, anche grazie (ma non solo) alla delibera 43 approvata dalla Giunta in carica, alla nascita di decine di migliaia di metri cubi. Si costruiva prima, in sintesi, e si costruirà ancora. Anche più di Cartabrutta (già di per sé un insediamento non da poco all'interno di una una zona profondamente compromessa) .

Nella delibera di Giunta numero 81 del 19 giugno 2018 nella definizione della procedura di Vas (Valutazione Ambientale Strategica) sulla Lottizzazione Cartabrutta, la Giunta ha deciso che approverà il piano dopo attenta verifica dell’implementazione delle dotazioni infrastrutturali e della connessione con le urbanizzazioni esistenti e previste. Una procedura diversa, perché diversa è la sua storia. Nello specifico, si è posta attenzione alle opere infrastrutturali. In città c’è già chi ha fatto notare che questo criterio non è stato adottato per la montagna di metri cubi in arrivo in zona Pratone (che da Prg è edificabile per vaste porzioni e senza la previsione di nuove strade perché lo strumento urbanistico non le prevedeva) o in altre aree.

Domanda che circola in certi ambienti politici e che nessuno ufficialmente ha fatto: perché non adottare strumenti di ulteriore studio e argine per le costruzioni in essere e future come per Cartabrutta? E’ possibile farlo? Esiste questa possibilità? Potrebbe essere un modo, se applicabile, per garantire servizi e infrastrutture di pari passo con l’espansione edilizia prospettata con la D43. Ma non solo: in certi casi, unito a delle norme di salvaguardia, questa alternativa potrebbe fare addirittura da deterrente ad azioni future. Sarebbe un passo di buona volontà sull’avvenire, affinché si sostenga il peso reale di nuovi insediamenti e si termini, una volta per tutte, il rischio di veder compromesse altre porzioni di territorio.

Una cosa è certa: tra piani in attesa da decenni, diritti, concessioni, piani regolatori desueti e nuove licenze Grottaferrata è costretta a districarsi perennemente dentro ad un caos urbanistico che ora cade sulla sua collettività e senza un criterio di garanzia. Ogni volta che viene montato un cantiere, il territorio viene privato di uno spazio a fronte dei medesimi intrecci viari. E in una comunità dove il consumo di suolo e l'assenza di infrastrutture sono diventati più forti del diffondersi della cultura, delle eccellenze e del turismo questa non è mai una buona notizia.

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Commenti  

# Angelo Nero 2018-07-09 18:25
Analisi corretta e molto chiara.

L'urbanistica è complessa a causa degli intrecci relazionali che si porta appresso e nasconde.

Di certo quello che sta accadendo a Grottaferrata non era esplicitato nei programmi elettorali dei candidati sindaci.

Capite il raggiro che vi hanno fatto, miei cari grottaferratesi?
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# nonsappiamose 2018-07-09 19:55
pure fabrizio giusti è al corrente dell'operazione a "macchia/pelle di leopardo"
Il metro cubo un po' qua e un po' là. Come per l' asfalto, un cantierino qua e un cantierino là!
Quillì de qua lo promisero per le elezioni 2010!
Stavano un po' de qua qua e un po' de là là, non vinsero ma, dopo 2 commissariamenti (con merito ) e 2 fallimenti (ad honorem) politicoAmministrativo, nel 2017 hanno stra-vinto con il 21% "E" sono candidati per la toponomastica cittadina .....la via dei cantieri!
Intanto la giunta dei cinici17 non delibera di :
tagliare correttamente gli alberi dei boschi?
Pulire e rimuovere il sottobosco?
Eliminare i rifiuti abbandonati al confine o dentro le aree boschive?
Creare punti d'acqua, viabilità forestale e punti di atterraggio per elicotteri?
Campagna di sensibilizzazione verso i Cittadini,per prevenire incendi di natura colposa?
Però fare il vostro "dovere" non VI farà avere il nome in qualche piazza!
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